La Fao ha convocato una riunione di emergenza, il 25 luglio, per decidere come e quali aiuti alimentari fornire nel Corno d’Africa afflitto da una tragica carestia: escalation di morti infantili in Somalia e 3,7 milioni di esseri umani costretti alla fame.

Sono attesi al vertice i ministri e gli alti funzionari dei 191 Stati aderenti, oltre ai rappresentanti di agenzie Onu, ong e banche di sviluppo regionale. Il summit è stato indetto su proposta della Francia, che attualmente presiede il G20.

Anche questa crisi alimentare si poteva prevedere e impedire. Lo stesso relatore speciale all’Onu per il diritto al cibo Olivier De Schutter il mese scorso aveva indicato ai ministri del G20-agricoltura le misure da prendere, ma nulla di concreto è stato fatto (vedi Ilfattoalimentare.it). Ancora una volta così i governi iniziano a occuparsi dell’emergenza solo dopo la sua esplosione, quando i dati dell’eccidio non consentono più di ignorarla.

Oxfam ha già accusato i governi occidentali per avere ignorato i segnali evidenti della crisi africana ora in atto, anziché mettere a disposizione gli 800 milioni di dolalri che avrebbero permesso di mitigarla sul nascere.

La situazione in Somalia è catastrofica. Spiega l’esperto di food security Patrick Webb della Friedman School of Nutrition Science and Policy all’Università Tufts. «Ciò rappresenta il catastrofico fallimento di tutti i sistemi a cui la popolazione si affida per sopravvivere»: la siccità ha prosciugato i loro raccolti e ucciso il bestiame, non è rimasto nulla.

La crisi frattanto dilaga nell’intero Corno d’ Africa, verso il Kenya e l’Etiopia dove almeno 135mila cittadini somali si sono già riversati tra gennaio e luglio alla ricerca di cibo, e 3mila ogni giorno vi stanno ora migrando. Oltre 11 milioni di esseri umani rischiano di morire per fame, altri la denutrizione e il degrado.

Nel frattempo, in Etiopia i neocolonialisti asiatici e del Golfo persico producono cibo e biocarburanti destinati all’export, su milioni di ettari di terre rapinate alle popolazioni locali con la complicità di un regime dittatoriale .

Possiamo fare qualcosa anche noi, che ci stiamo preparando per le vacanze. Basta una donazione a una delle tante ong già impegnate sul campo. Tra queste Agire (Agenzia Italiana per la Risposta alle Emergenze), che raccoglie i fondi di 12 ong presenti in Italia per il soccorso alle popolazioni colpite dalle più gravi emergenze umanitarie, tra le quali Amref, Save the children, Action Aid (www.agire.it)

Dario Dongo

foto: AP(3); Roberto Schmidt/Getty

Per maggiori informazioni:

– intervento di Ban Ki-moon, segretario generale delle Nazioni Unite, 22.7.11, Los Angeles Times

– editoriale “Horn of Africa drought: African desperation”, 18.7.11, Telegraph View

– articolo “En Ethiopie, la famine côtoie l’abondance”, 21.7.11, di Philipp Hedemann per swissinfo.ch/InfoSud