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Sul sito del Parlamento europeo è stato pubblicato in questi giorni una breve sintesi dal titolo: OGM: tutto quello che c’è da sapere. Di seguito lo riproponiamo con l’infografica sui numeri di soia e mais (vedi sotto).

In Europa l’utilizzo di organismi geneticamente modificati (OGM) è sottoposto a regole molto rigorose e procedure di autorizzazione complesse per la loro coltivazione e commercializzazione. Da aprile 2015, i paesi possono decidere se consentire la coltivazione di OGM sul loro territorio. Tuttavia, per quanto riguarda la commercializzazione, i deputati della commissione per l’Ambiente hanno stabilito un approccio diverso.

1. Cos’è un OGM?

OGM significa “organismo geneticamente modificato”. Sono organismi il cui materiale genetico è stato modificato artificialmente: per esempio, la resistenza di una pianta ad una malattia, un insetto o alla siccità, o ancora un aumento della produttività.

2. Quali sono le principali colture OGM?

Il mais, il cotone, la soia, la colza e la barbabietola da zucchero.

semi di soia europa3. Gli OGM sono autorizzati nell’Unione europea?

È necessaria un’autorizzazione preventiva e una valutazione scientifica del rischio sia per la coltivazione e che la commercializzazione degli OGM importati.

Il mais MON 810 è un OGM autorizzato dal 1998,  la cui autorizzazione è attualmente in attesa di rinnovo. Nel 2013 è stato per lo più coltivato in Spagna (e marginalmente in altri quattro paesi europei: Portogallo, Repubblica Ceca, Romania e Slovacchia. Al momento ci sono 8 domande in attesa di autorizzazione, tra cui il rinnovo del mais MON 810.

Per quanto riguarda l’importazione da paesi terzi, esistono 58 OGM attualmente autorizzati nell’Unione europea per il consumo di alimenti e mangimi. Comprendono mais, cotone, soia, colza, barbabietola da zucchero. Altri 58 sono in attesa di autorizzazione.

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Si può indicare in etichetta se un alimento non contiene OGM

4. I cittadini dell’UE stanno già consumando gli OGM? Come lo possiamo sapere?

La maggior parte degli OGM autorizzati nell’UE sono destinati ai mangimi per gli animali d’allevamento ma alcuni alimenti importati possono contenerne alcuni. Il sistema di etichettatura alimentare dell’UE impone alle aziende di indicare se gli alimenti o i mangimi che producono, contengono OGM (quando la presenza è al di sopra di 0,9% del prodotto). Inoltre, le aziende possono anche, ma senza obbligo, indicare sulle etichette se un alimento o mangime non contiene OGM.

5. Chi autorizza gli OGM nell’UE?

Per la coltivazione l’autorizzazione è stabilita a livello europeo. Tuttavia i paesi hanno l’ultima parola. Dal mese di aprile 2015, con la nuova direttiva UE, i paesi possono decidere di vietare la coltivazione sul loro territorio in qualsiasi momento (durante la procedura di autorizzazione o anche dopo). Per rendere più facile agli Stati membri il divieto alla coltivazione, la giustificazione può essere legata a una vasta gamma di motivi e non, come era il caso fino ad ora, esclusivamente per i rischi per la salute o per l’ambiente.

Per ciò che riguarda la commercializzazione, la Commissione proponeva lo stesso approccio della coltivazione: dare ai paesi l’ultima parola. Tuttavia, i deputati provenienti dalle commissioni per l’Ambiente e per la Sicurezza alimentare hanno considerato che la proposta potrebbe rivelarsi impraticabile e portare alla reintroduzione dei controlli alle frontiere tra i paesi pro e anti-OGM, affossando il mercato interno. Quindi la proposta è stata respinta.

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La maggior parte degli OGM in UE sono destinati ai mangimi

6. Che cosa accadrà alla commercializzazione di OGM all’interno dell’Unione europea, se il Parlamento respingesse la proposta della Commissione?

Se la plenaria respingesse la proposta il 28 ottobre, le attuali norme resterebbero in vigore: una maggioranza degli Stati membri potrebbe votare l’autorizzazione o il divieto della commercializzazione in tutta l’UE. Se non ci sarà la maggioranza per entrambe le opzioni, la decisione dovrà essere presa dalla Commissione.

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Fonte infografica: Europarl.europa.eu

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marco
marco
11 Novembre 2015 22:23

interessante articolo
eppure diverse fonti hanno sempre sostenuto che fosse proibita la commercializzazione in toto di alimenti per umani in italia.
Chiedo all’autore se forse questo “estratto” è generale e applicabile a livello comunitario, ma esiste una specifica norma italiana che pone il veto in toto?
quando ci sarà qualcuno che proporrà l’obbligo di indicare in etichetta l’uso di mangimi per animali ogm?!!!!!

Valeria Nardi
Reply to  marco
12 Novembre 2015 11:06

gentile Marco, la commercializzazione di prodotti contenenti ingredienti ogm è consentita in italia con l’obbligo di indicazione in etichetta. mentre la soglia massima consentita per i prodotti alimentari (anche biologici) se la loro presenza è involontaria e tecnicamente inevitabile è 0,9% di tracce di OGM. Mentre se gli animali sono stati alimentati con mangimi ohm non occorre indicarlo in etichetta. le può interessare forse questo articolo: http://www.ilfattoalimentare.it/ogm-mangimi-allevamenti.html Il divieto per l’Italia riguarda la coltivazione di ogm.

marco
marco
12 Novembre 2015 13:18

Grazie per le informazioni e la segnalazione!
in merito alla questione dello 0.9, ne ero già a conoscenza da tempo.
Per quanto riguarda i mangimi , per quello che mi riguarda, AL MOMENTO, posso solo dire “speriamo bene” e, possiamo solo “affidarci a questi studi” visto che NON ABBIAMO GRANDI POSSIBILITA’ DI SCELTA

Però ,nel frattempo aspetto che compaia qualche “attivista” con una maggiore sensibilità in merito alla questione ETICHETTE mangimi agli animali OGM :
diventerò un gran consumatore di FONTINA e RAVAGGIUOLO, e farò a questi due prodotti una gran pubblicità + altri prodotti con “filiera certificata” anche NON BIO

Il potere di ACQUISTO l’abbiamo noi… è l’unica cosa che abbiamo … e non è certo poco anche se non è facile districarsi tra le molteplici offerte del mercato e delle informazioni , a favore o contrarie, molto spesso “condizionate”.

Con la speranza di rendere maggiormente partecipe “qualcuno” che inizierà a verificare che certi VOLUMI di vendita iniziano a diminuire …