cucchiaini di legno con diverse tipologie di zucchero

La strana decisione delle autorità italiane di opporsi alle nuove raccomandazioni dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), che invitano a ridurre la quantità di  zuccheri semplici sino al 10% del fabbisogno calorico giornaliero, con l’esortazione a ridurre ulteriormente questa soglia al 5%, non può essere considerata occasionale. Abbiamo già pubblicato un lungo articolo di Nicoletta Dentico dell’Osservatorio Italiano sulla Salute Globale in cui vengono illustrati i retroscena della decisione e l’influenza che ha avuto un’azienda privata come Ferrero. Oggi pubblichiamo un’intervista di Paola Emilia Cicerone a Silvio Garattini tossicologo e direttore dell’Istituto di ricerca Mario Negri sulla questione zucchero.

Professore secondo lei le istituzioni devono impegnarsi a contenere il consumo di zuccheri?
“Il consumo di zuccheri dovrebbe essere tassato, oppure si dovrebbe vietare o limitarne la pubblicità come si è fatto con il tabacco o si cerca di fare con l’alcol”.

Tre zollette di zucchero su un cucchiaino appoggiato su un mucchietto di zucchero
Le autorità italiane si sono opposte alle nuove raccomandazioni dell’Organizzazione mondiale della sanità sul consumo di zucchero

Non le sembra difficile però pensare che possano essere adottate misure così drastiche….
“In realtà servirebbe un intervento integrato che parta dall’educazione scientifica, che nelle nostre scuole è sempre carente. Sarebbe importante insegnare qual è l’apporto calorico dei diversi alimenti, quali sono gli effetti di quello che mangiamo sulla nostra salute. Un obiettivo a lungo termine, così come sono un obiettivo a lungo termine le campagne informative per controbilanciare il peso della pubblicità, aiutando a capire quanto siano dannosi gli eccessi. E poi perché no, si potrebbe pensare a tassare gli alimenti ricchi di zucchero. Non credo che funzionerebbe come deterrente: non saranno pochi centesimi di aumento che impediranno di comprare merendine o bevande gassate. Ma la tassa potrebbe essere una sorta di rimborso allo Stato per le spese sanitarie generate da questi consumi, e anche un segnale rivolto ai consumatori”.

In questo quadro, cosa ne pensa dell’iniziativa italiana di contrastare le linee guida dell’OMS che puntano a ridurre il consumo di zucchero?
“Valuto positivamente queste linee guida, come una delle iniziative mirate a limitare i consumi eccessivi di zuccheri. Ed è grave che un’associazione di produttori come Federalimentare si sia schierata così nettamente contro, muovendosi per difendere i propri interessi indipendentemente da un minimo di attenzione per la salute pubblica”.

Possiamo spiegare perché gli zuccheri semplici sono così dannosi? In realtà zuccheri e carboidrati fanno parte della dieta mediterranea.
“Però la dieta mediterranea è fatta di tre pasti: una colazione leggera, un pranzo e una cena. Il problema è che questi prodotti ricchi di zucchero non sono alimenti, ma fuori pasto che la pubblicità ci induce a consumare per combattere un languorino, o per superare un momento di frustrazione. In questo modo però si aggiungono alla normale alimentazione, e portano a introdurre calorie extra che non sono equilibrate da un aumento dei consumi energetici”.

Tre lattine di bibite zuccherate sommerse da zollette di zucchero
È grave che Federalimentare si sia schierata così nettamente contro la riduzione dello zucchero nella dieta

E non apportano neanche principi nutritivi importanti…
“Esattamente: snack e merendine sono concentrati di zuccheri, grassi e sale – qui stiamo parlando di zucchero ma varrebbe la pena di affrontare anche il tema dei consumi eccessivi di sale – che hanno un valore nutrizionale molto scarso. Per non parlare delle bevande gassate, che non hanno alcun valore dal punto di vista nutrizionale”.

Quali sono i rischi per la salute?
“Ingerire più calorie significa aumentare di peso, tra le conseguenze dirette ci sono problemi della funzionalità cardiaca, perché il sovrappeso mette sotto sforzo l’apparato cardiocircolatorio, e squilibri metabolici che rappresentano un fattore di rischio per il diabete, a sua volta fattore di rischio per patologie cardiovascolari, renali e della visione. Ricordiamoci che la maggior parte delle malattie non piove dal cielo, siamo noi con i nostri comportamenti a procurarcele”.

Qual è, da questo punto di vista, la situazione dell’Italia?
“Abbiamo tassi di obesità più ridotti rispetto ad altri paesi europei, anche se preoccupano i dati che si riferiscono ai giovanissimi, sempre più sovrappeso e sedentari, anche perché condizionati da televisione e computer, e al tempo stesso dalla pubblicità di dolci e merendine”.

Come intervenire, a livello individuale? Dobbiamo rinunciare ai dolci?
“I dolci fanno parte della nostra tradizione, ma in passato si mangiavano in occasioni eccezionali. Il consumo sporadico non presenta problemi, così come non c’è niente di male a mettere un cucchiaino di zucchero nel caffè o a mangiare un dolcetto. I problemi nascono se consumiamo regolarmente ogni giorno questi piccoli extra ricchi di zucchero. Basta usare il buon senso, tenere d’occhio la bilancia e se vediamo che stiamo ingrassando, diminuire un po’ le porzioni o aumentare l’attività fisica”.

© Riproduzione riservata Foto: Fotolia, iStock

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Max
Max
24 Febbraio 2015 09:29

Uno volta tanto non sono d’accordo con Garattini.
Sono convinto che l’educazione alimentare non si faccia per coercizione, ma per convinzione.
Lo stabilire dall’alto cosa devo mangiare o meno lo trovo un attimo dittatoriale ed il tassare è uno strumento da daziere non da alimentarista.
Se proprio si deve tassare si tassi la pubblicità del cibo spazzatura e non il prodotto che produrrebbe ulteriori differenze di classe in base a ciò che mangi, spingendo ad atteggiamenti poco sani solo per farsi vedere che bevi quella bevanda zuccherata tassata, quindi costosa.
Ricordiamoci che si va al fast food come moda, mica per mangiare bene.

gabriella
gabriella
25 Febbraio 2015 12:56

Come comprare con certezza dello zucchero integrale autentico e non colorato?
Ci sono marche che garantiscono il prodotto?

Valeria Nardi
Reply to  gabriella
25 Febbraio 2015 15:51

Probabilmente potrebbe essere sufficiente acquistare zucchero di canna integrale.

viviana
viviana
25 Febbraio 2015 18:12

Concordo con l’articolo,inutile tassare,vantaggioso rendere il consumatore consapevole di cio’ che mangia e di quanto ne mangia!!!