uovo di pasqua
Oggi con 3 euro si può comprare un uovo di Pasqua. Ma si può arrivare anche a 20. La qualità spesso non è correlata al prezzo

Un uovo di Pasqua non si nega a nessuno, Carrefour ne propone uno da 800 grammi con il 50% di sconto a soli 4,59 €. Una vera occasione. Forse non ci sono grandi regali all’interno ma la bella figura è assicurata. Per chi vuole un uovo firmato, la spesa come minimo raddoppia. Walcor per esempio ha una gamma molto assortita e propone uova da 200 g  a 3 € che possono anche raddoppiare se si scelgono quelle con il regalo firmato da una serie tv. Carrefour nel depliant pubblicitario destinato ai milanesi  propone 21 tipi di uova con diverse grandi marche. Nella fascia alta troviamo: Lindt, Motta, Bauli, Paluani, Pernigotti e Perugina. In questo caso bisogna preventivare dai 7 ai 10 € per un uovo da 200-250 g. La cosa importante da sapere è che il prezzo non è collegato alla qualità del cioccolato, ma all’offerta del supermercato, al tipo di punto vendita e ad altri fattori. Capire perché le differenze sono così vistose è davvero complesso e bisognerebbe considerare l’incidenza pesante del marketing e della pubblicità. L’unica cosa certà è che le uova più acquistate rientrano nella serie Kinder GranSorpresa di Ferrero, e sono vendute a prezzi stratosferici di 52-57 €/ kg. Sullo stesso scaffale si possono trovare dolci simili che costano 5 volte di meno.

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Kinder uovo gransopresa
L’uovo di Pasqua Kinder GranSorpresa contiene olio di palma

Certole sorprese di Kinder sono le più ricercate dai piccoli, ma questa predilezione costa cara. Per un uovo da 150 g bisogna sborsare 10 €, che raddoppiano per quello da 320 g. Si tratta di un prezzo esagerato. La serie Kinder GranSorpresa non è puro cioccolato. Sull’etichetta si legge “Uovo dolce con sorpresa ricoperto di cioccolato finissimo al latte”. In altre parole si tratta di un guscio bianco preparato con grassi vegetali di mediocre qualità come l’olio di palma, ricoperto da uno strato di cioccolato al latte.

Molte aziende propongono anche quest’anno uova “differenziate”, destinate ai maschi o alle femmine, a seconda del colore e del giocattolo nascosto nella  sorpresa. Questa strategia commerciale, chiamata anche genderizzazione, rivolta ai più piccoli, sta passando dai negozi di giocattoli ai supermercati, rinforzando così ruoli di genere stereotipati. Si tratta di un sistema che tramite una selezione a priori, definisce con quali giochi o oggetti i bambini debbano giocare, riproponendo i soliti cliché, abbattendo la creatività, le diversità e l’autodeterminazione.

Le persone tendono a fare un confronto tra il prezzo della uova di Pasqua e le tavolette di cioccolato. Si tratta di un accostamento sbagliato. Per i dolci pasquali bisogna considerare i costi dell’imballaggio (carta argentata, fiocco, supporto di plastica, etichetta…), le spese di produzione e di spedizione nettamente superiori e lo spazio che le uova portano via ad altri prodotti sugli scaffali dei supermercati. Per questo motivo il ricarico del punto vendita arriva al 30% circa. C’è poi la sorpresa che incide dal 3-10% e il numero di uova invendute da ammortizzare. Un altro elemento che incide sui costi è la licenza per utilizzare un marchio famoso tra i bambini, o la possibilità di inserire sorprese legate a personaggi noti, serie e programmi tv o eventi del mondo sportivo.

ELEMENTI CHE INCIDONO SUL PREZZO DELLE UOVA IN %
  Ricarico distribuzione
30 – 32
  Materie prime   10 – 14
  Manodopera      15 – 30
  Imballaggio         15 – 27
  Sorpresa              3 – 10
  Resi          10 – 15 
  Iva               10
uova di pasqua
Gli appassionati del cioccolato fondente devono trovare ai primi posti dell’elenco degli ingredienti il burro di cacao e il cacao

Decodificate le complesse dinamiche del prezzo, vale la pena focalizzare l’attenzione sulla qualità. La cosa non è banale, visto che la lista degli ingredienti è spesso simile. Gli appassionati del cioccolato fondente leggendo l’etichetta devono trovare ai primi posti il cacao e il burro di cacao (maggiore è la quantità migliore dovrebbe essere il prodotto). Anche le altre parole sono importanti, termini come extra, fine, finissimo o superiore indicano un cioccolato fondente migliore, perché la quantità di cacao e burro di cacao supera il 43%. Nel cioccolato al latte di qualità superiore, la percentuale di cacao deve essere il 30% e il latte almeno il 18%. Il vero giudizio però si può dare solo assaggiando l’uovo. Il cioccolato deve sciogliersi armoniosamente in bocca, senza granuli o sabbiosità per valutare bene l’equilibrio tra cacao e burro di cacao. Nel fondente, il profumo deve essere quello tipico del cacao intenso e quando si rompe tra i denti si deve sentire un rumore netto. Se il cioccolato è di qualità, il sapore risulta persistente e si avverte bene l’amaro con sfumature intense, che aumentano quanto più alta è la concentrazione del cacao. Un’ultima nota, se l’uovo è di cioccolato non può contenere olio di palma o altri grassi vegetali diversi dal burro di cacao.

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Carmelo
Carmelo
13 Marzo 2016 17:36

L’uovo Kinder non ha cioccolato, ma un guscio bianco ricoperto di cioccolato? E di cos’è fatto?

Nicola Mazzola
Nicola Mazzola
Reply to  Carmelo
14 Marzo 2016 10:46

E’ scritto nell’articolo: “(…) si tratta di un guscio bianco preparato con grassi vegetali di mediocre qualità come l’olio di palma, ricoperto da uno strato di cioccolato al latte (…)”. La tavoletta di onesto fondente che compro al discount (0,69 euro per 100 grammi) al confronto è una delizia da alta pasticceria.

Nicola Mazzola
Nicola Mazzola
14 Marzo 2016 09:58

Un “uovo dolce ricoperto di cioccolato al latte” dove quindi lo zucchero supera di gran lunga la metà del peso, un po’ di film di polipropilene metallizzato e stampato, un fiocchetto sintetico, un’etichetta di carta e all’interno un oggettino quasi certamente “made in PRC”. Fanno CINQUANTASETTE euro al chilo, l’ufficio marketing di Alba (bravissimi, senza ironia) ringrazia.

Brazov
Brazov
16 Marzo 2016 18:11

Negli elementi che incidono sul prezzo mancano diverse cose, in primis il margine del produttore ed i costi di trasporto, che trattandosi di merce voluminosa sono superiori alla media.
Il margine del negoziante indicato può essere quello di un negozio tradizionale, ma la grande maggioranza dei volumi passa dalla GDO che certi margini se li sogna.

Roberto La Pira
Reply to  Brazov
16 Marzo 2016 18:18

La tabella semplifica molto ma nel 30% del produttore c’è tutto costi personale, gestione ….

nuccio
nuccio
21 Marzo 2016 20:03

Per quello che mi risulta l’unica azienda che non usa olio di palma nelle varie confezioni di cioccolato incluso anche l’uovo di Pasqua è la Venchi in effetti usa olio extra vergine di oliva come ingrediente a base vegetale e i suoi prodotti sono buonissimi

Roberto La Pira
Reply to  nuccio
22 Marzo 2016 15:58

Ma nel cioccolato l’unico grasso vegetale è il burro di cacao. Nessuno usa il palma. Il 5% di altri grassi vegetali è una concessione che riguarda solo alcune produzioni tipiche del nord Europa

Carla classe 1966
Carla classe 1966
23 Marzo 2016 14:09

A parte l’olio di palma non mi è chiaro perché chi ha scritto l’articolo parla di genderizzazione”(????), la teoria del gender parla di non differenza tra i sessi maschile e femminile!!!! Ben vengano le aziende che differenziano i giocattoli…. Anche noi siamo cresciuti con le sorprese dei maschi e delle femmine e mi pare che questo non ci abbia creato nessun problema… Anzi!!!

Valeria Nardi
Reply to  Carla classe 1966
23 Marzo 2016 14:39

Collanine e portachiavi deludono sia bambini che bambine e non sono giocattoli ma oggetti. La frase sulle uova “differenziate” si riferiva ai giocattoli che non dovrebbero essere destinati a un genere piuttosto che a un altro. Chi lo decide, e perché? I giocattoli dovrebbero divertire, sviluppare ingegno, creatività, collaborazione e le caratteristiche individuali, e non rafforzare fin da piccoli i ruoli che la società continua ad assegnare a uno o all’altro genere. Questo meccanismo infatti limita la visione che i più piccoli hanno delle proprie capacità, possibilità, dei sogni e dei desideri. Penso che questo articolo possa approfondire il tema. http://espresso.repubblica.it/visioni/societa/2014/03/10/news/il-giocattolo-e-sessista-1.156439

Mariesa44
Mariesa44
23 Marzo 2016 18:27

A Valeria: troppa pedagogia intorno alle sorprese, il cui “pregio” consiste solo ed appunto nell’esser tali. Non complichiamo anche il microcosmo Kinder, se mai insistiamo sulla qualità del cioccolato, se ce n’è!

M
M
23 Marzo 2016 21:24

Grazie Valeria Nardi!! Hai espresso il pensiero di molti genitori stufi di vedere file e file di scaffali rosa per bambine. Da bambina (anni 70) nelle uova trovavo macchinine, braccialetti o collane. Ci si inventava di tutto con questi oggetti e se proprio non piacevano a scuola si faceva scambio…

FAUSTO BORDINI
FAUSTO BORDINI
24 Marzo 2016 08:36

Noi abbiamo un importante supermercato e tra tutte i tipi e marche che trattiamo l’unico ch’è terminato è Kinder ,chissa perchè….

Laura
Laura
24 Marzo 2016 10:14

Salve, bell’articolo, chiaro. Una domanda: quando sulle uova o anche sulle tavolette di cioccolato fondente non si trova scritta la percentuale, tipo Fondente al 72%, il minimo è 43 come indicato nel vostro articolo oppure interpreto male? Grazie, Laura.

Valeria Nardi
Reply to  Laura
24 Marzo 2016 10:23

Ecco un documento chiaro sull’argomento pubblicato dal Ministero dello Sviluppo Economico: http://www.ilfattoalimentare.it/wp-content/uploads/2016/03/etichetta-del-cacao-e-del-cioccolato-percentuali-mise.pdf

Akiro
24 Marzo 2016 12:13

Se si vuole qualità ed anche un prezzo più economico bisogna scegliere i prodotti equo solidali di Altromercato.
Cioccolato migliore, sorprese più belle ed è eticamente 100 volte meglio degli altri.

marco
marco
24 Marzo 2016 12:23

vi è capitato di trovare nella GDO anche uova altri marchi di noti produttori lombardi/piemontesi?
si arriva anche a 100-110 euro al chilo!! per 370gr di cioccolato con nocciole
un prodotto simile…stesso produttore costa circa 3,5 euro ogni 100gr
e se non sbaglio non c’è neanche la sorpressa all’interno dell’uovo!!!

Delia
Delia
28 Marzo 2016 18:34

Ho visto in vendita al supermercato Pernigotti Nocciolato (uova di cioccolato gianduia al latte/fondente con nocciole intere *del Piemonte*) a 17 euro (250 gr. di prodotto netto). Scontato a 14 euro. Il più caro dopo Caffarel, 22 euro per lo stesso peso. Un’eresia, amo il gianduia nocciolato, ma ho desistito. Adoro anche il cioccolato Caffarel, da sempre il mio preferito tra i marchi industriali, ma non posso acquistarlo, costa decisamente troppo e non voglio spendere tanto per un uovo. In pasticceria ho trovato uova artigianali realizzate con fondente o cioccolato al latte, peso 400 gr., al prezzo di 18 euro, decorate finemente in confezione lusso. Per un regalo, malgrado il costo anche qui sia alto ma giustificato, sicuramente più indicate. Voglio precisare inoltre che non esiste solo Altromercato per acquistare uova a basso prezzo e buona qualità, ma anche aziende piccole (srl perlopiù) oneste che realizzano uova di buona qualità e fattura, tipo La Luisa srl (Roma), uova bellissime a prezzo modesto, si parte dalle 5 euro fino ad un massimo di 7/8 euro per ben 800 gr di prodotto, confezione a fazzoletto classica oppure elegante. Cioccolato ottimo, spesso e senza retrogusto amaro, mi riferisco al fondente. Corposo e delicato al latte. Ho acquistato queste uove sia per i miei familiari, sia per regali vari. Oppure Rovelli, emiliana, prezzo di poco superiore, cioccolato buono, ma non quanto La Luisa. Walcor non mi piace, il cioccolato lo trovo pessimo sotto ogni punto di vista, sapore, consistenza e qualità. Vi sono ancora altri produttori, ma non presenti in tutti i maggiori discount/super della penisola. Che dire? comprendo che un uovo di cioccolata abbia i suoi costi et affini, ma proporre certe marche a prezzi tanto alti lo considero offensivo, un vero schiaffo alla crisi. Beato chi può permetterseli.

Brazov
Brazov
29 Marzo 2016 13:00

Mah.. quanto filosofia per le uova di Pasqua, non si tratta certo di un genere di primaria necessità, se è troppo caro per le proprie possibilità non lo si acquista e stop.
Per conto mio, se devo acquistarlo scelgo un prodotto di alta gamma.

Delia
Delia
Reply to  Brazov
29 Marzo 2016 15:19

Buongiorno a tutti, hai ragione Brazov, l’uovo di Pasqua al cioccolato non è un bene di prima necessità, ma come si può negare ad un bambino? oppure ad un anziano ad esempio, si sa che ad una certa età si torna piccini 🙂 Inoltre, confesso, anche a me, donna adulta, fa piacere ricevere tale regalo, non fosse altro che per l’atmosfera che ricrea, mi pare sia meno Pasqua senza l’uovo. E’ sciocco probabilmente, infantile, ma è un piccolo guizzo di infantilismo che mi piace conservare nel cuore. E ricevere un uovo al cioccolato (rigorosamente al latte 🙂 mi rende felice. I prodotti di alta gamma sono fantastici, il cioccolato di alta qualità è sempre un piacere per il palato, adoro ad esempio la produzione di Mirco Della Vecchia e Morandin, ma in Italia vi sono tanti altri eccellenti cioccolatieri. Sicuramente per un regalo importante è la scelta migliore, oltre ad una colomba realizzata di maestri pasticceri. Buona giornata a tutti 🙂