Il Ministero della salute ha diffuso l’avviso di richiamo di un lotto di pasta di semola biologica Valbio per la possibile presenza di parassiti nel prodotto. La pasta interessata (formato pipe rigate 135) è venduta in confezioni da 3 kg e fa parte del lotto L171295089, con scadenza al 14/03/2020.

La pasta richiamata è stata prodotta dall’azienda Valdigrano di Flavio Pagani nello stabilimento Valbio di via Borsellino 35/37 a Rovato, in provincia di Brescia.

Con una nota stampa, l’azienda ha reso noto che “Valdigrano si ritiene estranea al fatto poiché l’unica confezione contestata sull’intero lotto di produzione ha lasciato lo stabilimento Valdigrano 10 mesi fa.” Il tempo trascorso dalla produzione, con trasporti e immagazzinamenti, e i controlli interni sul lotto in questione “permettono di affermare che le cause della contaminazione siano avvenute solo successivamente all’uscita del prodotto dallo stabilimento Valdigrano”. Di conseguenza, il richiamo è stato eseguito, come richiesto dalla normativa, a scopo del tutto precauzionale per tutelare i consumatori.

Si raccomanda, comunque, a chiunque sia in possesso di confezioni di pasta Valbio con il numero di lotto interessato dal richiamo precauzionale di non consumare il prodotto e di riportarlo presso il punto vendita d’acquisto.

Dal 1° gennaio 2018 Il Fatto Alimentare ha segnalato 10 richiami, per un totale di 15 prodotti. Per vedere tutte le notifiche clicca qui.

Per capire come funziona il servizio di allerta alimentare e come viene effettuato il ritiro dei prodotti dai punti vendita leggi il libro “Scaffali in allerta” edito da Il Fatto Alimentare. È l’unico testo pubblicato in Italia che rivela i segreti e le criticità di un sistema che funziona poco e male. Ogni anno in Italia vengono ritirati dagli scaffali dei punti vendita almeno 1.000 prodotti alimentari. Nel 10-20% dei casi si tratta di prodotti che possono nuocere alla salute dei consumatori, e per questo scatta l’allerta. Il libro di 169 pagine racconta 15 casi di richiami che hanno fatto scalpore.

I lettori interessati a ricevere l’ebook, possono fare una donazione libera e ricevere in omaggio il libro in formato pdf “Scaffali in allerta”, scrivendo in redazione all’indirizzo ilfattoalimentare@ilfattoalimentare.it

© Riproduzione riservata

* Con Carta di credito (attraverso PayPal). Clicca qui

* Con bonifico bancario: IBAN: IT 77 Q 02008 01622 000110003264

 indicando come causale: sostieni Ilfattoalimentare 2018. Clicca qui

0 0 voti
Vota
4 Commenti
Feedbacks
Vedi tutti i commenti
Serena
Serena
9 Febbraio 2018 17:10

Come sempre il Vostro sito spicca per l’equilibrio e la completezza nel dare le notizie; purtroppo devo rilevare che il Ministero della Salute nel pubblicare l’avviso di richiamo ha impropriamente utilizzato il termine “parassiti” anzichè quello probabilmente corretto “insetti” o “infestanti delle derrate”… questo ha dato luogo sul web a elucubrazioni sulle conseguenze di ingestione di pasta contaminata da Tenia, Trichinella e chi più ne ha più ne metta… Un po’ di responsabilità, di competenza e di precisione da parte delle autorità aiuterebbe ad avere più fiducia nel sistema di allerta e richiamo, che peraltro è sacrosanto e dovrebbe avere prevalentemente lo scopo di tutelare il consumatore, prima che di mettere in croce il produttore…

Roberto La Pira
Reply to  Serena
9 Febbraio 2018 17:47

Purtroppo le lacune del sistema di allerta italiano sono tante e direi troppe. Noi registriamo spesso imprecisioni

Anna Maria Gatti
Anna Maria Gatti
10 Febbraio 2018 12:50

Ottimi articoli , grazie di esserci

Luca
Luca
11 Febbraio 2018 17:27

“Complimenti” al ministero della salute: si pubblicano nomi, cognomi e indirizzi quando ci sono di mezzo aziende che nel 99,9% dei casi hanno accidentalmente causato il problema al prodotto, mentre nei casi di frode e disonestà VOLUTA per fregare noi consumatori con alterazioni e sofisticazioni varie, si omettono i nomi delle aziende coinvolte , e noi continuiamo a comprare e consumare prodotti di aziende che meriterebbero di fallire.