coldirettiMentre in Francia un gruppo composto da 26 associazioni ( società scientifiche di medici, associazioni di pediatri, oncologi, pediatri e nutrizionisti e consumatori *) lanciano una petizione contro Unilever, Nestlè, Mondelez, Mars, Coca-Cola e PepsiCo, perché vogliono boicottare l’etichetta a semaforo varata da tre ministeri, in Italia è Coldiretti a lanciare l’ennesima bufala contro questo modello di etichetta. Il metodo seguito dalla lobby italiana è sempre lo stesso: inventare notizie, trovare una formula narrativa convincente, schierare le bandiere gialle in piazza, in qualche porto o nei pressi di una frontiera e chiamare Rai e tv private. Poco importa capire se la storia è vera o si tratta di un gran polverone, perché oggi  il controllo della fonte delle notizie da parte di molti giornalisti è un’abitudine in disuso. Il sistema ha funzionato benissimo con il grano duro canadese importato da Barilla, De Cecco, Granoro, La Molisana, Garofalo …,  accusato di essere contaminato da micotossine e glifosato. Questa bufala ha preso piede e sta provocando gravissimi danni di immagine al miglior prodotto alimentare del made in Italy.

La verità è che il grano canadese importato è di ottima qualità e contiene quantità di micotossine e glifosato a livelli  infinitesimali, per cui bisognerebbe mangiare oltre cento kg di pasta al giorno per superare i limiti. Raccontata in questo modo la storia c’è da chiedersi perché qualcuno parla del grano canadese. Usando lo stesso metro di valutazione dovremmo mettere al bando buona parte dei prodotti alimentari venduti nei supermercati. Ma questi fatti non contano, è più avvincente dire che il grano sulle navi ammuffisce e che il glifosato è cancerogeno, tanto i giornalisti non fanno una valutazione del rischio e il titolo a caratteri cubitali in tv e sui giornali è garantito. Anche il Ministero della salute avvalla queste bufale quando decide di non intervenire pur sapendo che i dati  sulle micotossine rilevati dagli organi di controllo raccontano una storia completamente diversa. Analoga bufala è quella sul concentrato di pomodoro cinese che ha invaso il mercato italiano. Coldiretti dopo avere lanciato un allarme inesistente contro un prodotto che non è mai stato oggetto di segnalazioni a parte delle autorità sanitarie  dovrebbe elencare i prodotti che lo usano.

Forse gli esperti di Coldiretti di fronte a tanti colori hanno scambiato l’etichetta a semaforo con un gioco per bambini

E ora veniamo al delirante comunicato di Coldiretti contro le etichette semaforo francesi. Il testo esordisce parlando di “inganno delle etichette semaforo che rischia di sostenere, con la semplificazione, modelli alimentari sbagliati che mettono in pericolo non solo la salute dei cittadini italiani ed europei“.  Roberto Moncalvo presidente di Coldiretti sottolinea che “Il sistema di informazione visiva proposto è fuorviante, discriminatorio ed incompleto e finisce per escludere paradossalmente dalla dieta alimenti sani e naturali che da secoli sono presenti sulle tavole per favorire prodotti artificiali di cui in alcuni casi non è nota neanche la ricetta… si rischia di promuovere cibi spazzatura con edulcoranti al posto dello zucchero e di bocciare …. specialità come il Grana Padano, il Parmigiano Reggiano ed il prosciutto di Parma”. Sono frasi che attestano l’evidente mancata comprensione del testo francese, oltre a vistose carenze nell’ambito nutrizionale. Forse gli esperti di Coldiretti di fronte a tanti colori e a una lingua poco conosciuta, hanno scambiato l’etichetta a semaforo francese con un gioco per bambini.

Il modello francese è il metodo migliore per capire le caratteristiche nutrizionali di un prodotto. Il sistema è molto semplice: il rosso indica un alimento da assumere con moderazione, il verde un cibo sano mentre l’arancione invita a consumare il prodotto senza esagerare, per mantenere una dieta equilibrata. Le etichette tra l’altro sono state accolte con entusiasmo dall’OMS. Coldiretti che da sempre si fa paladina degli interessi dei cittadini, questa volta è schierata a fianco del Parmigiano Reggiano, del prosciutto crudo e dell’olio extravergine di oliva e dice che questi prodotti tipici verrebbero penalizzati a favore della Coca-Cola. Ancora una volta la lobby degli agricoltori  dimostra di avere le idee confuse, e pensa che il problema dei cittadini al supermercato sia di scegliere se mettere nel carrello il formaggio grana,  il prosciutto crudo, l’olio extravergine o la bibita zuccherata! I tre ministri francesi che hanno sottoscritto il decreto del semaforo  (Agnès Buzyn salute e solidarietà,  Stéphane Travert agricoltura e alimentazione e Benjamin Griveaux economia e finanza), le associazioni dei consumatori e anche  i produttori  ritengono che sia più importante permettere attraverso il semaforo di scegliere  la Coca Cola  con l’etichetta verde  e non rossa il formaggio e il prosciutto crudo come con il minore tenore di  sale.

L’etichetta semaforo permette di differenziare facilmente  il pacco di biscotti Ritornelli Mulino Bianco quando usava olio di palma (lettera E e semaforo rosso) da quello venduto adesso che usa olio di girasole (etichetta arancione lettera D)

La situazione è imbarazzante perché sul campo troviamo una lobby che dà la linea diffondendo continuamente bufale contro i migliori prodotti alimentari italiani, sostenendo di difendere i consumatori. Al suo fianco si trova una fronda di “ingenui” giornalisti disposta a rilanciare le fake news, oltre a ministri, associazioni di categoria e di consumatori pronte a seguire l’onda per non inimicarsi le simpatie popolari scaturite dalle bufale. Ultimamente i pastai hanno deciso di uscire allo scoperto e di smascherare le bufale che la lobby  ha scatenato contro il grano duro, ma forse hanno aspettato troppo. Per bloccare l’ennesima campagna diffamatoria contro il miglior sistema di etichetta alimentare presente in Europa, invitiamo i nutrizionisti, gli esperti di alimentazione e le società scientifiche a prendere una posizione. Anche le aziende e le catena di supermercati potrebbero valutare l’idea di adottare il semaforo.

(*) 1. Association CLCV : Consommation, Logement et Cadre de Vie
2. Association des chercheurs en activités physiques et sportives (ACAPS)
3. Association des épidémiologistes de terrain (EPITER)
4. Association des Médecins Inspecteurs et autres médecins de Santé Publique (AMISP)
5. Association Française de Pédiatrie Ambulatoire (AFPA)
6. Association Française des Diététiciens Nutritionnistes (AFDN)
7. Association Francophone en Activité Physique Adaptée (AFAPA)
8. Association Nationale des Puéricultrices (teurs) Diplômé(e)s et des Etudiants (ANPDE)
9. Association nationale pour la prévention en alcoologie et addictologie (ANPAA)
10. Association pour la prise en charge et la prévention de l’obésité en pédiatrie (APOP)
11. Chaire prévention des cancers de l’EHESP
12. Collège de liaison des internes de santé publique (CLISP)
13. Collège universitaire des enseignants de santé publique (CUESP)
14. Fédération Addiction
15. Fédération nationale d’éducation et de promotion de la santé (FNES)
16. Fédération régionale des acteurs en promotion de la santé (FRAPS)Centre Val de Loire
17. Foodwatch France
18. Instance régionale d’éducation et de promotion de la santé (IREPS) Nouvelle Aquitaine
19. Ligue Nationale Contre le Cancer (LNCC)
20. Réseau de prévention et de prise en charge de l’obésité en pédiatrie d’Aquitaine (RéPPOP)
21. Société Française de Santé Publique (SFSP)
22. Société Francophone du Diabète (SFD)
23. Société Régionale de Santé Publique Centre-Val de Loire
24. Société Régionale de Santé Publique Occitanie
25. Syndicat National des Médecins de Protection Maternelle et Infantile (SNMPMI)
26. UFC-Que Choisir

Le etichette a semaforo adottate in Francia, chiamate Nutri-Score, sono il miglior sistema per aiutare il consumatore a capire le caratteristiche nutrizionali di un prodotto. Lo schema è molto semplice: il rosso indica un alimento da assumere con moderazione, il verde un cibo sano mentre il giallo invita a consumare il prodotto senza esagerare, per mantenere una dieta equilibrata. Le etichette sono state accolte con entusiasmo dall’OMS e dalle associazioni dei consumatori. In questo dossier di 19 pagine spieghiamo come funziona il Nutri-Score e perché nutrizionisti e società scientifiche che si occupano di alimentazione non possono che essere favorevoli all’adozione anche in Italia.

Roberto La Pira e Dario Dongo

I lettori interessati a ricevere l’ebook, possono fare una donazione libera e ricevere in omaggio il libro in formato pdf  “Etichette a semaforo”, scrivendo in redazione all’indirizzo ilfattoalimentare@ilfattoalimentare.it

 

© Riproduzione riservata

sostieni

* Con Carta di credito (attraverso PayPal). Clicca qui

* Con bonifico bancario: IBAN: IT 77 Q 02008 01622 000110003264

 indicando come causale: sostieni Ilfattoalimentare.  Clicca qui

0 0 voti
Vota
13 Commenti
Feedbacks
Vedi tutti i commenti
Roberto Pinton
Roberto Pinton
3 Dicembre 2017 08:14

Se sulle etichette a semaforo ho già detto la mia su queste pagine (goo.gl/Pw6K8G), su Coldiretti non posso che sottoscrivere con convinzione dalla prima all’ultima parola (e se ne potrebbero scrivere molte altre).

ezio
ezio
Reply to  Roberto Pinton
4 Dicembre 2017 12:16

Condivido la sua posizione, che peraltro ho già ripetutamente espressa, sulla necessità indispensabile di un’armonizzazione a livello europeo del sistema indicatorio dietetico variamente colorato, lasciando poco spazio all’attribuzione soggettiva di qualche organizzazione o produttori, ma demandando il compito ad un’istituzione europea qualificata.
A mio parere meglio la scelta di tipo inglese, evidenziando i colori attenzionali direttamente sulla tabella nutrizionale, per indicarne chiaramente le componenti critiche, “educando” meglio i consumatori a leggere il contenuto degli alimenti di cui si nutrono, con la lettura degli ingredienti e della tabella esplicativa.
In merito alla diatriba con e tra le varie associazioni di categoria, penso che ognuno faccia il suo mestiere per portare acqua al proprio mulino, senza escludere ingiustamente nessuno e preferendo la collaborazione alla denigrazione, che finisce per danneggiare tutti.

Roberto La Pira
Reply to  ezio
4 Dicembre 2017 12:28

Il modello francese è il frutto di due anni di studio ed è stato selezionato dopo avere esaminato ben 4 modelli .

Massimo
Massimo
4 Dicembre 2017 14:45

Premesso che condivido l’inattendibilità, se non il dolo, in tutto ciò che fa Coldiretti.
Qualcuno pensa davvero che il consumatore medio si curi dell’etichetta e dell’eventuale colore del semaforo ?? Ma non scherziamo..
Da tempo abbiamo ogni tipo di indicazione nutrizionale sulle etichette, eppure abbiamo sempre la solita crema spalmabile con olio di palma, in cima alle classifiche dei prodotti più venduti.
Quindi, probabilmente è un dibattito inutile.

pio
pio
Reply to  Massimo
6 Dicembre 2017 08:08

se il prodotto spalmabile è quello con l’olio di palma dipende da altri fattori
1 LA SCUOLA ITALIANA HA SOPPRESSO L’INSEGNAMENTO DELLA MERCEOLOGIA IN IN TUTTI I GRADI SCOLASTICI, COMPRESA UNIVERSITA LASCIANDO L’EDUCAZIONE ALIMENTARE ALLE LOBBY E ALLA PUBBLICITA’
ABBIAMO COSI UN ESERCITO DI CONSUMATORI ANALFABETI FUNZIONALI

Massimo
Massimo
Reply to  Massimo
6 Dicembre 2017 14:36

Ah.. E quando veniva insegnata la metodologia ?? E soprattutto cos’è ??

MASSIMO ACCIARRI
MASSIMO ACCIARRI
5 Dicembre 2017 09:14

Il sistema del semaforo mi sembra semplicistico ed in parte fuorviante. Il giudizio su un prodotto lo si può dare conoscendone i componenti e la filiera cioè tutto quello che ha contribuito a formare quel prodotto. Non so qual è il colore assegnato al formaggio (per es. parmigiano) La qualità del prodotto non la da il contenuto di sale ma la qualità del latte e del processo di produzione E’ poi un altro discorso la quantità e la frequenza di assunzione dei vari prodotti alimentari

Giulia Crepaldi
Reply to  MASSIMO ACCIARRI
5 Dicembre 2017 15:41

Gentile Massimo,
le etichette a semaforo danno un giudizio sulla “qualità nutrizionale” degli alimenti, ma non sulla qualità della filiera e degli ingredienti, non è questo il loro scopo.
L’obiettivo di questi sistemi è tradurre in maniera semplificata le informazioni contenute nella tabella nutrizionale per renderle più accessibili alle fasce della popolazione più a rischio da un punto di vista nutrizionale, come persone di fasce socio-economiche disagiate o a bassa scolarizzazione (su cui si sono rivelate particolarmente efficaci nei test francesi), ma anche bambini (un esperimento è in corso in Perù in questo senso) e stranieri.
Comunque, proprio in virtù del loro status di eccellenza tradizionale tutelato a livello europeo (Dop, Igp, ecc), si può scegliere di escludere questi prodotti dall’etichettatura nutrizionale a semaforo: non dimentichiamo che si tratta di un’etichettatura volontaria e non c’è alcun obbligo di adottarla.

ezio
ezio
Reply to  MASSIMO ACCIARRI
6 Dicembre 2017 12:16

Se voi foste i responsabili del marketing di un’azienda produttrice di dolciumi (grassi e zuccheri), o di wurstel/mortadella/gorgonzola, oppure di bevande e succhi di frutta classici (poca frutta e molto zucchero), proporreste l’indicazione “volontaria” con semaforo rosso in bell’evidenza sull’etichetta dei vostri prodotti?
Mentre se foste i colleghi produttori di alimenti dietetici ed integrali, succhi puri di frutta, bevande a zero calorie, wurstel e finti salumi stile vegano, ecc.. vi rifiutereste di indicare in etichetta un bel semaforo verde?
Ergo, ci saranno solo etichette verdi e verdine in commercio, mentre i veri assenti saranno solamente quei responsabili del marketing, che non vorranno perdere il posto di lavoro danneggiando volontariamente le loro aziende, esponendo un colpevole semaforo rosso in etichetta.
Ai posteri l’ardua sentenza.

Roberto La Pira
Reply to  ezio
6 Dicembre 2017 13:05

Il ragionamento da fare è leggermente diverso. La tabella nutrizionale e quella degli ingredienti fornisce già queste informazioni in forma non elaborata. Il semaforo le decodifica. Chi non vuole aggiungere il semaforo vuol dire che automaticamente si qualifica. La Coca-Cola ad esempio avrà quattro colori a seconda del tipo di lattina.

ezio
ezio
Reply to  MASSIMO ACCIARRI
6 Dicembre 2017 17:47

Il volontarismo permette di sfuggire vanificando l’opera, l’obbligo richiede autorevolezza, armonizzazione e non soggettività.
Vedremo cosa prevarrà nell’Europa del mercato unico.

Gabriele
Gabriele
5 Dicembre 2017 14:23

Sulla Coldiretti la mia l’ho espressa senza tema sia in quell’ammasso di parassitismo televisivo che è Affari Vostri ( cosa che mi ha fatto bannare dagli autori ) e sia in quell’ottimo programma che è Geo che anche con le migliori e buone intenzioni gli capita, diverse volte, di cadere nella trappola della “cattiva informazione”. Quello che dice la Coldiretti è il contrario di quanto io faccia.
Ciò scritto ritengo che per eliminare i dubbi, o almeno provare ad eliminarli, BISOGNA CAMBIARE POLITICHESI E POLITICA.
A buon intenditor poche parole.

Costante
Costante
5 Dicembre 2017 23:56

Inutile che mi ripeta su Coldiretti, e chi l’appoggia e ne viene appoggiato colpevolmente a livello governativo. Concordo pienamente con l’articolo e con i commenti.
Aggiungo: Continuiamo a farci del male !!!