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Orticaria, sintomi gastrointestinali e anafilassi sono i segni distintivi delle allergie

Le allergie alimentari sono in aumento, ma non al punto da giustificare la proliferazione di nuovi test diagnostici, peraltro inaffidabili. Non usa mezzi termini la Società Italiana di Allergologia e Immunologia Clinica per porre un argine alla diffusione di presunti approcci mirati a scovare allergie e intolleranze alimentari. Il trend risulta in crescita rispetto al passato, e non soltanto in Italia, ma è forte il sospetto che dietro questo eccesso diagnostico si celi l’impiego di metodiche mai validate sul piano scientifico (vedi tabella sotto).

Gli allergeni
Ogni anno sono circa quattro milioni gli esami fasulli eseguiti in Italia

L’occasione per fare il punto è stato un convegno organizzato dalla Società scientifica italiana nel padiglione austriaco di Expo (leggi il pdf) dove è stato presentato anche un vademecum. Si è partiti da una fotografia della realtà: in Italia sono poco più di due milioni le persone allergiche ad alcuni composti presenti negli alimenti. Gli allergeni  più pericolosi per i bambini sotto i tre anni risultano essere il latte e le uova. Più in là nel tempo alla lista si aggiungono nocciole e arachidi, cereali (soprattutto grano, mais e avena), frutta e soia. Arachidi, pesce, molluschi e crostacei, nocciole e frutta a guscio sono invece responsabili della maggior parte  delle reazioni allergiche ad alimenti negli adulti. Diverse le possibili cause di questa aumentata prevalenza: dall’introduzione nella dieta di cibi appartenenti ad altre culture alla progressiva riduzione dei tassi di adesione all’allattamento al seno. Secondo gli esperti, però, il vero problema è rappresentato da quasi otto milioni di persone sane che, per un condizionamento psicologico, imputano un proprio malessere a un alimento. Sono soprattutto loro a rifugiarsi nella diagnostica “fai-da-te” delle allergie e delle intolleranze.

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dopo le prime indagini si valuta il ricorso ai test cutanei (prick test)

Il ricorso a questi test, stando ai dati presentati nel corso del convegno, sta crescendo a ritmi da non trascurare, se ogni anno sono circa quattro milioni gli esami fasulli eseguiti in Italia (costo compreso tra 90 e 400 euro). Totale dello spreco annuo: vicino ai trecento milioni di euro. Una cifra “monstre” che ha convinto gli esperti – ma in passato aveva già preso posizione la Società Italiana di Allergologia e Immunologia Pediatrica – a presentare le prime linee guida per l’interpretazione dei test diagnostici – in fase di pubblicazione su Clinical and Molecular Allergy – assieme a un vademecum per i cittadini e a un documento guida per i ristoratori. «Orticaria acuta, sintomi gastrointestinali e anafilassi sono i segni distintivi delle allergie – afferma Walter Canonica, direttore della clinica di malattie dell’apparato respiratorio dell’Università di Genova e presidente della Società Italiana di Allergologia e Immunologia Clinica -. Oggi, però, basta avere una stanchezza inspiegabile, qualche difficoltà digestiva, mal di testa, dolori alle articolazioni o altri disturbi non facilmente inquadrabili per autodiagnosticarsi un’intolleranza alimentare, prendendo di mira un cibo a caso. C’è perfino chi punta il dito contro una presunta intolleranza quando vede fallire una dieta». A spianare la strada verso questi comportamenti è il ricorso a esami inaffidabili e che segnalano una “positività” nella maggior parte dei casi: dal Vega test al test della forza muscolare, da quello del capello alla biorisonanza, dal test sulle cellule del sangue al riflesso cardiaco auricolare.

stop, latte , allerta
Gli allergeni più pericolosi per i bambini sotto i tre anni sono latte e uova

Tutto ciò accade quando «si hanno a disposizione metodiche diagnostiche raffinate, in grado di individuare con precisione a quale porzione dell’alimento si è ipersensibili  – dichiara Mario Di Gioacchino, ordinario di allergologia all’Università di Chiesti e coordinatore delle linee guida nazionali -. Questi strumenti permettono di dare indicazioni ai pazienti più accurate rispetto al passato. In alcuni casi, per esempio, è possibile consumare un frutto a cui si è allergici togliendone la buccia, oppure un alimento si può mangiare una volta cotto. Tutto dipende dalle proteine coinvolte nell’allergia». L’iter diagnostico comprende un esame accurato della  storia clinica del paziente per identificare il o gli alimenti sospetti. L’istituzione di un diario alimentare permette al medico di associare il consumo di un alimento a un’eventuale reazione. Dopodiché si valuta il ricorso ai test cutanei (prick test), a quelli di provocazione orale (si somministrano dosi crescenti dell’alimento fino allo scatenamento dei sintomi a una dose corrispondente a quella normalmente assunta) o alla somministrazione di una dieta di eliminazione (si escludono dalla tavola gli alimenti “sospetti”). Al bando il “fai-da-te”.

Quanto ai ristoratori, invece, il consiglio è di «prestare attenzione alle contaminazioni nella preparazione, conservazione e nel servizio – chiosa Donatella Macchia, responsabile del servizio per la diagnosi e il follow-up di allergie e intolleranze alimentari all’ospedale San Giovanni di Dio di Firenze -. L’acquisto di materie prime sicure, tracciabili e ben etichettate rappresenta un’ulteriore precauzione».

test alimentari allergie todaro

Fabio Di Todaro
Twitter @fabioditodaro

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Nino
Nino
2 Ottobre 2015 16:16

Non sono stati comunque menzionati test altrettanto inaffidabili ed inattendibili che però vengono ancora rimborsati dai servizi sanitari , quali ad esempio il dosaggio delle IgG specifiche contro gli alimenti. La prescrizione di questo test fortemente consigliata nei laboratori di analisi cliniche ricade sulle finanze pubbliche ed è strano che non sia stata inclusa nell’elenco degli esami a forte richio di inappropriatezza (mentre la colesterolemia sì !). In realtà andrebbero bandite e vietate definitivamente.

Giorgia
Giorgia
10 Ottobre 2015 13:24

Siamo un Paese arretratissimo dal punto di vista culturale scientifico : come il 70 % dei cittadini , anche scolarizzati e laureati, non è in grado di capire una pagina di un testo o le istruzioni di una macchina, così non ha idea di quali siano i principi su cui poggia la scienza …… Da questa massa di analfabeti funzionali o ” di ritorno ” sono pericolosi i giornalisti e coloro che si improvvisano ” politici” , per cui siamo anche vittime di leggi medievali ( proibizione di ricerca su embrioni o ogm…..!) e di informazione del tutto inattendibile ! Sui cibi e alimenti, poi, parlano tutti senza saperne nulla, compresi ” camici bianchi” e professoroni . Tutti questi ” esperti” non hanno nemmeno un’infarcitura di bromatologia, di biochimica o merceologia e si improvvisano ,pure , allergologi. Comunque , l’umanità è sopravvissuta a millenni e millenni di stregonerie , di religioni, favole e miti e io non mi preoccuperei per nulla se le folle di ignoranti vanno a farsi fare test da ignorantoni : fra simili ci si intende !

paolo
paolo
Reply to  Giorgia
11 Ottobre 2015 10:24

lapidaria!

Ezio
Ezio
11 Ottobre 2015 10:58

Giorgia, da chi è in grado di fare giudizi assoluti come lei, ci si aspetta anche qualche proposta e risposta al problema e non soltanto una totale stroncatura a tutto e tutti.
O lei ha avuto grossi problemi irrisolti di allergia, oppure è una super competente addetta ai lavori.
Nel primo caso la comprendiamo e possiamo condividere le sue stroncature, ma se per caso fosse una vera esperta, ci illumini e dia un contributo costruttivo alla discussione.

Giorgia
Giorgia
Reply to  Ezio
11 Ottobre 2015 22:24

Gentile Ezio, non faccio stroncature ( ? ) a tutto e a tutti. Commento il fatto evidenziato che esistono migliaia e migliaia di persone che rifuggono dal ragionamento razionale e dalla informazione scientificamente provata e credono a sciocchezze del tutto fantastiche …… Davo, quindi , la mia interpretazione di questo fenomeno che , lei converrà , è del tutto stupefacente nel terzo millennio ! Da Galilei in poi abbiamo imparato che cosa è la scienza e non dovremmo più credere a favole …. Ovviamente, non ” ho avuto problemi irrisolti di allergia “e posso dire con sicurezza che se cominciassi ad avere sintomi di ” allergia” mi affiderei solo ad un centro di allergologia pubblico con una fama di serietà (……). Sono, invece , un tecnico dell’alimentazione che ha lavorato per più di 30 anni in una clinica universitaria. Caro amico, mai e poi mai mi metterei ad “illuminare” chicchessia : non reputo serio usare questo mezzo per insegnare nulla a nessuno ; credo che sono altre le sedi dove si “impara” e dove si fa’ educazione sanitaria e alimentare. Per questo concludevo la mia piccola nota con un’osservazione pessimistica che ribadisco : siamo un popolo che rifugge dalla cultura e dall’uso moderno della ragione. Forse, perché da moltissimo tempo siamo adusi ad avere a che fare con istituzioni oscurantiste , pervasive e “antiquate” che affliggono soprattutto le agenzie pedagogiche che si preoccupano dei giovani! D’altronde, nessun ignorante che va a farsi fare test fantascientifici si convincerà mai ascoltando qualche frasetta razionale : ormai è molto comune pensare che la scienza universitaria , clinica ” ufficiale” ( ?!? ) sia “cattiva” e le bestialità che circolano sul web siano “verità “….. Ripeto che questo non farà morire nessuno e da’ da mangiare anche ai ciarlatani, il che è positivo :-)) .

ezio
ezio
11 Ottobre 2015 11:30

Al relatore dell’articolo segnalo per l’ennesima volta, come fatto ogni volta che si discute di allergie ed intolleranze alimentari, che le due problematiche sono molto diverse e l’approccio dietetico e medico è molto differente.
Nel caso delle allergie c’è una risposta immunitaria e quindi il test è di pertinenza medica strumentale dello specialista allergologo. Nel caso delle intolleranze alimentari non c’è risposta immunitaria ma “solamente” difficoltà metaboliche nella digestione ed assimilazione di alcune frazioni di alimenti.
Mentre nel caso delle allergie è scientificamente provata ed analizzabile la reazione immunitaria, nel caso delle intolleranze alimentari la diagnosi è molto più complessa e soggettiva, quindi meno “scientifica”, anche per l’apparato medico istituzionale.
Ecco perché ci sono risposte diversificate alle necessità diagnostiche e molte di queste sono sperimentali ed empiriche, ma finché non avremo una risposta esaustiva dalla scienza ufficiale, ogni tentativo può essere un contributo più o meno efficace alla soluzione individuale del problema.
Non continuiamo a bruciare le streghe, perché il medioevo e finito e la medicina energetica è una realtà scientifica provata dalla ricerca di diversi Nobel della fisica e della chimica, da una cinquantina d’anni.

Piergiorgio
Piergiorgio
12 Ottobre 2015 16:04

Mi spiegherebbe, gentilmente, il legame logico-sintattico tra queste due affermazioni contenute nell’articolo: “è forte il sospetto che dietro questo eccesso diagnostico si celi l’impiego di metodiche mai validate sul piano scientifico” e “ogni anno sono circa quattro milioni gli esami fasulli eseguiti in Italia (costo compreso tra 90 e 400 euro). Totale dello spreco annuo: vicino ai trecento milioni di euro.”
A casa mia il sospetto non è un dato scientifico, il fatto che una determinata metodica non sia stata validata scientificamente non significa che non lo possa invece essere né tantomeno che sia fasulla, e sullo spreco dei soldi andrei a domandare a chi ha risolto i propri problemi di salute.

Paola Trombetti
Paola Trombetti
13 Ottobre 2015 12:45

Non sarà validato dalla comunità scientifica ufficiale, ma il test di biorisonanza (MORA test) mi ha permesso di scoprire quale fosse l’origine dei disturbi gastrici molto intensi, molto frequenti e molto invalidanti di cui soffrivo, in quanto ha individuato in maniera inequivocabile una decina di cibi a cui ero intollerante. E’ stato sufficiente togliere i suddetti alimenti dalla mia dieta per un periodo di tempo molto prolungato (più di un anno) per liberarmi completamente e definitivamente di tutti i sintomi che mi tormentavano, definitivamente significa anche dopo averli reintrodotti nella mia alimentazione. Chiedo inoltre all’autore dell’articolo a quali sprechi si riferiscai, visto che l’esame di cui parlo, come tutte le metodiche “non validate scientificamente” non è previsto all’interno delle prestazioni erogate dal sistema sanitario nazionale, e visto anche che quelle previste sono ben lungi dall’essere gratuite: alcuni tickets somigliano molto a profuamate parcelle private che a un semplice contributo del cittadino alla spesa sanitaria.

fabio
fabio
Reply to  Paola Trombetti
16 Ottobre 2015 08:54

perdoni la domanda, ha individuato, eliminato e poi reintrodotto nella sua dieta gli alimenti cui era “in maniera inequivocabile” intollerante ed ora non ha più alcun fenomeno?

nino
nino
Reply to  Paola Trombetti
18 Ottobre 2015 19:41

Mi chiedo quali problemi di salute abbiano risolto test completamente destituiti di qualsiasi validità scientifica. Nella mia attività di medico di medicina generale quasi quotidianamente vengo a conoscenza di persone che si affidano a queste stregonerie , alcune delle quali pagate con denaro pubblico (tipo le IGG sieriche) che hanno semmai presentato problemi di salute : calo ponderale, carenze alimentari, caduta dei capelli, astenia) per essersi privati di essenziali nutrienti ( ad esempio carboidrati) . Inoltre a me non risulta che quacuno abbia risolto qualche sia pur lieve problema digestivo. Quando si testa l’efficacia di un farmaco la dimostrazione scientifica non consiste nel fatto che il farmaco sia efficace in assoluto, ma che , rispetto al placebo, mostri un’attività significativamente superiore sul paramentro di riferimento (ad esempio pressione colesterolemia etc.). Questo significa , in soldoni , che il placebo, ovvero la compressa di farina, è efficace ! Ma lo è meno del farmaco. Completamente d’accordo con l’analisi di Giorgia: purtroppo l’oscurantismo pervade questo paese in modo assolutamente sottovalutato dalle istituzioni . Finchè sarà così non vedo un grande futuro per noi tutti.