Pesca sostenibile e tracciabilità, sono le nuove informazioni che si trovano sulle scatolette di tonno Mareblu. Dopo le numerose campagne condotte dalle associazioni ambientaliste e da gruppi di ricercatori sulle criticità della fauna marina, l’azienda ha deciso di intervenire impegnandosi a migliorare cinque elementi di rilievo nella filiera del prodotto.

1.    Metodo di cattura: entro il 2016 la totalità del tonno utilizzato sarà pescato solo con imbarcazioni che effettuano la tradizionale pesca con canna (Pole&Line) o con reti a circuizione, senza uso di sistemi di aggregazione (FADs: oggetti galleggianti che attirano i tonni e non solo).

2.    Catture accessorie accidentali di altri pesci: dimezzare il valore attuale del 10% entro il 2013 e arrivare al 3% l’anno succesivo. Tra le catture indesiderate ci sono esemplari troppo giovani di tonno, squali, mante, a volte tartarughe e delfini, e altre specie anche a rischio estinzione.

3.    Tonno “pulito”: entro il 2012 introdurre sul mercato italiano un nuovo prodotto completamente sostenibile, il tonno Skipjack pescato con la canna (metodo Pole&Line).

4.    Trasparenza delle etichette: sull’esterno della confezione saranno presenti numerose informazioni aggiuntive rispetto a quelle previste per legge, per dare al consumatore la possibilità di fare una scelta ragionata.

5.    Salvaguardia delle varietà a rischio e supporto alle riserve marine. La pesca intensiva ha causato un’importante diminuzione della popolazione di numerose specie, comprese alcune varietà di tonno come quello rosso (Thunnus thynnus),  e l’obeso (Thunnus obesus). L’unica soluzione è non utilizzare queste specie, in attesa che si ripopolino, salvaguardando il loro ambiente con la creazione di riserve marine.

Mareblu dichiara che l’intera campagna non è una mera azione di green-washing (ripulirsi la coscienza in chiave ecologico), quanto piuttosto l’adozione di misure che tutelano l’ambiente ma, prima di tutto, la stessa industria ittico-conserviera.

La nuova etichetta di tonno Mareblu si può considerare una vera carta di identità con notizie preziose sulla materia prima. Il consumatore infatti trova, in aggiunta a quanto previsto per legge, le seguenti indicazioni:

• nome  scientifico della specie (es. Thunnus Albacares)

• nome comune della specie (es. tonno pinne gialle)

• zona geografica di pesca e codice dell’area FAO (es. Oceano Indiano, Area FAO 51)

• metodo di pesca (es. reti a circuizione)

Legambiente dopo un’accurata analisi ha accettato di diventare partner dell’azienda, mentre Greenpeace che aveva già denunciato l’insostenibilità della pesca del tonno con la campagna “Tonno in trappola”, ha apprezzato il lavoro condotto sulla filiera da Mareblu. Adesso la palla passa ai consumatori, che con i loro acquisti decideranno se premiare questi comportamenti.

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Francesco
Francesco
19 Marzo 2012 19:52

Molto interessante per un prodotto critico come il tonno la tracciatura è un’informazione indispensabile.

rocco
rocco
24 Marzo 2012 15:29

grazie per le informazioni;mi è capitato di non trovare sulla scatoletta del tonno il luodo dove è stato prodotto,è possibile? nel dubbio l’ho rimessa nello scaffale del supermercato.