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Il tè è una delle bevande calde preferite dai consumatori. Per questo il magazine francese 60 Millions des consommateurs ha portato in laboratorio 16 confezioni di Earl Grey (tè nero al bergamotto) e 10 di tè verde alla menta, le varietà più vendute nei supermercati francesi. Dalle analisi è emersa una presenza diffusa di contaminanti, naturali e anche artificiali, che non risparmia le marche più famose.

I  tè neri aromatizzati al bergamotto giudicati migliori sono il marchio francese di alta gamma Mariage Frères e, a pari punteggio, Auchan Bio. Seguono altre due referenze da agricoltura biologica, quelle a marchio Palais des Thés e Terra Etica, da commercio equo solidale. Il test ha penalizzato i famosi marchi Twinings e Lipton, che a causa dell’elevato contenuto di alcaloidi si piazzano in fondo alla classifica. Anche tra i tè verdi alla menta le referenze biologiche si confermano tra le migliori del test. In prima posizione si piazza la proposta biologica a marchio U Bio, della catena Système U, seguito da Lipton, che ottiene un risultato opposto rispetto all’Earl Grey, a pari punteggio con altri due prodotti biologici, Luv Organic e Ethiquable.

I tè biologici contengono in media meno pesticidi rispetto a quelli da agricoltura convenzionale

Le sostanze benefiche contenute nel tè sono i polifenoli, molecole dagli effetti antiossidanti. Tuttavia, non tutte le bustine ne contengono la stessa quantità. Quelli verdi hanno un livello più elevato rispetto a quelli al bergamotto (Earl Grey). La rivista ha valutato anche la presenza delle sostanze antiossidanti nell’acqua durante l’infusione e ha riscontrato che il 40% dei polifenoli per il tè nero e il 50% per quello verde si ritrovano nella bevanda pronta da bere.

Per quanto riguarda i pesticidi, i prodotti biologici hanno un contenuto inferiore rispetto a quelli ricavati da agricoltura convenzionale, anche se la differenza è più marcata per il tè nero, dove le referenze bio hanno in media livelli 3,4 volte più bassi di queste sostanze. In entrambe le categorie, le referenze meno contaminate, contenevano comunque tracce di almeno un pesticida. Il caso più eclatante riguarda una confezione di Earl Grey, lo Yin Zhen Damman Frères, con 17 composti.

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Lipton e Twinings sono tra i peggiori Earl Grey del test per gli alti livelli di alcaloidi pirrolizidinici

Il test ha preso in considerazione anche metalli pesanti, come cadmio, mercurio e arsenico. Nei tè analizzati, nessuna di queste sostanze supera i limiti di legge. I contaminanti pirrolizidinici (alcaloidi prodotti da alcune piante infestanti) sono un problema perché possono contaminare le foglie di tè e poi l’infuso. I livelli più alti di alcaloidi sono stati riscontrati nell’Earl Grey Lipton, mentre altre cinque confezioni contenevano contaminanti in misura inferiore. I tè verdi, invece hanno mediamente livelli tre volte più bassi di alcaloidi.

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Mario
Mario
2 Dicembre 2017 11:22

Articolo molto interessante. Se posso chiedere, cambiando prodotto, dato che consumo quotidianamente latte fresco parz scremato, potreste fornire qualche dato sulla qualità dei diversi tipi e delle diverse mrche di latte?
Grazie e cordiali saluti