Una Carta di impegni concreti contro lo spreco
alimentare. Si chiama Carta Spreco Zero e l’hanno firmata a Trieste Next (primo Salone europeo dell’innovazione e della ricerca scientifica), 110 sindaci del Nord Est, oltre ai presidenti delle regioni Friuli Venezia Giulia e Veneto (Renzo Tondo e Luca Zaia) e agli amministratori dell’Anci, Associazione nazionale comuni virtuosi.

 

«La carta propone dieci azioni che possono essere messe in campo subito, a costo zero» spiega Andrea Segrè, preside della facoltà di agraria dell’Università di Bologna e fondatore di Last Minute Market, promotore dell’iniziativa e della discussione che ha portato all’approvazione di una Risoluzione dell’Unione europea su come evitare lo spreco di alimenti. 
«Lo spreco alimentare rappresenta un importante costo sociale, economico e ambientale. Un fenomeno paradossale in un forte momento di crisi, e in un momento in cui bisogna cominciare a porsi seriamente il problema di come aumentare la produzione di alimenti, per nutrire i 9 miliardi di persone che abiteranno la Terra nel 2050» ha affermato Segrè durante la cerimonia della firma. «Per questo Last Minute Market già nel 2010 ha presentato al Parlamento europeo una Dichiarazione congiunta contro lo spreco dichiarazione, che si poneva l’obiettivo concreto di ridurre il fenomeno del 50% entro il 2025».

 

Da quella dichiarazione è nata una discussione in sede parlamentare che ha portato infine a una risoluzione ufficiale. «Il documento contiene indicazioni che potrebbero già essere applicate» spiega l’economista bolognese. «E allora perché non farlo subito sul territorio, con l’aiuto delle istituzioni locali, in attesa che i singoli stati membri recepiscano la risoluzione?». 

 

La proposta di Segrè ha trovato ampio riscontro tra gli amministratori del Nord Est, che hanno dunque deciso di lavorare concretamente per l’obiettivo “Spreco Zero”. La firma siglata ieri li impegna a una serie di azioni precise. Eccole:

– Condividere e promuovere la campagna Un anno contro lo spreco, per sensibilizzare l’opinione pubblica sul valore positivo del cibo e dell’alimentazione e sulle conseguenze dello spreco alimentare. 

Sostenere tutte le iniziative che recuperano, a livello locale, i prodotti rimasti invenduti e scartati lungo l’intera catena agroalimentare, per ridistribuirli gratuitamente alle categorie di cittadini al di sotto del reddito minimo. 
– Modificare le regole che disciplinano gli appalti pubblici per i servizi di ristorazione e di ospitalità alberghiera, in modo da privilegiare le imprese che garantiscono la ridistribuzione gratuita a favore dei cittadini meno abbienti e che promuovono azioni concrete per la riduzione a monte degli sprechi (per esempio scegliendo alimenti prodotti il più vicino possibile al luogo di consumo).

 

– Istituire programmi e corsi di educazione alimentare, di economia ed ecologia domestica per rendere il consumatore consapevole degli sprechi di: cibo, acqua ed energia e dei loro impatti.
– Adottare come orizzonte di lungo periodo lo “Spreco Zero”, attraverso il controllo e la prevenzione di tutte le attività pubbliche e private che implichino la gestione di cibo, acqua, energia, rifiuti, mobilità, comunicazione.

 

– Confrontare, condividere, valutare e mettere in rete le buone pratiche finalizzati a prevenire lo spreco alimentare, costituendo anche una rete di enti territoriali a spreco zero.

– Promuovere a livello politico nazionale la discussione su alcuni temi fondamentali quali la regolamentazione delle vendite scontate di prodotti vicini alla scadenza e la semplificazione delle diciture per la scadenza nelle etichette (la proposta è di indicare due date, una per la scadenza commerciale, oltre la quale il prodotto non si può più vendere, e una per la scadenza di consumo). 

da Trieste Valentina Murelli

 

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