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Capita di frequente che il rischio percepito dai consumatori nell’ambito alimentare non corrisponda al rischio sanitario reale. Questa percezione sbagliata genera sfiducia e porta anche a sottovalutare i rischi reali legati alla sicurezza alimentare. La maggioranza delle persone ad esempio si preoccupa dei contaminanti chimici presenti nel cibo come la diossina, ma tende a sottovalutare i rischi microbiologici causati da errati comportamenti in cucina. Il Ministero della salute ha deciso di migliorare la comunicazione verso i cittadini convocando le associazioni dei consumatori e dei produttori, con il fine di individuare obiettivi e possibili provvedimenti da prendere per mettere in piedi un sistema di comunicazione del rischio efficace.

Tra i tanti obiettivi del Ministero spiccano la necessità di evitare che si diffondano notizie incontrollate in grado di generare allarmismo e di spiegare ai consumatori che il “rischio zero” non esiste. Per raggiungere lo scopo è necessario attuare una comunicazione chiara e comprensibile, priva di inutili tecnicismi e, soprattutto, tempestiva e puntuale. È importante che il sistema sia organizzato e collaudato nella quotidianità, e non venga allestito in modo improvvisato  solo nei casi di emergenze e allerta alimentare.

Il Ministero della salute vuole migliorare la comunicazione del rischio nell’ambito della sicurezza alimentare

Il Ministero ha individuato diverse aree di intervento a cominciare dal miglioramento del sito internet, oltre che ritenere opportuno diversificare i mezzi e gli stili di comunicazione a seconda della popolazione da raggiungere. Per esempio vanno bene brevi video sui social network per i più giovani, mentre sono da preferire i classici spot televisivi per le popolazioni e le famiglie. Altri possibili metodi sono campagne di informazione specifiche in estate sulle regole per il barbecue, oppure  schede pratiche per ridurre il rischio sanitario in cucina.

Insomma, sono tanti e molto apprezzabili gli impegni presi dal Ministero della salute per rendere la comunicazione del rischio più chiara ed efficace. Si tratta di un miglioramento necessario se pensiamo che il Ministero ha iniziato solo a febbraio 2017 (doveva farlo un mese prima) a pubblicare gli avvisi di richiamo dei prodotti alimentari e questo tipo di informazione avviene sempre con un certo ritardo. Oppure pensiamo alla gestione fallimentare dello scandalo fipronil, con il primo comunicato ministeriale pubblicato  due settimane dopo l’inizio dell’emergenza e del tam-tam mediatico. La speranza è che questi impegni non rimangano solo sulla carta.

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