Un allevatore o un pescatore tiene in mano un salmone

salmone-ogmIl salmone geneticamente modificato per crescere di più e più in fretta, dell’azienda statunitense AquaBounty Technologies, potrà essere commercializzato per il consumo umano. La decisione, che ha richiesto cinque anni di approfondimenti da parte della FDA, è stata annunciata nei giorni scorsi, e sembra porre un punto fermo a una storia che dura da un quarto di secolo. Ma probabilmente la realtà sarà diversa, perché molti gruppi di consumatori e di ambientalisti e parte del corpo accademico statunitense sono già sulle barricate.

In estrema sintesi, il super salmone è stato realizzato circa 25 anni fa da un gruppo di ricercatori canadesi, e il brevetto è stato acquistato, pochi anni dopo, dalla Aqua Bounty, oggi posseduta da Intrexon Corp (le cui azioni hanno fatto un balzo, il giorno stesso dell’annuncio della FDA, del 7,3%). Si tratta di un salmone dell’oceano Atlantico con un gene del salmone del Pacifico, che conferisce una crescita più rapida, più un gene di un altro pesce oceanico che assicura il raggiungimento di una taglia più grande. Gli esemplari, che saranno allevati in bacini dislocati a terra, in Canada e a Panama (non negli Stati Uniti), saranno tutti femmine sterili. In questo modo si dovrebbero evitare fughe in mare aperto e, quand’anche ciò avvenisse, non sarebbe possibile la riproduzione dei salmoni geneticamente modificati.

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I salmoni gm saranno tutti femmine sterili

I produttori di alimenti riceveranno specifiche linee guida per imparare a distinguere il super salmone da quello normale, e potranno indicarne volontariamente la presenza nei loro alimenti. I consumatori non saranno in alcun modo avvisati, perché le regole emesse dalla FDA non prevedono l’obbligo di indicazione in etichetta (la motivazione è che dal punto di vista nutrizionale, non ci sono variazioni rispetto al salmone di allevamento).

Proprio su quest’ultimo punto, i consumatori e gli ambientalisti sono perplessi, e hanno annunciato iniziative di vario tipo, compresa la presentazione di una legge federale per bloccare l’introduzione in commercio del salmone AquaBounty, il cui nome dovrebbe essere AquAdvantage. Oltretutto –  fanno notare in molti – anche se i produttori di alimenti che contengono salmone possono distinguere la provenienza, nessuna legge li obbliga a specificare l’impiego di supersalmone e in questo modo il consumatore non sarebbe informato sul tipo di pesce  utilizzato.

Per prevenire il crollo indiscriminato delle vendite, diverse catene della grande distribuzione hanno fatto sapere che non venderanno AquAdvantage in nessuna forma; tra queste Kroger Co, Trader Joe’s, Whole Foods Market e Target Corp, che ha già eliminato, nel 2010, il salmone allevato, decidendo di vendere solo quello selvatico.

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Diverse catene della grande distribuzione non lo venderanno

Non tutti sono preoccupati, anzi. William Muir, docente di genetica della Purdue University, e tra i firmatari, insieme ad altri 79 accademici, nel 2014, di un appello al Presidente Barack Obama per l’autorizzazione del salmone gm, ha sottolineato come i mari siano ormai esausti, come sia indispensabile trovare fonti diverse di salmone (e non solo), e come non vi sia, al momento, alcuna prova di eventuali rischi per la salute umana o per l’ambiente associati al super salmone.

Alcuni esponenti della FDA hanno sottolineato che il processo di revisione dei dati è stato uno dei più lunghi della storia dell’Agenzia, proprio perché, trattandosi di una situazione del tutto nuova, l’ente ha deciso di eseguire tutti i controlli possibili. Ma i controlli si fanno sui dati esistenti – questa la critica mossa da anni da chi si oppone – di fatto, per quanto riguarda la salute umana, non ce ne sono. Non a caso Joe Pery, ex dirigente dell’EFSA, ha detto che l’Agenzia europea non avrebbe mai concesso il via libera in questa condizione di assenza di dati.

Dal canto suo, l’associazione britannica Friends of the Earth, ha fatto sapere che in lista d’attesa presso la FDA vi sono ben 35 specie di pesce e svariate altre di ovini, bovini e suini geneticamente modificati, la cui approvazione potrebbe risultare ora accelerata, dopo l’ok al super salmone. Significativamente, la FDA non vuole dire se ci sono richieste pendenti in questo senso, ma con ogni probabilità è così, anche perché le sperimentazioni sono state fatte per molti anni.

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Andrea
Andrea
21 Novembre 2015 10:04

Se facevo migliaia di incroci andava bene, se ho preso i geni esatti invece no? Di preciso quale potrebbe essere il problema di un salmone gm?

Filippo
Filippo
Reply to  Andrea
23 Novembre 2015 11:25

Non c’é nessun problema, basta che sia evidente in etichetta, al pari del luogo dell’origine/produzione, del fatto che sia allevato piuttosto che pescato in mare, ecc… Tutte le informazioni relative al prodotto devono essere in etichetta, affinché ognuno possa scegliere ed essere consapevole di quello che mangia.

Davide Amato
Davide Amato
22 Novembre 2015 14:03

In america non è presente il principio di precauzione, e le norme di etichettatura sono diverse da quelle vigenti in europa. non solo per questo salmone, ma per tutti i prodotti GM non c’è l’obbligo di riportarne la natura in etichetta. A questi “spietati” mostri di scenziati si muovono COSTANTEMENTE le solite critiche:
-non ci sono prove della sicurezza totale dell’alimento anche a lungo termine: 25 anni di ricerche per assicurarsi che non ci siano problemi mi paiono abbastanza.
-la certezza che il salmone gm non “inquini” col suo dna, il dna puro e sacro fatto da madre natura: produzione di sole femmine sterili
-scienziati pagati dalle stesse aziende che producono gli OGM: allora non fidiamoci di nessuno, anzi, solo degli onesti, di quelli che non vengono pagati. fidiamoci dei disoccupati, anzi ancora meglio fidiamoci di chi non ha studiato, di chi non ha mai letto un libro di genetica che sicuramente dice la verità.
In italia invece siamo affezionatissimi al principio di precauzione: finchè non mi assicuri al 100% che un prodotto non faccia male, anche se ne mangio tonnellate, anche se ne mangio tutti i giorni, anche se ne faccio un uso spropositato, allora non me lo puoi mettere in commercio. Magari un giorno vieteranno l’acqua in bottiglia, gli spaghetti, la passata di pomodoro e il pane.
E quindi via, dai, mangiamo il salmone pescato, mangiamoci il pesce che si nutre di plastica e mercurio, perchè cambiare? I fiumi sono esausti? i mari si spopolano? ma che ce ne frega, basta che non sia OGM!

Il mio commento non è una critica all’articolo, che descrive e riporta solo i fatti. Son felice dell’esistenza di questo sito e dei dibattiti che emergono nei commenti. Vorrei chiarire la mia posizione. Non credo che l’ogm sia totalmente esente da pericolo, perchè i fattori in gioco sono tanti, e alcuni subentrano così a lungo termine da non riuscire a vederli. Ma credo anche che quando ci si trova ad adottare un sistema non sostenibile, bisogna cambiare, bisogna osare, anche a costo di sbagliare e poi tentare di rimediare.
Non possiamo continuare così, sia in agricoltura che nella pesca. Tra un potenziale pericolo ed una condanna certa alle generazioni future, preferisco la prima, tutto qui.

Roberto La Pira
Reply to  Davide Amato
23 Novembre 2015 16:41

La domanda da fare è a chi servono mais, soia e salmoni GM?

vincenzo
vincenzo
Reply to  Davide Amato
23 Novembre 2015 17:36

@Davide Amato, faccio alcune osservazioni:

– il principio dovrebbe valere allora per qualsiasi alimento, visto che tutto quello che mangiamo ha subito delle modificazioni (incroci, radiazioni, etc.). Fosse così ora non mangeremmo nemmeno i pomodori pachino.

– “inquinare col DNA” non significa niente e non ha alcun fondamento scientifico, serve solo a spaventare chi legge.

– “fidiamoci solo di quelli che non vengono pagati”. Mi chiedo in che mondo lei viva. Un ricercatore è un lavoro e non esiste gente che lo fa gratis, anche se ci fosse non avrebbe certo i mezzi per fare ricerca da solo.

E’ corretta ed interessante la questione posta da La Pira, ma le sue critiche sinceramente hanno poca valenza.

Rino
Rino
23 Novembre 2015 13:37

non e’ solo una questione di etichetta anche se FDA o altri organi di pseudo controllo asseriscano che “al momento non ci sia alcuna prova di eventuali rischi per la salute umana e ambientale” non è detto che non ce ne siano in futuro, e non abbiamo idea oggi di quale portata.
Questo nella migliore delle ipotesi escludendo che FDA sia in cattiva fede (facile che lo sia invece) quindi i rischi oltre che futuri potrebbero riguardare anche il presente.

Simone
Simone
Reply to  Rino
23 Novembre 2015 15:52

Senza la minima vena di polemica. Mi faresti qualche esempio di possibile rischio per la salute umana, diverso dall’assunzione di qualsiasi tipo di DNA di una specie “naturale” linea pura o ibrida?

luigi
luigi
23 Novembre 2015 14:44

preoccupatissimo…

Roberto
Roberto
23 Novembre 2015 15:27

C’è comunque un altro aspetto che non viene mai preso in considerazione: se cresce più rapidamente e diventa più grande di un salmone normale, a meno che l’allevatore non abbia fatto un corso da prestigiatore, penso sia plausibile pensare che vada alimentato molto, molto di più…con che cosa? altro pesce? mangimi?
Non diventerà un equivalente delle frisone per il latte, dove per mantenere gli standard produttivi, gli si dà di tutto tranne che quello che dovrebbe mangiare un ruminante, cioè l’erba? (e poi giù a lamentarsi della crescita delle intolleranze al lattosio…)

Simone
Simone
Reply to  Roberto
23 Novembre 2015 16:55

Raggiungono la “taglia” in tempo minore, ciò non significa mangiano il doppio, l’innesto genico serve ad aumentare il coefficiente di conversione, quindi a parità di mangime è minore lo scarto e maggiore il peso di nutrienti trasformato in tessuti dal pesce.
Ma lo sapete che la maggior parte delle trote (salmonidi) d’allevamento sono triploidi? sono GM anche loro, semplicemente si ottengono con una metodica (shock pressorio dell’uovo) che non le fa classificare come OGM dal punto di vista legislativo.

roberto
roberto
24 Novembre 2015 12:14

Premetto che non sono un genetista, ma ho dei dubbi su quanto dici. Un triploide, da quello che ho capito, i vantaggi di accrescimento li ottiene per la perdita degli organi sessuali. Banalmente (correggimi se sbaglio), viene convertito in peso tutta quell’energia normalmente spesa per la lotta per la riproduzione. Infatti sono animali sterili e comunque non c’è manipolazione genetica così come è intesa nelle discussioni in corso. Non c’è soprattutto quello che rimane, almeno per me, una delle ragioni principali che dovrebbero indurre alla cautela nell’applicazione di queste tecnologie, cioè l’introduzione di geni estranei alla specie manipolata.
Geneticamente modificato e transgenico non sono la stessa cosa.

Simone
Simone
Reply to  roberto
24 Novembre 2015 15:09

Hai detto tutte cose corrette, in un caso aggiungi 40 geni, nell’altro 2…con dinamiche diverse ottieni lo stesso risultato, aumentare il coefficiente di conversione, a parità di input un aumento dell’output. Un gene è una sequenza di basi, per altro geni provenienti dalla stessa famiglia in questo caso (Salmonidae). Noi non assimiliamo DNA, non abbiamo plasmidi, ma lo degradiamo e scomponiamo.
Su cosa hai dubbi?
Tutti i transgenici sono GM, non tutti i GM sono transgenici. Semplicemente non concordiamo sul fatto che la differenza sia sostanziale dal punto di vista catabolico dopo l’assunzione di questi come alimento.

ezio
ezio
2 Dicembre 2015 11:52

Molte disquisizioni tecniche senza il minimo senso di precauzione e rispetto per una corretta informazione al consumatore.
Un invito a Davide Amato che conclude:
“Non possiamo continuare così, sia in agricoltura che nella pesca. Tra un potenziale pericolo ed una condanna certa alle generazioni future, preferisco la prima, tutto qui”.
Molto condivisibile che non possiamo continuare così, ma persone, prima che scienziati cercano una soluzione migliore e non un terno al lotto sulla salute e benessere dei propri figli e nipoti.
Tra due possibilità incerte e potenzialmente negative, meglio concentrarsi sul miglioramento e correzione delle condizioni attuali, sia per le condizioni del mare, della terra, della pesca, di tutti gli allevamenti e delle colture.
La ricerca che riesce a modificare in laboratorio la genetica di animali e vegetali, figuriamoci se non riesce a preservare, gestire e produrre con la migliore qualità e resa tutte le specie esistenti, che hanno costruito il nostro patrimonio genetico in millenni di adattamento evolutivo!!
Basta ridurre il tenore di arroganza, mantenere una buona memoria ed incentivare il rispetto.

marco
marco
2 Dicembre 2015 12:29

@Davide Amato , 3 “semplici commenti da chi non ha studiato genetica”

1) “pretendo” il diritto di essere informato e di poter scegliere seguendo diverse mie sensibilità (e non sempre si tratta solo di preoccupazioni/attenzioni alimentari) e non essere obbligato tramite”oscurantismo” dalle scelte fatte di chi ha sensibilità diverse dalle mie
2) “la medicina” non è una scienza certa e 25 anni rispetto ai tempi relativi alla ns evoluzione sono nulla, anche per la genetica. Se proprio voglio/devo osare e sperimentare , personalmente, preferirei sperimentare e osare su altre attività….
esempio….: non vado a cercare il supersalmone per evitare il pesce che si è nutrito con la plastica….
cerco di ridurre il problema a monte non a valle …..
3) ci sono strade alternative e quella del ……”finiranno tutti i salmoni ..come faremo a nutrire il pianeta… creiamo anche le supervacche e i super uccelli” ….
.alla fine mi aggiungo al commento di La Pira … ma siamo sicuri che servono davvero a nutrire il pianeta e non ad accrescere qualche altro fattore di moltiplicazione!?…
e su questo aspetto occorrerebbe leggere altri libri/trattati differenti dalla genetica ……ad ognuno il suo…(purtroppo spesso ristretto) punto di vista ……

come in tutte le questioni della vita ..alla fine si tratta “di politica”.. di scelte…e se il sistema diventa insostenibile …..le soluzioni praticabili non sono solo quelle genetiche