Il programma comunitario “Frutta nelle scuole” (introdotto dal regolamento (CE) n.1234/2007 del Consiglio del 22 ottobre 2007) mira ad aumentare il consumo di frutta e verdura da parte dei bambini e incoraggiare abitudini alimentari più corrette ed equilibrate. In una fase della vita molto importante per gettare le basi della salute futura.

 

Altri obiettivi sono: avvicinare produttore-fornitore e consumatore, indirizzando i criteri di scelta, e offrire ai bambini occasioni per conoscere i prodotti naturali e potersi orientare in modo consapevole fra le pressioni della pubblicità, con metodi adatti alla loro età e modalità di apprendimento (per esempio, laboratori sensoriali). Destinatari, i piccoli italiani dai sei agli undici anni: circa 870mila, per circa 5mila scuole. Ognuno dovrà consumare prodotti ortofrutticoli almeno 20 volte nel periodo di attuazione di “Frutta nelle scuole “e almeno quattro specie di frutto-ortaggio differenti.

 

Gli strumenti per realizzare l’iniziativa sono molti:

– distribuzione di prodotti ortofrutticoli (finanziati interamente con aiuto comunitario e nazionale);

– campagna d’informazione sulle caratteristiche dei prodotti ortofrutticoli (qualità, aspetti nutrizionali e sanitari, stagionalità, territorialità e rispetto dell’ambiente), rivolta sia ai docenti che ai genitori (finanziata parzialmente con aiuto comunitario e nazionale);

– utilizzo di idonee attrezzature, nei limiti indicati dal regolamento comunitario, per supportare la distribuzione, l’utilizzo  e la degustazione dei prodotti; (finanziati parzialmente con aiuto comunitario e nazionale);

– realizzazione di una rete – costituita da Mipaaf, Regioni, Provincie autonome e Istituti scolastici disponibili a partecipare in modo continuativo al programma per coordinare azioni coerenti a raggiungere gli obiettivi;

– elaborazione di misure complementari. 

 

I prodotti da offrire ai bambini, scelti per loro semplicità d’uso (distribuiti freschi, interi o a fette, o in preparati “pronti per il consumo”), sono arance, fragole, kiwi, mele, pere, carote, finocchi e pomodorini.

Dovranno essere privilegiati prodotti stagionali, di qualità certificati (DOP, IGP,  Biologici ) e/o prodotti ottenuti con metodi di produzione integrata certificata, con comprovata origine comunitaria al 100%. La loro distribuzione non dovrà avvenire durante i pasti scolastici, per sottolineare meglio il momento di “formazione e informazione” autonomo.

 

Le attività complementari, per rendere più efficace il programma, sono numerose: visita a fattorie didattiche, creazione di orti scolastici, attività di giardinaggio e/o allestimento di laboratori sensoriali; distribuzione di materiale informativo agli insegnanti; moduli formativi per insegnanti e docenti; incentivi e ricompense di natura ludica per sostenere il consumo di frutta e verdura; giornate a tema o attività didattiche pratiche e dimostrative; sistema interattivo multilingua per la promozione del territorio e dei suoi prodotti tipici.

 

L’informazione e la comunicazione del programma “Frutta nelle scuole” sono realizzate, a cura del MiPAAF,  con vari strumenti: un manifesto, un logo, un sito web istituzionale; lettera ai genitori, pubblicità su alcuni siti Internet di rilevanza nazionale e su alcune testate giornalistiche, pubblicità televisiva e radiofonica…;  materiale informativo specifico per i bambini.

 

Dario Dongo

foto: Photos.com