plastica
PVC plastica per alimenti
La Unionplast scrive alla redazione in merito a un pezzo sulle plastiche per alimenti

Pellicole per alimenti, PVC, PE: a seguito di un articolo apparso l’otto settembre scorso su Il Fatto Alimentare, a firma di Luca Foltran, UNIONPLAST Federazione Gomma Plastica ha scritto alla redazione (l’intera lettera si trova qui) per chiarire alcuni punti critici. Luca Foltran – esperto di sicurezza dei materiali – ha risposto punto per punto.

L’articolo pubblicato da Il Fatto non intendeva puntare il dito sull’uso del PVC in ambito alimentare, come invece sostiene il comunicato di UnionPlast quando dice: Il Regolamento UE N. 10/2011 [legge europea che regola le plastiche a contatto con alimenti] non discrimina determinati polimeri, come ad esempio il PVC, e riporta l’elenco delle sostanze ammesse e le eventuali restrizioni applicabili per ogni sostanza in esso menzionata. È vero che Il Regolamento citato non discrimina determinati polimeri, come ad esempio il PVC, ma è altrettanto vero che per il cloruro di vinile (monomero base del PVC) lo stesso Regolamento fissa disposizioni particolari, che non valgono invece per tutte le altre sostanze regolamentate. Anche nel caso di una barriera funzionale, per esempio, ovvero di una barriera costituita da uno strato che ha la funzione di “isolare” il PVC impedendo la migrazione verso l’alimento, la migrazione di cloruro di vinile deve essere valutata al fine di prevenire che il prodotto sia inquinato. Le ragioni è che il Cloruro di vinile monomero è classificato (secondo il Regolamento Europeo 1282/2008) come cancerogeno di classe 1A ovvero con noti effetti cancerogeni per le persone sulla base di studi condotti sull’uomo.

packaging alimenti PVC
Nessuno vuole puntare il dito contro il PVC: solo far luce su svantaggi e vantaggi del suo utilizzo

Il comunicato di UnionPlast precisa che:

Prima dell’inserimento nell’elenco delle sostanze ammesse, ogni sostanza è soggetta ad un approfondito screening tossicologico (considerando, tra gli altri, anche gli effetti sul sistema endocrino) al fine di escludere eventuali rischi per la salute e la sicurezza del consumatore. L’autorizzazione all’inserimento nell’elenco delle sostanze ammesse, così come l’indicazione delle eventuali limitazioni previste, derivano direttamente dall’EFSA (European Food Safety Authority). L’EFSA si occupa inoltre di proporre alla Commissione Europea eventuali modifiche alla norma sul contatto alimentare in funzione dell’aggiornamento delle conoscenze scientifiche sulle materie prime.

Il cloruro di vinile è effettivamente ammesso per essere utilizzato in articoli a contatto con alimenti, con limiti di migrazione bassissimi (10 ppb, parti per billione ovvero 0.01 mg di sostanza per ogni kg di alimento). Per questa sostanza, tuttavia, sono state addirittura create leggi ad hoc (Direttiva 78/142/CEE del Consiglio, del 30 gennaio 1978, relativa al ravvicinamento delle legislazioni degli Stati Membri concernenti i materiali e gli oggetti contenenti cloruro di vinile monomero destinati a venire a contatto con i prodotti alimentari) in quanto già nel 1978 si rilevò che:

  • l’ingestione di dosi elevate di cloruro monomero produce effetti nocivi sugli animali sottoposti a esperimenti e che tali effetti possono prodursi anche nell’uomo;
  • sarebbe necessario ridurre quanto più possibile la presenza del cloruro di vinile monomero nel cloruro di polivinile e nei relativi polimeri e al tempo stesso si raccomanda che la presenza del cloruro di vinile monomero nei prodotti alimentari e nell’acqua potabile non sia rilevabile.

UnionPlast prosegue

Per quanto riguarda lo specifico tema degli ftalati occorre segnalare che tali sostanze non sono utilizzate dalle aziende italiane per la produzione di pellicole destinate al contatto alimentare. Va peraltro osservato che il Regolamento UE N. 10/2011 prevede restrizioni significative per gli ftalati e tra queste l’uso limitato alla produzione di soli articoli ad uso ripetuto (restrizione applicata alla maggior parte degli ftalati) e il contatto con alimenti non grassi (in accordo a quanto precedentemente esposto). In realtà alcuni ftalati possono essere usati (lo ammette la legge) e non solo in articoli a uso ripetuto, ma anche in articoli monouso (come gli imballaggi per alimenti) purché non siano destinati a bambini. Chiare e corrette invece sono le altre affermazioni del comunicato. Meno chiare le intenzioni di UnionPlast con questo comunicato se non quello di salvaguardare un materiale, di fatto, già in via d’estinzione in molti ambiti oltre a quello alimentare.

piatti bicchieri posate plastica
Nella scelta di materiale per la casa limita l’uso di PVC morbido contenente DEHP

L’intenzione dell’articolo che abbiamo pubblicato era di presentare le alternative presenti sul mercato con i vantaggi e gli svantaggi legati all’impiego e all’utilizzo di un determinato materiale. Certamente non quella di demonizzare un materiale i cui limiti sono già ben evidenziati in vari contesti come dimostrano i punti elencati nel decalogo rilasciato dal Ministero dell’ambiente nel dossier CONOSCI, RIDUCI, PREVIENI GLI INTERFERENTI ENDOCRINI, creato per informare il cittadino in merito ai rischi derivanti dall’esposizione a talune sostanze chimiche presenti in oggetti di uso quotidiano.

 Cito pochi punti che non lasciano spazio a interpretazioni:

  • Nella scelta di materiale per la casa limita l’uso di PVC morbido contenente DEHP.
  • Se hai pavimenti in PVC contenenti DEHP su cui giocano bambini, utilizza un tappeto in fibra non trattata.
  • Evita materassi per lettini con rivestimento o telo impermeabile non conforme alle norme vigenti e comunque evita rivestimenti per materassi in PVC morbido contenente DEHP.
  • Utilizza fodere in fibre non trattate se hai fasciatoi e/o passeggini rivestiti in PVC morbido contenente DEHP; in generale, evita che i bambini entrino in contatto con la bocca con oggetti in PVC.
  • Per la cancelleria e le forniture per ufficio limita l’uso di articoli in PVC morbido contenente DEHP.
  • Nella scelta di materiale per la casa limita l’uso di PVC morbido contenente DEHP.
  • Le confezioni delle pellicole (in PVC) a uso domestico riportano in etichetta indicazioni sui cibi adatti a essere avvolti. Leggi l’etichetta!
  • Evita che i bambini entrino in contatto con materiali in PVC morbido contenente DEHP.

Nota:
DEHP:Di-2-etilesilftalato che trova principalmente impiego, come altri ftalati, come plastificante per le materie plastiche. E’ ammmesso ad essere impiegato in materiali a contatto con alimenti come: a) plastificante nei materiali e oggetti a uso ripetuto a contatto con alimenti non grassi; b) coadiuvante tecnologico di lavorazione in concentrazioni non superiori allo 0,1 % nel prodotto finito.

 

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6 Commenti
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luigi
luigi
21 Ottobre 2016 14:46

grazie Luca Foltran

Sandro kensan
22 Ottobre 2016 21:38

Grazie Luca 🙂

Enrico
Enrico
25 Ottobre 2016 13:09

Servono più persone come te. Luca sei grande.

Carla Loiola
Carla Loiola
30 Ottobre 2016 00:36

Sono preoccupata perche’ acquisto la carne nei supermercati in confezioni con copertura in pellicola plastica senza nessuna indicazione sulla composizione della stessa. Vorrei che Luca ritornasse sull’ argomento specifico. Grazie. Carla

Giovanni Pr
Giovanni Pr
31 Ottobre 2016 22:31

Esistono supermercati che usano pellicole a contatto con gli alimenti con la dicitura senza pvc e altri no. Mi sono messo a comprare solo dove usano tali pellicole e non compro più dove usano pellicole senza nessuna dicitura cioè contenenti pvc. Non faccio nomi ma basta fare attenzione e scegliere i punti giusti ove comprare. Ovviamente l’imballaggio più sicuro per eccellenza rimane sempre il vetro.

Valentina
Valentina
12 Novembre 2016 17:12

Gentile Dottore, spero possa risolvere i miei dubbi.
Preparando impasti li­evitati (pane, pizza,­ dolci burrosi)
per favorire la liev­itazione ero solita s­igillare
con pellicola alimen­tare, cosi’ come mi a­vevano insegnato al c­orso
Di pasticceria. ­
Succedeva però che l­’impasto crescendo
entrava in contatto ­con la pellicola, cos­ì ho preferito abolir­la e usare i sacchett­i per il gelo
nei quali chiudo la ­ciotola con l’impasto­, in questo caso senz­a preoccuparmi che ci­ sia il contatto
impasto/sacchetto! !
Fin qui tutto bene p­oi ho scoperto che an­che i sacchetti per i­l gelo hanno delle co­ntroindicazioni ad es­empio con cibi a cont­enuto alcolico.
A volte mi è capitat­o di mettere un cucch­iaio di liquore nell’­ impasto.
Devo abolire anche i­ sacchetti per il gel­o?
Sinceramente sono un­ po preoccupata