pasta

L’articolo sulla pasta italiana ha creato un vivace dibattito tra i lettori e in molti ci hanno accusato di non valorizzare a sufficienza il prodotto italiano (leggi articolo). “Sembra che il grano di qualità – scrive Luca – si trovi soprattutto all’estero e che la scelta di importare grano da altri paesi sia una scelta giudiziosa, da parte delle grandi aziende produttrici italiane, fatta soprattutto per poter offrire ai consumatori la miglior qualità di pasta possibile. Non è affatto così  la semola prodotta in Italia è di altissima qualità, in alcuni casi superiore a quella canadese e di atri paesi”.

Gianni, un altro lettore fa un discorso più strutturato che però deve fare riflettere “La pasta ottenuta da semole 100% italiane di alta qualità è già presente sugli scaffali, necessità solo di essere valorizzata a tutti i livelli. La parte più attiva spetta alle catene dei supermercati che dovrebbero creare valore in tutta la filiera anziché cercare di ridurre il più possibile i prezzi di acquisto dai pastifici. Le aziende produttrici dovrebbero sostenere di più e incrementare la quantità di pasta 100% made in Italy per sostenere il reddito agricolo e permettere alle aziende italiani di guardare con più fiducia e entusiasmo al futuro. Questo è il gioco da fare per innescare un circolo virtuoso che porti beneficio a tutto il comparto e non generare inutili e sterili conflitti come quelli che propongono regolarmente alcune associazioni di categoria.”

pasta italiana
Un piatto di pasta italiana 100% costa 0,10 euro in più

Il  nostro articolo non vuole penalizzare la pasta 100% italiana, ma prova a fotografare la realtà. Due anni fa abbiamo scritto una nota con l’elenco delle aziende che utilizzano solo semola italiana. La lista comprendeva una decina di marchi e l’intero gruppo rappresentava una nicchia del mercato. Oggi la situazione è pressoché identica.  Granoro Dedicato era la prima azienda che 4 anni fa ha proposto pasta 100% made in Italy che adesso è venduta nei supermercati del Sud Italia come Auchan, Eataly, Coop, Dok e Despar. L’unico marchio presente a livello nazionale con semola made in Italy è Voiello (proprietà di Barilla) che due anni fa ha fatto questa scelta. Le altre marche nella maggior parte dei casi non hanno una dimensione industriale. Una distribuzione simile è firmata da Armando. Un aspetto da evidenziare riguarda il maggior prezzo della pasta italiana al 100%. Da un punto di vista qualitativo la semola italiana utilizzata per questa pasta ha un  contenuto proteico superiore al 13% e questo comporta una lievitazione del prezzo di acquisto all’ingrosso del 15% circa. Questa differenza di prezzo della materia prima viene trasferita sullo scaffale dove il listino del pacco lievita. Se 100 grammi di spaghetti (a crudo) costano 0,12-0,15 euro, per comprare quelli con semola 100% italiana si spendono da 0,22 a 0,25 euro. L’incremento c’è ma è una differenza alla portata di molte tasche.

Negli ultimi anni diversi pastifici si sono impegnati nella produzione di pasta ottenuta con grano 100% italiano. Si tratta di una scelta realizzata per esaudire le richieste dei consumatori. Riconoscere la pasta è facile, perché sull’etichetta viene rimarcata con evidenza l’origine.

In cima alla lista troviamo il pastificio Granoro, che 4 anni fa ha varato un’apposita linea: Granoro Dedicato ottenuta con materia prima coltivata nell’alto Tavoliere della Puglia e da Filiera tracciata certificata con il marchio collettivo Prodotti di Qualità Puglia. Per garantire un contenuto proteico del 13%, l’azienda barese ha selezionato sei delle 130 varietà di grano esistenti sul territorio: il Simeto, l’Ignazio, il Saragolla, lo Sfinge, l’Iride e il Core, considerate quelle più adatte alla produzione di pasta di qualità. La linea di pasta Dedicato sostieneil reddito degli agricoltori pugliesi e allo stesso tempo offre ai consumatori un prodotto tracciato dal campo alla tavola perché ha permesso agli agricoltori di aumentare il redditto attraverso l’erogazione di premi legati al maggiore tenore proteico. I formati attualmente disponibili sono una decina.
voiello pasta penne
Voiello da due anni fa pasta italiana al 100%

Il marchio Voiello di proprietà Barilla, due anni fa  ha lanciato la nuova linea realizzata con grano Aureo coltivato in Abruzzo, Molise, Puglia e Campania. La quantità di proteine è da competere con il grano nord americano che veniva utilizzato in precedenza. La pasta ha il 14,5% di proteine, si tratta di un valore decisamente superiore rispetto al 12,0-13,0 % di Barilla che, come gli altri marchi presenti a livello nazionale, utilizza dal 30 al 40% di grano duro importato. si tratta di grano Aureo  utilizzato sino a poche settimane fa.

Pasta 100 italiana gragnano cittaUn’altra realtà interessante si trova a Gragnano in provincia di Napoli dove è stato fondato il consorzio “Gragnano città della pasta IGP”, di cui fanno parte 12 pastifici che seguono un disciplinare per la produzione delle eccellenze IGP. Tra queste aziende solo alcune producono pasta con grano coltivato esclusivamente in Italia, come ad esempio la Di Martino, la Gentile e la Dei Campi. Si tratta di una specifica non richiesta dal marchio di tutela (l’indicazione geografica protetta non pone obblighi sull’origine della materia prima). La semola arriva soltanto dalla Puglia o dalla provincia di Matera. Le varietà più utilizzate sono: Saragolla e Senatore Cappelli.

In provincia di Avellino nasce la Pasta Armando, prodotta in quindici formati dall’azienda agroalimentare De Matteis. Il grano utilizzato proviene dalle circa mille aziende che hanno aderito al nostro contratto di coltivazione. In provincia di Enna viene confezionata la Pasta Valle del Grano trafilata al bronzo ottenuta dalle varietà di grano: Core, Mimmo e Simeto. I formati disponibili sono 26.

Più a Nord operano altri due pastifici che usano grano nazionale: Ghigi e Sgambaro (provincia di Treviso). La prima costa meno ha un contenuto proteico leggermente inferiore rispetto alle altre marche. Provenienza della materia prima: Emilia Romagna, Marche, Toscana (Maremma). Il Molino e Pastificio Sgambaro commercializza due linee di prodotto, una trafilata al bronzo ed essiccata a basse temperature con il 15% di proteine, l’altra con il 14% di proteine. Per entrambe il grano arriva principalmente dall’Emilia Romagna.

La lista che vi proponiamo non è esaustiva. Se ci sono altre realtà segnalatele alla redazione magari inviando la foto del prodotto e i riferimenti.

Marchi di pasta con grano 100% italiano

MARCA

QUOTA DI PROTEINE

Afeltra

(linea 100% grano italiano)

afeltra pasta

 13,0%

Agnesi

agnesi 2018 eliche pasta 100 italiana grano

13%

Alce Nero

– Pasta di grano duro e integrale

– Pasta di Gragnano

– Pasta di grano duro Senatore Cappelli

alcenero pasta

11%

13%

13%

AmoreTerra

100% grano italiano bio varietà cappelli o farro dicocco integrale macinato a pietra.

Pastificata a bassa temperatura.

12,8%

Pasta Antonio Amato di Salerno

Auchan*

Marchio Auchan

pasta auchan

12,0%

Azienda Agricola Caccese Antonio

Pasta Baronìa

pasta-baronia-penne

Casa Prencipe

casa prencipe pasta maccheroni

Pasta Cocco

Solo le linee:

“La Sfoglia Pietra Bio”

“La Sfoglia di Farro Bio”

logo Cocco Pasta

Coop ViviVerde pasta di semola e di semola integrale, biologica

(eccetto la pasta di khorasan Kamut)

pasta viviverde coop penne

11,4%

Coop FiorFiore

(eccetto la pasta all’uovo)

poasta coop fiorfiore

14,1%

Di Martino Pastificio

pasta di martino

14,0%

Ecor

pasta bianca

pasta integrale

pasta semintegrale di farro

ecor pasta penne rigate

Esselunga Bio

12%

Felicetti Grano duro biologico

felicetti bio pasta

Felicetti Monograno

(eccetto la pasta di khorasan Kamut)

monograno felicetti farro matt

14,0%

Floriddia

Azienda agricola biologica

past bio floriddia

12,85%

Pasta Fratelli Minaglia

fratelli minaglia pasta

Gentile

Pastificio Gragnano Napoli

 logo-gentile gragnano napoli pasta

14,0%

Gerardo di Nola 

Gragnano Napoli

logo pasta gerardo di nola

Ghigi

 ghigi pasta logo

12,5%

Girolomoni

girolomoni

12,0%

Grano Armando

13,5%

Granoro Dedicato

 Granoro Dedicato pasta

13,0%

Granoro Linea Biologica

pasta di semola e di semola integrale, biologica

granoro bio

12,0%

Azienda agraria Guerrieri

aZIENDA AGRARIA guerrieri fusilli

Iris

Pasta biologica

(eccetto la pasta di khorasan Kamut)

iris agricoltura biologica logo

11,0%

La Molisana

la molisana grano italiano 100 2018

Laporta Pasta

pasta laporta logo

13,5

La Terra e il Cielo

100% EquoBiologico italiano

(eccetto la pasta di khorasan Kamut)

la terra e il cielo pasta firmata logo

La Tosca

Pasta prodotta con solo grano duro toscano

la tosca pasta agrituscan 13

Pasta Leopardi di Norcia biologica 100% grano italiano

Libera terra

le tre linee: Pasta Bio, Pasta Integrale, Paccheri Artigianali

logo libera terra 12,1

Lidl

Combino

100% grano lucano

Liguori

Pasta di Gragnano IGP

liguori-Penne-Rigate

14,0% minimo

Mancini

pasta mancini

Martelli

Famiglia di pastai

pasta martelli

Pasta Integrale Misura FIBREXTRA

Pennette Rigate fronte misura

Palandri

Pastificio Pasta di semola convenzionale e biologica 100% toscana

Pasta Jolly

jolly penne pasta 14,0%

Pasta Riccio

marca di Tuodì

Pasta Toscana

logo_pasta_toscana 13,0%

Pastificio dei Campi Gragnano

 pastificio dei campi gragnano logo

14,0%

Pastificio F.lli Setaro

setaro

Pastificio Graziano

pasta artigianale trafilata al bronzo a lenta essiccazione

13%

PrimoGrano

linea dell’azienda Rustichella D’Abruzzo S.p.a.

primo grano rustichella

12,6%

Poiatti pasta

11%

Probios

Grani antichi siciliani  (Maiorca, Perciasacchi, Timilia, Russello)

Biologica

11,5%

Riscossa

Linea Riscossa Bio integrale da grano 100% italiano

riscossa bio integrale pasta

Rummo

Linea Biologica Integrale da grano 100% italiano

fummo pasta bio integrale 12,00%

Russo

Pastificio Artigianale Nicola Russo

Paccheri lisci pastificio artigianale nicola russo

Santacandida

Pasta con grano khorasan 100% italiano

santa candida khorasan grano pasta

13,80%

Sgambaro

 logo_sgambaro

15,0%

Simply*

Linea standard Simply market

Simply pasta

Simply* Bio

pasta simply bio

Simply* Passioni

simply passioni

Solo Sardo

100% grano duro sardo

12%

Spigabruna bio

Grano di Pietrelcina (BN)

pasta spigabruna bio

Terra di luce

prodotta con grano duro delle Colline Pisane

terra di luce penne pasta

Valle del Grano

13,0%

Verrigni

logo-pasta verrigni

Viaggiator Goloso VG

(Marca di Unes)

14,0%

Voi

contiene solo grano duro siciliano

dei supermercati Iper

pasta voi iper

Voiello

 voiello pasta-penne

14,5%

 

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Roberta
Roberta
16 Febbraio 2016 11:34

Ma al di là dell’origine, non si pensa anche al.metodo di coltivazione? Quanti pesticidi sono utilizzati nella coltivazione del grano in Italia? Non sarebbe un reale salto di qualità utilizzare solo materie prime da coltivazione biologica?

Ale
Ale
Reply to  Roberta
16 Febbraio 2016 14:15

Esistono già marchi che propongono pasta da agricoltura biologica 100% da grano italiano, mi vengono in mente Viviverde della Coop, Ecor, Alce Nero. Il discorso che fa lei sul “reale salto di qualità” è una riflessione a discrezione del consumatore che fa le sue scelte alimentari.
Si parla che non si coltiva abbastanza grano duro di buona qualità in Italia per sostenere la produzione nazionale di pasta, esistono delle filiere di pasta di qualità 100% nazionali, così come solo da agricoltura biologica italiana, volendo c’è pure il Kamut; il consumatore può fare le sue scelte.

Gianni
Gianni
Reply to  Roberta
16 Febbraio 2016 15:50

Roberta non solo i pesticidi. Spesso, a seconda delle annate di produzione, il grano importato è ricco di micottosine anch’esse dannose per il nostro organismo , forse più dei pesticidi .
Il grano duro 100% Italiano, in particolar modo quello pugliese e quello sicialiano, è invece esente da micotossine perché coltivato in zone prettamente vocate a questo tipo di coltivazione.
Le micotossine sono delle muffe che si sviluppano sia nei campi in condizioni di umidità (ecco le zone meno vocate) e durante il trasporto in nave del grano.

Poi, cocnordo con Lei che meglio sarebbe se fosse BIOLOGICO.

piero luigi
piero luigi
Reply to  Roberta
16 Febbraio 2016 18:28

Caro Gianni, esistono delle normative comunitarie sulla presenza massima di contaminanti nelle materie prime e prodotti trasformati. E i controlli sulle merci importate, sia da parte degli organi ufficiali di controllo, sia da parte dei Molini, sono costanti e severi. Ergo, affermare che il prodotto importato fornisce meno garanzie sul piano della tutela della salute dei consumatori è semplicemente falso.

Mirko
Mirko
Reply to  Roberta
17 Febbraio 2016 08:22

Caro Pier Luigi, ricordo perfettamente di un servizio di Presa Diretta su RAI3 di due/tre anni fa, nel quale il giornalista prelevava un campione di grano duro appena scaricato dalla stiva di una nave proveniente dal Canada ed attraccata in porto a Bari (grano che fuori dalla morsa della gru, a terra, manteneva la forma a palla delle tenaglie che lo avevano scaricato!) e lo portava a fare analizzare all’università di Napoli. Risultato: 7500ppb di DON contro i 1250ppb di limite imposto dall’UE. Intervistati i responsabili dell’ASL di Bari, hanno dichiarato che “ora che facciamo i controlli i camion sono già in giro per tutta Italia e noi non ci possiamo più fare niente”. Al contrario, nel piccolo essiccatoio dove lavoro, ogni rimorchio di grano che raccogliamo (100% di produzione dei piccoli produttori locali, che da 3 anni lavorano sottocosto) lo analizziamo prima di scaricarlo, e se presenta qualche problema lo separiamo. Quale mangeresti tu più volentieri? Ti ricordo che il DON, come l’afla, è un’epato-tossina abbastanza “cattiva”…

Gianni
Gianni
Reply to  Roberta
17 Febbraio 2016 08:43

Caro Piero Luigi,
perfettamente d’accordo dal punto di vista normativo.
Che effetto però le fa sapere che in quest’ultima campagna granarida la semola ottenuta da grano canadense ha registrato limidi di DON (deoxynivalenol) fra 500 e 750ppb, mentre la semola ottenuta da grano italiano fra 0 e 100ppb ?
Sicuramente siamo nei limidi di legge in entrambi i casi, ma se mi permette a mio figlio preferisco sempre dare pasta ottenuta da semola con limiti più bassi possisibli.
C’è anche un aspetto etico e morale oltre che di legge.

Roberto Giomi
Roberto Giomi
16 Febbraio 2016 11:49

La Pasta Fior Fiore Coop, come quella Vivi Verde ( biologica ) sono fatte con grano 100% italiano, ormai da diversi anni.

fabrizio
fabrizio
16 Febbraio 2016 13:23

…Girolomoni

Valente
16 Febbraio 2016 13:36

Pastificio Palandri srl con sede a Pistoia produce pasta con sola semola Toscana già da diversi anni.

Inoltre l’intera produzione è fatta a bassa temperatura: 55° x 13 ore.

piero luigi
piero luigi
Reply to  Valente
16 Febbraio 2016 18:19

Cosa significa semola toscana ? Semola prodotta in toscana da frumenti duri di origini varie oppure semola.prodotta con soli grani duri toscani ? Ed in questo caso, quale sarebbe il “plus” della semola toscana ? La qualità si valuta in funzione di parametri precisi e non certo in funzione dell’origine della materia prima.

Valente
Reply to  Valente
17 Febbraio 2016 09:08

Gentile signor Piero Luigi,
in Toscana abbiamo semole di grano duro veramente di ottima qualità, evidentemente la terra da queste parti è particolarmente generosa, come anche in altre parti d’Italia ovviamente. In effetti, se non teniamo conto delle piccolissime coltivazioni di grani particolari, il grano coltivato in tutto il mondo è sempre lo stesso: la varietà Creso. Ecco perché la zona di coltivazione acquista questo valore. Inoltre, come sicuramente saprà, le produzioni in Agriqualità sono nate per coprire l’esigenza del consumatore di conoscere l’origine dei prodotti che sta acquistando.
A tutto questo si aggiunge la nostra volontà aziendale di mantenere un importante valore aggiunto: la tradizione.

Ma il vero “plus” nei nostri prodotti non è né la qualità né l’origine della semola ma una cosa che quasi nessuno ormai ricerca più nella pasta alimentare secca: la produzione a bassa temperatura. Deve sapere che con un’essiccazione aggressiva, cioè sopra i gli 80 gradi, è quasi impossibile riconoscere se la pasta sia stata prodotta utilizzando le migliori semole in commercio oppure banalissima semola e addirittura farina di grano tenero, perché si perdono le caratteristiche nutrizionali, il sapore ed il profumo.

Manuela fiorotto
Manuela fiorotto
16 Febbraio 2016 13:39

Molti non specificano se 100% italiano, come Garofalo.. Come muoversi in questi casi?

Enrico P.
Enrico P.
16 Febbraio 2016 15:31

Dott La Pira, vivi verde coop integrale dovrebbe essere pure 100% italiana?

Valeria Nardi
Reply to  Enrico P.
16 Febbraio 2016 16:11

Abbiamo aggiornato la tabella

piero luigi
piero luigi
16 Febbraio 2016 15:56

Ritengo opportuno apportare una precisione.
L’Italia non importa semola di frumento duro ma soltanto frumento duro per la produzione di semole, esse stesse destinate all’Industria pastaria.
La produzione nazionale di frumento duro è inferiore a 4 milioni di tonnellate mentre il fabbisogno dell’Industria semoliera, per approvvigionare l’Industria pastaria, è di circa 6 Milioni di tonnellate di frumento duro.
Pertanto, o vengono importare almeno 2 Milioni di tonnellate di frumento duro oppure rinunciamo, parzialmente, a produrre e esportare pasta….

Domenico
Domenico
16 Febbraio 2016 15:58

La verità è che i consumatori dovrebbero cambiare le loro abitudini di acqusito.

BASTA rincorrere i prezzi bassi e i sottocosto se quello che si va a comprare è un ALIMENTO !!
Che significa sottocosto per un pacco di pasta ? Pagare € 0,40anziché € 0,75 x un grammi g500 ?
E quale il vantaggio per le tasche dei consumatori ? € 0,07 a porzione ? Ma per favore !!!

E cosa credete che abbiano fatto i produttori e le catene di supermercati per arrivare a quel prezzo ? Sicuramente hanno abbassato la qualità delle materie prime o i controlli nel processo o la qualità dell’imballaggio !!

Personalmente preferisco acqustare prodotti BIOLOGICI e BIOLOGICI INTEGRALI o grantiti 100% made in italy dal campo alla tavola, la differenza in termini è insignificante,

Ale
Ale
Reply to  Domenico
16 Febbraio 2016 18:34

Guardi che i prodotti sottocosto sono gli stessi che si vendono a prezzo di listino, non è una svendita di prodotti con caratteristiche qualitative inferiori. La GDO per contratto con il fornitore prevede di vendere tot. quantità in sconto, si legga questi articoli
http://www.ilfattoalimentare.it/offerte-speciali-supermercati.html
http://www.ilfattoalimentare.it/coop-prezzi-suprmercati-promozioni.html

e poi basta con questo atteggiamento di allarmismo e scandalo, informatevi prima di sparare a zero su tutto

Domenico
Domenico
Reply to  Domenico
17 Febbraio 2016 08:50

Certo Ale
lei però non immagina minimamente quanto le aziende produttrici siano vessate con richieste di sconti, contributi promozionali e premi di fine anno tali da costringere le aziende a produrre meno qualità.
Quello che lei non ha capito è che bisogna ridare VALORE ai prodotti alimentati NON SI PUO’ LESINARE E STRESSARE TUTTI E TUTTO in difesa del consumo forzato e della promozionalità esasperata.

MAurizio
MAurizio
Reply to  Domenico
18 Febbraio 2016 15:04

Oddio . 7 cent (circa 140 lire) a porzione sono davvero pochi. Pochi ? Beh. Intanto vuol dire aumentare quasi del 100% il prezzo base (dando per buoni i numeri riportati). In effetti in Italia la pasta costa da “circa” 1 euro al kg ad oltre 5 volte tanto (per le paste “di qualità” specie in formati particolari). Se cercate in rete, ogni italico consuma “mediamente” da 26 a 30 kg di pasta/anno. Dato che trilussianamente significa abbastanza poco.
Ma sempre restando ai numeri, per la famiglia “media” italica (tre persone) vuol dire spendere da un minimo di 75 fino a circa 500 euro/anno solo di pasta (senza condimento …)
Pochi ? tanti ?

Brazov
Brazov
16 Febbraio 2016 18:00

Poche storie, l’Italia non ha una produzione di grano (ma la stessa cosa si può dire dell’olio) sufficiente a far fronte alla necessità produttive. Se poi ci aggiungiamo l’inveterata abitudine del consumatore medio italiano di voler pagare 1 litro di olio exv (presunto) 2,99 ed un 1 kg di pasta 0,99, il gioco è fatto…

Jimbo
Jimbo
16 Febbraio 2016 21:12

C’è anche la pasta della linea viaggiator goloso dell’unes.

gigliola
gigliola
16 Febbraio 2016 21:24

Molti di questi marchi non si trovano facilmente …sto a Genova ,mi dite dove trovarli oltre la Coop che che per me è scomodissima? Grazie

Mic
Mic
16 Febbraio 2016 22:44

Manca la pasta della coop IRIS, biologica 100% italiana

Andrea Ricci
Andrea Ricci
17 Febbraio 2016 07:53

Io dò molta importanza all’alimentazione. Se per vestirmi o accessoriarmi (telefono, auto, bici) cerco il risparmio, per mangiare cerco il meglio: biologico, locale, artigianale. La pasta che compro da un pastaio umbro la pago 5 euro al kilo, e sono felice di sostenere i suoi sforzi: la mia è una scelta di salute e una scelta di politica. Guardo con pena quelli che mangiano la pasta del supermercato: rovinano sé stessi e la nostra terra.

Giusi
Giusi
17 Febbraio 2016 08:33

Ultimamente va di moda la pasta Rummo, personalmente la trovo molto buona, ma qualcuno sa dirmi che grano utilizza ?

Arcangela
17 Febbraio 2016 08:55

Dott. La Pira

ha dimenticato la BIOLOGICA di GRANORO presente in Esselunga. E’ ottenuta da 100% da grano duro Italano.
Saluti
http://www.granorobenessere.it/it/bio

Fulvia
17 Febbraio 2016 11:08

La pasta oltre ad essere italiana, deve essere buona sia di gusto che di valori (non solo nutrizionali) la IRIS porta con se la storia di molti agricoltori italiani ed anche di molti consumatori che credono in un modello equo e solidale. vedete il video https://youtu.be/Z-kWzFlXq04

franks
franks
17 Febbraio 2016 17:33

quanta disinformazione… come se il prodotto italiano sia superiore per il semplice fatto che è italiano. L’articolo cita commenti pieni di inesattezze. Voiello è l’unico grosso marchio che usa grano 100% italiano per il semplice fatto che Barilla (che usa tutt’altra materia prima) è riuscita a creare una filiera nazionale. Ma andate a vedere i risultati del Test Il Salvagente, per vedere cosa nasconde quella pasta

Antonella
Antonella
17 Febbraio 2016 22:33

Un altro marchio di pasta italiana e per la precisione fatta col grano del tavoliere delle puglie è la PASTA TAMMA … trovata solo a Foggia purtroppo …

Valeria Nardi
Reply to  Antonella
10 Marzo 2016 12:25

Abbiamo scritto all’azienda, siamo in attesa di una risposta.

PIO
PIO
18 Febbraio 2016 11:57

Dr La Pira
Ricordo che il grano duro era appannaggio del sud ‘Italia
Ora si parla del grano duro canadese o ucraino.
Che cosa è cambiato? Sono grani genetericamente resistenti al freddo ?

WILMA
WILMA
18 Febbraio 2016 14:06

HO CONOSCIUTO, E MANGIATO, LA PASTA PRODOTTA CON FARNE DI GRANI ANTICHI, TIPICI DEL SUD-EST DELLA SICILIA, COME IL “RUSSELLO E IL TIMILIA”. DA NOI C’E’ UN MULINO (MULINO SOPRANO DI CHIARAMONTE GULFI IN PROVINCIA DI RAGUSA) CHE COMMERCIALIZZA FARINE PROVENIENTI DA QUESTI GRANI (LAVORAZIONE ARTIGIANALE) . LA PASTA, SI TROVA IN POCHI NEGOZI, HA UN SAPORE INTENSO, UN INDICE GLICEMICO BASSO, PERCIO’ ANCHE ADATTA AI DIABETICI