Ilfattoalimentare.it ha dedicato diversi articoli alla pubblicità comparativa promossa da Plasmon sul Corriere della sera e su la Repubblica, per segnalare che la pasta Piccolini della Barilla e i biscotti le Macine Mulino Bianco, vengono utilizzati impropriamente come alimenti per la prima infanzia (bambini da 0 a 3 anni).

 

Il messaggio ha provocato una reazione violenta da parte della Barilla, con strascichi giudiziari. Il risultato finale è che adesso le confezioni dei Piccolini indicano con particolare chiarezza sul frontespizio, che il prodotto è “Per grandi e bambini sopra i 3 anni“.
In questa guerra tra colossi alimentari giocano un ruolo importante gli avvocati, che continuano a promuovere ricorsi, diffide e quant’altro per aggiudicarsi la vittoria finale.

 
 Il confronto interessa poco i consumatori, che hanno comunque “vinto”. A dispetto di ogni sentenza, Barilla ha finalmente aggiunto in modo chiaro e visibile su tutte le confezioni della linea Piccolini (compresa la pasta) la frase “Per grandi e bambini sopra i 3 anni”. 

 

Questo particolare è l’unico che conta in tutta la vicenda, perché così i genitori possono rendersi conto a che tutta la linea di prodotti Piccolini Barilla non è adatta ai bambini della prima infanzia. Per dovere di cronaca va detto che la decisione di inserire la scritta risale al mese di dicembre ma solo ora è stata ingrandita e proposta in caratteri leggibili sul frontespizio (vedi foto).

 

Probabilmente la vicenda giudiziaria non è finita. Plasmon ha ricevuto il benestare dal Giurì per una nuova richiesta di pubblicità comparativa nei confronti della linea Piccolini Barilla. Anche il giudice ordinario ha confermato la liceità del messaggio comparativo, con alcune varianti.

 

Nel frattempo Barilla ha inviato una diffida a Plasmon invitando la società a non continuare su questo percorso. In attesa di nuovi colpi di scena, la morale della storia è che i consumatori vanno informati correttamente senza ambiguità. Barilla ha commesso alcuni grossolani errori, ma adesso con le nuove etichette dovrebbe avere ristabilito il giusto livello di informazione.

 

Roberto La Pira