In Europa non esiste una regolamentazione unica sulla cessione negli alimenti di residui di metalli pesanti come cromo, nichel e manganese presenti negli utensili di cucina. Eppure ogni settimana il Sistema di allerta rapido europeo (RASFF) riporta segnalazioni relative all’eccesso di migrazione di metalli come cromo, nichel e manganese… da articoli in acciaio inossidabile. L’elemento curioso è che la maggior parte delle segnalazioni proviene dall’Italia. Il motivo? Nel nostro paese gli standard di sicurezza sono molto severi, tanto che per i prodotti non conformi scatta il ritiro dal mercato.

 

 

In molti altri Stati europei non esistono regolamenti precisi per cui coltelli, padelle e forchette possono circolare anche se le cessioni di metalli sono elevate. Dato che ingerire sostanze pericolose è un pessimo fatto per un italiano come per un altro cittadino europeo, non si capisce perchè la padella o la forchetta bloccata in Italia possa essere venduta in Francia o in Svezia.

 

In Europa esiste il Principio di Mutuo riconoscimento, secondo cui un prodotto commercializzato in uno Stato può essere venduto anche negli altri (fatti salvi i casi di esigenza di tutela della salute pubblica). Per i metalli pesanti ce duti dalle posate il principio non sembra essere applicato da tutti i Paesi. Questo diverso comportamento è dovuto al fatto che la maggior parte dei materiali di utensili e imballaggi non è regolamentata in maniera “armonizzata” a livello europeo e molti Stati non possiedono legislazioni proprie.

 

Siamo di fronte a un paradosso a cui l’Europa potrebbe porre rimedio con direttive e regolamenti specifici, così com’è accaduto per la plastica. Per questo materiale esiste una normativa comunitaria ma per molti altri materiali i risultati sembrano lontani dall’essere raggiunti.

L’Italia vanta una valida e articolata regolamentazione e potrebbe diventare l’esempio da cui prendere spunto. Per i materiali plastici come film polimerici, vaschette ma anche bicchieri, piatti, posate monouso, esistono regole chiare e uniformi, valide in ogni Stato membro. La sicurezza chimica è garantita anche mediante disposizioni che regolano materiali ritenuti particolarmente a rischio, come il nylon o la melammina, o per articoli provenienti da Paesi ove sistematicamente, in passato, venivano rilevate problematiche (Cina ed Hong Kong). 

 

Anche per la ceramica esiste una legislazione armonizzata. Non è così per altri materiali come l’acciaio, la gomma, il vetro, la carta. Da noi esistono molte disposi zioni che garantiscono la sicurezza di questi materiali, ma così non avviene in altri Stati.

 

Luca Foltran 

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