tonno rosso pinna blu nuota in mezzo ad altri pesci
tonno
Secondo un recente studio, i livelli di mercurio nelle carni di tonno pinna blu dell’Atlantico sono diminuiti

Buone notizie per il tonno, e probabilmente per tutti i pesci di grande taglia che solcano l’Oceano Atlantico: il mercurio, nelle loro carni, sta diminuendo. Merito della riduzione delle emissioni costiere del Nord America, provenienti dagli scarichi a mare e soprattutto dai vapori delle industrie, e dal generale calo dell’impiego di questo elemento oltreoceano. Lo dimostra uno studio pubblicato su Environmental Science & Technology dai ricercatori della Stony Brook University, di Harvard e dell’Università del Massachussetts.

Nello studio sono stati valutati oltre 1.300 campioni di tonno pinna blu (Thunnus thynnus) catturato appunto nell’Atlantico tra il 2004 e il 2012. Le concentrazioni medie rilevate all’inizio della raccolta sono risultate molto variabili (comprese tra 0,25 e 3,1 mg per chilo) a seconda della taglia, del luogo di pesca, dell’età e di altri fattori. Negli otto anni di osservazione, le concentrazioni sono scese, in media, del 19%, per poi mostrare una tendenza alla stabilizzazione intorno a concentrazioni molto basse (comprese tra 0,5 e 1 mg per kg) attorno al 2010.

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La diminuzione riflette una riduzione delle emissioni di mercurio in atmosfera in Nord America

La diminuzione riflette il calo dei livelli di mercurio nell’atmosfera del Nord America rilevato da altri studi. Secondo alcuni di questi, tra il 1990 e il 2007 ogni anno le emissioni sono diminuite del 2,8%. Nel medesimo periodo, il mercurio nelle acque oceaniche delle stesse zone è calato in misura ancora più rilevante: ogni anno del 4,3%. Tra il 2001 e il 2009 il decremento è stato del 2,5 all’anno, per un totale di un 20% in 8 anni. E ora si vedono gli effetti nei pesci di grande taglia.

Secondo gli autori, questi risultati sono importanti perché dimostrano l’efficacia di misure quali il contenimento obbligato delle emissioni in diversi punti della catena alimentare e dell’ecosistema. Per contro, l’aria dell’Asia è sempre più carica di mercurio, e con ogni probabilità lo stesso sta accadendo nelle carni dei pesci pescati laggiù.

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Mercurio in Nord America dal 1990 ad oggi: in blu le concentrazioni nell’acqua oceanica, in nero le emissioni di mercurio (tonnellate), in rosso le concentrazioni nell’atmosfera, in giallo le concentrazioni nei tonni atlantici

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solenoide
solenoide
24 Novembre 2016 06:21

penso che lo abbiamo già assunto in dosi massicce in questi anni, tanto che si sta esaurendo.
Fortuna che la cina ha interi laghi di mercurio pronti ad essere commercializzati.

marco
marco
26 Novembre 2016 21:08

solenoide …. dopo il tuo commento non so se posso anche un po ridere ..dopo un lago di pianto!!

in effetti non mi è sembrato che in nord america siano stati particolarmente attivi …cosi come in cina ..in termini di “volontà in tal senso”
l’ultimo accordo di Parigi non ho ancora capito se ha portato effetti
eppure…. dicono che hanno ridotto del 2,5% all’anno ….e da 20 anni
forse ..i “laghi di mercurio cinesi” hanno già vanificato lo sforzo …e da chissà quanti anni … magari sulla sponda oceanica opposta ..e quindi ..nella statistica non è stata considerata…e… i pesci di piccola taglia non sono ancora arrivati ad alimentare i tonni nell’oceano atlantico!;)

se non altro è un piccolo passo… ma ora dobbiamo vedere con “il biondino” cosa succederà…