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Da dicembre stop di due anni ai neonicotinoidi usati per il trattamento di piante e cereali che attraggono le api

Due insetticidi neonicotinoidi – acetamiprid e imidacloprid – possono avere effetti sul sistema nervoso umano nella fase di sviluppo. È  questa la conclusione di una ricerca condotta  dall’Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA). Per questo motivo gli esperti  propongono l’abbassamento di alcuni livelli di esposizione.

 

Vale la pena ricordare che nel mese di gennaio la stessa Autorità aveva accusato tre insetticidi, tra cui l’imidacloprid insieme a clothianidina e tiamethoxam, di essere responsabili della moria delle api registrate in vari paesi europei. L’Efsa aveva infatti valutato gli effetti acuti e cronici sulla sopravvivenza e sullo sviluppo delle colonie di api, gli effetti sulle larve e sul comportamento degli insetti. A queste analisi era seguito uno stop ai tre insetticidi per due anni (se impiegati per il trattamento di sementi, applicazione al suolo e su piante e cereali che attraggono le api), a partire dal primo dicembre scorso, come riportato anche da Il Fatto Alimentare.

 

L’Efsa ora è passata a valutare i rischi per l’uomo su richiesta della Commissione europea, prendendo in considerazione le recenti ricerche di Kimura-Kuroda e i dati disponibili sul potenziale di acetamiprid e imidacloprid di danneggiare il sistema nervoso umano nella fase di sviluppo.

 

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L’EFSA vuole che i produttori di insetticidi presentino test sulla neurotossicità per ottenere l’approvazione

Il gruppo di esperti  ha riscontrato che i due insetticidi possono avere un effetto avverso sullo sviluppo dei neuroni e delle strutture cerebrali associate a funzioni quali l’apprendimento e la memoria ,e ha concluso che alcuni degli attuali valori soglia permessi dovrebbero essere ridotti. Questi  valori tossicologici di riferimento indicano la dose di una sostanza a cui i consumatori possono essere esposti a breve e a lungo termine senza un rischio apprezzabile per la salute.

 

Se da un lato L’EFSA  riconosce che le prove disponibili sono ancora limitate, dall’altro il gruppo di esperti ritiene giustificati  i timori per la salute.  L’Autorità  in attesa di  nuove ricerche invita i produttori di questi insetticidi, a portare studi sulla neurotossicità nella fase di sviluppo all’interno della  documentazione per l’autorizzazione al commercio nell’UE.

 

Sara Rossi

© Riproduzione riservata

foto: photos.com

 

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Andrea Rasi
27 Dicembre 2013 18:39

La sola cosa da fare e da chiedere è il ritiro dal mercato di queste molecole chimiche usate come principio attivo nella concia geodisinfestante delle sementi delle coltivazioni convenzionali. Era già una ragione sufficiente lo sterminio di api ed insetti utili che causano, lo è ancor di più questo allarme sulla salute umana! Per arginare i problemi degli insetti che mangiano e rovinano le sementi delle nostre coltivazioni si deve tornare ad un minimo di rotazione ed al ridimensionamento della monocoltura! La chimica dopo 50 anni di applicazione non ha risolto in nessun modo il problema!