Il Parlamento europeo sembrerebbe intenzionato, nell’ambito del progetto di regolamento che modernizzerà l’etichettatura degli alimenti, ad autorizzare la vendita dei “formaggi di imitazione”. Si tratta di prodotti nei quali la crema del latte è sostituita da diversi ingredienti anche estranei al settore caseario. E si chiamano proprio “imitation cheese” nei paesi dove sono già presenti: sugli  scaffali dei supermercati americani, per esempio, potreste incontrare la imitation mozzarella e l’imitation american cheddar cheese. È un fenomeno di cui non si conoscono le proporzioni, ma che probabilmente è aumentato negli ultimi anni: si stima che circa 20 mila tonnellate di imitation cheese o cheese analogue vengano consumati ogni anno nei paesi dell’Unione Europea. Meno dell’1% dei consumi, comunque da non sottovalutare.Gli imitation cheese vengono messi a punto da team di tecnologi e produttori alla ricerca di formule che riproducano il più possibile le caratteristiche organolettiche dei formaggi autentici. Cosa contengono? Tra gli ingredienti troviamo amidi modificati, grassi vegetali vari – tra cui anche olio di palma – caseina, sottoprodotti di lavorazione del latte, fibre alimentari e aromi.

Ecco un esempio di etichetta   Imitation Mozzarella Cheese (Water, Partially Hydrogenated Soybean Oil With Citric Acid, Casein, Modified Food Starch, Dehydrated Mozzarella Cheese [Cheese {Milk, Culture, Rennet, Salt}, Milk Solids, Disodium Phosphate], Milk Protein Concentrate, Contains 2% Or Less of: Sodium Aluminum Phosphate, Salt, Lactic Acid, Disodium Phosphate, Artificial Mozzarella Flavor [Modified Corn Starch, Corn Maltodextrin, Lipolyzed Butterfat, Artificial Flavors, Flavors].

Se finiscono tra gli scaffali, il consumatore può accorgersene controllando l’etichetta. Ma accade se pizzerie o ristoratori ne fanno uso in cucina? Interrogativo che ci poniamo dopo aver letto che in Germania Petra Zachari, rappresentante di un’associazione di consumatori, ha dimostrato con una sia indagine che campioni di formaggi serviti in alcuni ristoranti tedeschi erano degli imitation cheese. Latitano studi condotti in altri stati europei. Ed è arrivato il momento di indagare per capire la portata del fenomeno anche in Italia, non siete d’accordo?

Gianna Ferretti

Per approfondire il tema, un articolo dal blog di Gianna Ferretti