rutta nelle scuole domande

video mele bambini Frutta nelle scuole 137110445Ci sono ancora molte cose da chiarire sul progetto Frutta nelle scuole. Le ricerche fatte per preparare gli articoli già apparsi su Il Fatto Alimentare hanno lasciato una serie di dubbi, che avremmo voluto chiarire parlando con il Ministero delle Politiche Agricole che gestisce il progetto stesso.

Ci sarebbe piaciuto capire, per esempio, in base a quali monitoraggi il Ministero affermi, nella risposta all’interrogazione presentata dall’onorevole Gagnarli (M5S) che “gli alunni delle scuole primarie coinvolti nel programma hanno consumato almeno una porzione di frutta in più al giorno; le relative famiglie hanno recepito il messaggio educativo connesso al Programma e modificato le abitudini alimentari con un consumo più assiduo e variato di frutta stagionale; il numero delle scuole primarie che aderiscono all’iniziativa è in crescente aumento”. Gli ultimi dati che è stato possibile rintracciare risalgono al 2013, e da questi – così come dall’indagine SWG Nomisma del 2012 /2013 e persino dalla pagina FB del progetto – emergono numerose critiche delle famiglie legate soprattutto alla qualità dei prodotti. Critiche cui i responsabili del progetto non sembrano aver dato seguito. Diciamo che in generale il materiale destinato a promuovere l’informazione è scarsamente aggiornato e poco curato.

frutta cassette
Il materiale destinato a promuovere l’informazione è scarsamente aggiornato e poco curato

Non è stato inoltre possibile recuperare dati sulla quantità di frutta effettivamente consumata dai bambini, né sull’ammontare di quella finita nel bidone dei rifiuti. Si tratta di due elementi cruciali per valutare l’efficienza del progetto. Dalle nostre ricerche è emerso un altro elemento preoccupante: il contributo previsto per le scuole che partecipano alle iniziative viene elargito direttamente dalle aziende fornitrici. Questo contributo che ammonta a 2 euro a bambino rischia di indurre le scuole stesse a una maggiore indulgenza nei confronti di eventuali problemi. La somma può sembrare irrisoria ma non lo è affatto considerando che ormai le scuole hanno budget ridicoli da destinare all’attività didattica e alla realizzazione di progetti educativi.

Per tutti questi motivi il 27 marzo – abbiamo inviato all’Ufficio Stampa del Ministero le domande che seguono. Purtroppo però, nonostante le nostre insistenze, e le assicurazioni che il materiale era stato recuperato e che le stesse erano quasi pronte. A distanza di 30 giorni non è arrivata nessuna risposta ufficiale. Per questo motivo abbiamo deciso di pubblicare le domande, sperando che il ritardo sia dovuto a un problema momentaneo.

bambino frutta banana
Oltre il 40 % dei genitori esprime criticità relativa alla “qualità dei prodotti distribuiti”

Stiamo preparando un articolo sul Progetto Frutta nelle Scuole e vorremmo avere notizie più precise sul “monitoraggio” e sull’attuazione del programma cui si fa riferimento nella risposta all’interrogazione parlamentare fornita all’onorevole Gagnarli (M5S) dove si parla di rilevazioni Ismea del 2013. Esistono dati più recenti? Il progetto europeo prevede un monitoraggio annuale, quali sono gli ultimi dati disponibili?

Si è molto parlato di proteste degli utenti e delle famiglie relative alla qualità della frutta e alle modalità di distribuzione segnalate (anche sulla pagina FB dell’iniziativa). Nell’indagine Swg Nomisma relativa all’anno 2012/2013   questo aspetto è specificamente indicato come punto di debolezza del programma, mentre nell’indagine Ismea emerge che oltre il 40 % dei genitori esprime criticità relativa alla “qualità dei prodotti distribuiti”. Sarebbe interessante avere precise indicazioni sui i problemi emersi.

Nell’indagine Ismea si fa riferimento a oltre un milione di bambini raggiunti. Non c’è però nessuna domanda relativa all’effettivo consumo della frutta distribuita, per quale ragione?

Sono disponibili dati sulla quantità degli imballaggi utilizzati, e la percentuale di questi che dovrebbe essere recuperata visto che nella risposta all’interrogazione dell’onorevole Gagnarli si dice “Gli imballaggi diversi dalle monoporzioni vengono ritirati dagli stessi distributori per essere riutilizzati”)?

Per quale motivo è stato deciso che debbano essere direttamente le aziende a elargire il contributo previsto per le scuole di due euro ad alunno? In questo modo non c’è il rischio che le scuole stesse siano indotte a venir meno al loro ruolo di “controllori” dell’iniziativa? Vorremmo inoltre sapere quali sono le modalità di gestione e aggiornamento del sito internet. Forse le richieste possono sembrare troppe,  ma stiamo parlando di un progetto di quasi 27 milioni di euro che ha generato molte polemiche anche gravi negli ultimi anni e che non funziona come dovrebbe.

© Riproduzione riservata. Foto: istockphotos.com

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sara
sara
8 Maggio 2015 08:13

Il progetto mi è piaciuto molto all’ inizio, dato che alle mie figlie venivano date mele, banane, mandarini, arance, pere… mi arrivavano a casa e glieli davo per merenda.
Probabilmente per semplificare il consumo e anche per risparmiare sulle porzioni, hanno cominciato a distribuire buste di pezzi di frutta.
Mi arrivavano lo stesso a casa! Il sapore era terribile! La frutta sapeva e odorava di plastica! Io lavavo sempre quella frutta, per lo stesso motivo per cui si deve lavare l’insalata in busta, e qualche volta ho dovuto buttarla perché aveva un odore alcolico! Fermentava! !!
Mi è rimasto impresso l’ episodio del melone!
Mia figlia era entusiasta! Adora il melone!
Aprii le bustine e sentii un odore terribile! Osservai la data: era stato imbustato tre giorni prima! Era irrancidioo e alcolico!
Una cosa veramente deprecabile!
Per invogliare i bambini a mangiare frutta, questa deve essere di qualità, matura, altrimenti i bambini cominciano a provare repulsione!
Da allora ho proibito alle mie figlie di mangiare la frutta pretagliata a scuola!