Emanuela Zuccalà insieme alla fotografa Simona Ghizzoni hanno raccolto immagini e interviste sulle donne Saharawi nel Sahara Occidentale occupato e nei campi profughi in Algeria. Si tratta di testimonianze di donne vittime di tortura, incarcerazioni illegali, sparizioni forzate e bombe al napalm durante la guerra tra il Marocco e i Saharawi (un conflitto che si trascina dal 1975, riemersa nelle cronache per il sequestro di Rossella Urru, rapita proprio nei campi profughi saharawi in Algeria).

 

«La Fondazione americana The Aftermath Project ha coperto le nostre spese di viaggio grazie a un premio che abbiamo vinto lo scorso anno, ma non siamo riuscite a trovare altri finanziamenti per poterci permettere la produzione del documentario “Just to let you know that I’m alive“.

Per portare a termine il progetto stiamo sperimentando il crowdfunding. Il 24 settembre abbiamo lanciato la campagna di raccolta fondi sul sito Emphas.is

 

Sul blog di Emanuela è postata la storia di Hayat, una ragazza saharawi che ha avuto il coraggio di raccontare pubblicamente lo stupro subito.

 

«Da quando la raccolta fondi è iniziata sono arrivati tanti contributi anche da generosi sconosciuti. Mancano meno di 47 giorni per raggiungere l’obiettivo di 12,200 dollari: contiamo sempre sul vostro prezioso aiuto.»

 

A Roma, lunedì 22 ottobre alle 21, al Teatro Due di vicolo Due Macelli 37, Simona presenterà una selezione di foto da JUST TO LET YOU KNOW THAT I’M ALIVE durante l’iniziativa Shades of Women, una rassegna dedicata al mondo della fotografia al femminile. L’ingresso è libero.

Si può guardare una preview del documentario al sito Zona.org (l’organizzazione culturale con cui le autrici collaborano)

 

Foto: Zona.org