La celiachia colpisce l’1% della popolazione italiana e ha un’incidenza doppia nelle donne. E’ questo il dato che emerge dalla Relazione 2010 del Ministero della Salute su una malattia che ormai coinvolge 600 mila persone. Per la prima volta è stato possibile definire un quadro generale con i dati provenienti da tutte le Regioni e dalle Province Autonome.

Il numero dei cittadini intolleranti al glutine è elevato, ma in realtà le persone che si sono sottoposte ai test e sono risultate positive sono solo 122.482. Il dato è sicuramente parziale, per questo motivo il Servizio sanitario nazionale deve sensibilizzare le persone che manifestano i sintomi dell’intolleranza alimentare  a realizzare i test diagnostici.

Da un punto di vista geografico la malattia risulta distribuita in modo omogeneo e il numero delle persone che scoprono di essere celiache è in continuo aumento. La regione che ne ospita di più è la Lombardia con il 15,3% del totale, seguita da Lazio 11,2% e Campania 11%.

Una diagnosi precoce e l’avvio immediato di una dieta priva di glutine possono evitare le complicanze che ne derivano. Da qualche anno i prodotti gluten-free sono acquistabili anche al supermercato (oltre che in farmacia). Sulle confezioni è ben visibile la dicitura “senza glutine” e/o il simbolo dei prodotti privi di glutine, una spiga sbarrata (il  marchio  della spiga è di proprietà dell’Associazione italiana celiaci  eviene concesso su licenza, previa certificazione di SGS che verifica il rispetto di un disciplinare. Esistono in commercio anche prodotti senza la spiga sbarrata che riportano la dicitura “senza glutine” e sono adatti ai celiaci).

Box sulla nuova regolamentazione per gli alimenti senza glutine.

Dal 1 gennaio 2012 verrà applicato il nuovo Regolamento CE N. 41/2009  relativo alla composizione e all’etichettatura dei prodotti alimentari adatti alle persone intolleranti al glutine (G.U.C.E. L 16 del 21 gennaio 2009). Sono ammesse solo le seguenti diciture:

• «con contenuto di glutine molto basso» se il contenuto di glutine non supera 100 mg/ kg; 

• «senza glutine» se il contenuto di glutine non supera 20 mg/kg.

Al fine di esplicitare alcuni punti del suddetto Regolamento comunitario, il Ministero della Salute ha pubblicato la Circolare 5 novembre 2009, in particolare l’Allegato 3 Prodotti senza glutine”:

1. Qualsiasi prodotto, per cui le aziende possano garantire l’assenza di glutine (glutine < 20 ppm), può riportare la dicitura “senza glutine”. La dicitura: “non contiene fonti di glutine” va sostituita con la dicitura “senza glutine”. L’utilizzo di questa indicazione è di natura volontaria.

2. I prodotti dietetici senza glutine restano soggetti alla procedura di notifica (D.L. 111/92);

3. Il limite di glutine di 100 ppm è ammesso solo per i prodotti dietetici a base di ingredienti depurati di glutine. Tali prodotti devono riportare obbligatoriamente la dicitura “con contenuto di glutine molto basso”

4. I prodotti dietetici “con contenuto di glutine molto basso” non sono ammessi nel registro nazionale ai fini dell’erogabilità a carico del S.S.N.;

5. I prodotti “naturalmente senza glutine” ossia quelli non contenenti glutine e non trasformati, come frutta, verdura, carne, pesce, latte, uova, non potranno utilizzare il claim “senza glutine”.

6. Per gli alimenti di uso corrente l’impiego della dizione “senza glutine” in etichetta è ammesso solo qualora l’azienda produttrice sia in grado di garantire sia l’assenza di ingredienti derivati da cereali contenenti glutine sia l’assenza di potenziali fonti di contaminazione durante il processo produttivo.

7. La dicitura “può contenere tracce di glutine” è utilizzata dalle aziende per indicare una potenziale presenza di glutine per contaminazione accidentale. Tale dicitura non è comunque contemplata fra gli obblighi della normativa vigente.

 

Il Ministero della Salute sta inoltre effettuando una revisione dei prodotti finora notificati e inclusi nel Registro Nazionale al fine di eliminare dal regime di erogabilità gratuita a carico del SSN quei prodotti non essenziali a vantaggio di quelli essenziali.

 

 

Segnaliamo inoltre il libro Celiachia e dieta mediterranea senza glutine, di Gianna Ferretti e Letizia Saturni per Il Pensiero Scientifico Editore (14,00 €). Questa guida, rigorosa e completa, può essere uno strumento in più, non solo per tutti coloro che seguono una dieta gluten-free, ma anche per gli addetti ai lavori: medici, dietisti e operatori sanitari.

Valeria Nardi

 

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