Sul blog di Beppe Grillo si può vedere il video di Max Bugani, consigliere del Movimento 5 Stelle al Comune di Bologna, che punta il dito contro un’iniziativa della Coop. Stiamo parlando di Coop Origini, un’applicazione per cellulari e tablet che permette di conoscere la provenienza e l’origine degli ingredienti impiegati nei 1.400 prodotti a marchio Coop. Il meccanismo è semplice: basta andare sulla pagina internet, digitare il codice a barre o il nome del prodotto per conoscere la provenienza delle principali materie prime.

Nel video Max Bugani lascia intendere che l’iniziativa sia volta a sostenere la totale italianità dei prodotti e per “dimostrare” che la Coop ha mentito, evidenzia come molti ingredienti di alimenti come le fette biscottate, il succo di arancia e altri, provengano da paesi lontani. Dopo questa prima parte il consigliere, facendo leva sull’amore per il made in Italy e sul problema dell’occupazione, lascia intendere che se in Italia non c’è lavoro è anche perché la Coop compra l’olio di palma in Centroamerica, il grano dal Canada, il succo di arancia dal Brasile…

blog di beppe grillo coop originiIl tono è abbastanza ironico, e fa un po’ arrabbiare perché non esistono catene di supermercati in grado di vendere solo prodotti made in Italy, così come non esistono paesi al mondo autosufficienti in ambito alimentare.

C’è di più, come abbiamo scritto su queste pagine, la Coop non ha realizzato l’app per dimostrare che i prodotti a proprio marchio sono italiani, ma per fare sapere ai consumatori da dove provengono le materie prime, e per ribadire che sono fatti i controlli necessari per evitare illegalità e sfruttamento negli stabilimenti situati nei paesi dove è alto il rischio di lavoro minorile.

È difficile replicare al giovane consigliere visto che conosce poco le filiere alimentari e non riesce ad apprezzare un’interessante operazione di trasparenza nei confronti dei consumatori che potrebbe essere utilizzata come modello da altre catene e produttori.

coop origini tagliatelleDal canto suo, Coop ha risposto tramite la sua pagina Facebook con queste parole.

“Ciao a tutti sta girando un video ripreso anche dal blog di Beppe Grillo relativo all’App Origini che permette di verificare la provenienza delle materie prime prevalenti dei prodotti a marchio Coop. Il video manca però di tutta la spiegazione della campagna che il sito cooporigini.it spiega bene. Infatti il 60% delle materie prime utilizzate sono italiane così come lo sono il 90% dei fornitori. È altrettanto vero che pur previlegiando l’origine italiana, non tutto è producibile in Italia, per tanti motivi: disponibilità prodotti, stagionalità, ma anche qualità. Abbiamo quindi pensato fosse meglio comunque avere il coraggio di dire le cose come stanno, e cercare anche di spiegare il perché delle nostre scelte, in ottica di una massima trasparenza verso la gente. Una maggiore informazione avrebbe quindi evitato una lettura sbagliata della nostra campagna.”

In ogni caso chi volesse comprare solo prodotti italiani può farlo, dando la precedenza ai quelli Dop e a quelli a km zero che si trovano proprio utilizzando l’app messa a punto da Coop. Si tratta di una scelta che comporta non poche rinunce e una laboriosa ricerca, perché gli allevatori e gli agricoltori italiani non producono tutto ciò che portiamo in tavola.

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Paolo
8 Aprile 2014 14:40

In un mercato globale come è quello in cui viviamo mi sembra stupido stupirsi del fatto che alcune materie prime (anche alimentari) vengano dall’estero… Per ritornare ad un sistema di autoproduzione sarebbe opportuno un cambio radicale del sistema economico a livello globale… Mi sembra il tutto a dir poco utopico… Tant’è vero che è Coop a la prima a dire di rivolgersi a prodotti a KM zero per chi vuole essere più tranquillo (fidandoci ovviamente di ciò che ci viene venduto come DOP)
Purtroppo quando i non addetti ai lavori si mettono a polemizzare su argomenti che non conoscono fino in fondo rischiano di disinformare e confondere la gente a casa… Non di informarla!! Vedere anche caso Iene e striscia la notizia…

Alessandro
Alessandro
9 Aprile 2014 06:03

Complimenti ad Agnese per l’articolo chiaro ed efficace.
Anch’io utilizzo il sito Cooporigini, lo ritengo un’iniziativa molto importante ed è un peccato che Bugani non l’abbia capito per superficialità o malafede.

maurizio g.
maurizio g.
9 Aprile 2014 09:07

Sara’ il servizio poco incisivo e chiarificatore ma certamente la mia domanda quando acquisto un prodotto e’ la seguente:
Lavorato e confezionato in italia ? se si lo compero !
Nel filmato c’e’ una tisana prodotta in india con ingredienti provenienti da altri paesi…questo non si puo’ certo dire lavorato in italia….sia voi che il fimato non volete capire l’importanz del lavoro dei prodotti in italia,poi ovvio che le banane alle ns latitudini non crescono etc etc….sarebbe buono se le lavorazioni fossero in italia punto!

Alessandro
Alessandro
Reply to  maurizio g.
10 Aprile 2014 11:09

Scusi ma la Coop le dice dove è confezionato il prodotto, con quali materie prime e da dove provengono, poi sta a lei scegliere se acquistare o no.
Anch’io preferirei acquistare sempre prodotti made in Italy o comunque prodotti in paesi che, almeno sulla carta, offrano garanzie di qualità del prodotto e di “sistema”, se così non è semplicemente non li acquisto, ma almeno ho la possibilità si scegliere!

Alessandro
Alessandro
Reply to  Alessandro
10 Aprile 2014 17:12

Quali sono i paesi che secondo lei offrono garanzie di qualità di prodotto e di sistema e per quale motivo?

Alessandro
Alessandro
Reply to  Alessandro
11 Aprile 2014 09:38

E’ chiaro che mi riferisco all’Unione Europea e al Nord America (Stati Uniti e Canada).
Il motivo? Legislazione in materia e controlli.
Non hanno sistemi perfetti (e chi li ha, in qualunque campo?) ma almeno ci provano.

Paoblog
9 Aprile 2014 11:01

La critica è lecita ed utile se ben argomentata ovvero “prima di criticare, informati”, sennò fai solo Disinformazione che non solo non serve, ma fa pure danni.
*
Dopo di che c’è sicuramente da dire sul fatto che un prodotto confezionato in Italia con materie prime estere non è che sia un “prodotto italiano”, tuttavia facendo riferimento alla legislazione attuale mi sembra che in materia di trasparenza Coop offra qualcosa in più ai consumatori.
*
Anch’io prediligo il prodotto italiano, potendo, non fosse altro per aiutare la nostra economia, ma in ogni caso i numerosi richiami e sequestri di alimenti italiani, di frodi commesse da produttori italiani, attestano che non è che Italia sia sinonimo di Qualità. E’ tutto relativo…
*
Se poi Bugani riesce a comprare un caffè proveniente dalle piantagioni di Bergamo come di Napoli… 😉

marco
marco
Reply to  Paoblog
17 Aprile 2014 16:16

mi permetto solo di aggiungere che tra le tante frodi commesse da produttori italiani ci sono anche “produttori” che “commerciano” prodotti di origini diverse quindi facciamo attenzione
cosi’ come è vero che “prodotto italiano” non necessariamente significa qualità
è anche vero che “frode commessa da produttore italiano” non significa che si tratti di chi “produce 100% italiano” ma semplicemente che la commercializzazione avviene in italia

ci sono anche tante frodi di “commercianti italiani” che “producono in italia (non 100% origine italia)”

Roberto Guidotti
Roberto Guidotti
14 Aprile 2014 14:41

Per smascherare la versione ufficiale data dopo l’assassinio di JFK ci volle l’analisi logica di Bertrand Russell, ma per capire cosa sta alla base del punto di vista del sig. Bugani non è necessaria un’intelligenza superiore.
La colpa però è soprattutto della scarsa capacità del sistema agroalimentare di comunicare cosa fa e come lo fa.
Quanti italiani hanno un’idea precisa di cosa sia l’agricoltura, al di là delle tavolate sull’aia e dei figuranti in costume?
Riflettiamoci e diamoci da fare…

Matteo
Matteo
15 Aprile 2014 10:51

Purtroppo nessuno di quelli che ha commentato ha visto il video, ed il titolo è sbagliato (o fazioso).
La persona che ha fatto il video non ha criticato l’applicazione, ha solo messo in evidenza un fatto ovvio ma sottostimato da gran parte della popolazione, e cioè che gran parte degli alimenti che normalmente mangiamo vengono da molte parti del mondo. Lo scopo di questo video è far riflettere sul problema ecologico-ambientale che questo sistema globale comporta, e sulla mancanza di tutela concorrenziale delle ditte Italiane che sono ad alto valore di sicurezza alimentare (anche per merito del Sistema di controllo pubblico), ma che si trovano a scontrarsi commercialmente con prezzi ridicoli per sfruttamento della manodopera, etc…
Pensiamoci seriamente….

Matteo Galasso
Matteo Galasso
Reply to  Matteo
16 Aprile 2014 10:06

Io ho visto il video e la sua osservazione, se posso permettermi è un po’ approssimativa.
Innanzitutto è vero che le ditte italiane, per l’elevato costo del lavoro hanno vita difficile con la maggior parte dei paesi extra EU e extra nord america.
Non è sempre vero che le ditte italiane sono ad alto livello di sicurezza anche se riconosco il merito dei frequenti controlli del sistema pubblico: tuttavia lavoro con ditte peruviane/turche/indiane dove l’HACCP è applicato spesso meglio che da noi.
“problema ecologico-ambientale che questo sistema globale comporta” è un problema che detto così mi ricorda alcune campagne di greenpeace degli anni 70.
La globalizzazione è un problema complesso e affrontarlo così genericamente fa sorridere: le sembrerebbe più ecosostenibile se radessi al suolo tutta la pianura padana per fare coltivazioni di grano e rendere l’italia autosufficiente per questa materia prima?
le sembrerebbe corretto piantare le banane invece del limone di sorrento solo perché consumiamo più frutta che limoncello (forse)?
La bandiera della globalizzazione criminale va agitata con criterio..

sonia
sonia
17 Aprile 2014 10:20

I piccoli produttori non possono piazzare i loro prodotti sugli scaffali della coop per le condizioni che impone loro proprio la coop! Se l’economia locale arrivasse sugli scaffali sarebbe manna per tutti, ma i troppi interessi economici e la gestione di immagini e notizie, che di fatto imboccano gli onesti consumatori, non fanno emergere questa drammatica situzaione…avanti vuoto marketing!