L’Italia è un paese strano, si agita per le mozzarelle blu (anche se non ci sono pericoli in seguito all’ingestione) e trascura un centinaio di ricoveri ospedalieri per tossinfezioni dovute a cozze inquinate. La situazione è sotto controllo ma siamo ancora in una fase critica, visto che la quasi totalità degli allevamenti in Friuli Venezia Giulia e decine di quelli situati in Emilia- Romagna sono stati chiusi.

La questione ha varcato le frontiere visto che nel sistema di allerta europeo (Rasff) da tre settimane sono presenti segnalazioni di cozze contaminate spedite in altri paesi europei,  ritirate dal mercato. In questi casi gli allevatori e le aziende confezionatrici hanno ritirato cozze e vongole dal mercato avvisando i fornitori.  Il primo allerta verso il 20 settembre ha interessato frutti di mare consumate Piemonte ma provenienti dagli allevamenti del Friuli Venezia Giulia. A distanza di due settimane in questi giorni c’è stata un’altra segnalazione dalla Sardegna che però si riferisce a cozze con tossine diarretiche raccolte nello stesso periodo prima del 20 settembre sempre in Friuli.

La vicenda è abbastanza seria La causa di tutto è una microalga (invisibile ad occhio nudo) che in particolari condizioni climatiche si sviluppa in mare. La microalga produce biotossine lipofiliche del gruppo DSP (Diarrethic Shellfish Poisoning) come l’acido okadaico (OA) e suoi derivati chiamati dinophysitossine (DTXs) che provocano problemi intestinali.  Le cozze, più di altri bivalvi, filtrano elevate quantità di acqua e quindi catturano queste microalghe accumulando le biotossine nei tessuti edibili. L’aspetto inquietante è che le tossine non vengono denaturate con la normale temperatura di cottura, per cui le cozze contaminate anche se cucinate provocano disturbi intestinali che si manifestano successivamente in un intervallo variabile da 30 minuti fino a 7 ore dopo l’ingestione. La causa delle decine di tossinfezioni registrate in Piemonte e probabilmente in altre località sono causate  dalla vendita di cozze di contenenti la tossina. I Regolamenti CE prevedono limiti di legge molto precisi per questo tipo di  tossine e il superamento comporta la chiusura dell’allevamento e il ritiro dal mercato delle partite in distribuzione.

 La questione non interessa solo l’Italia In Francia poco tempo fa si sono registrati oltre 200 ricoveri ospedalieri e in Spagna ci sono stati diversi focolai. «Il fenomeno è casuale e la presenza di microalghe tossiche o potenzialmente tossiche non è prevedibile – spiega Roberto Poletti direttore del Centro ricerche marine di Cesenatico. La crescita è regolata da meccanismi biologici legati a fattori chimico fisici e idrodinamici dell’acqua (condizioni climatiche). Queste microalghe colpiscono la mitilicoltura “a macchia di leopardo” e per questo occorre intensificare i controlli delle acque marine, unica vera arma di prevenzione per la tutela dei consumatori, chiudendo subito gli allevamenti quando nei mitili si trova un elevato numero di microalghe o livelli di tossine superiori ai limiti di legge. I controlli da parte delle Asl negli allevamenti vengono fatti settimanalmente e questo dovrebbe permette un monitoraggio costante della situazione. I risultati delle analisi richiedono, in alcuni casi, tempi molto brevi. Ogni volta che si riscontra  un problema comunichiamo in tempo reale i risultati alle Asl come è stato fatto in questo periodo». Va detto che questa tossinfezione può assumere una sintomatologia più severa quando l’ingestione della tossina colpisce bambini, e anziani.

Cosa fare ? Consigliare di sospendere momentaneamente il consumo di cozze e rinunciare al risotto ai frutti di mare al ristorante può essere valido, anche se  le cozze confezionate poste in vendita dovrebbero essere salubri. I questo periodo dell’anno cominciano ad essere importati mitili da altri Paesi comunitari e quindi il consumatore può avere una maggiore possibilità di scelta.  Diciamo che ci vuole un pizzico di attenzione e prudenza e aspettare per i gustosi mitili dell’Adriatico che la situazione torni normale. Tanto rumore per le mozzarelle colorate ma innocue e tanto silenzio per le cozze di bell’aspetto ma talvolta molto più insidiose. L’Italia è un paese strano.

Roberto La Pira

Foto apertura cucina.doki.it

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