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Oltre 43 milioni di ettari di superficie agricola è dedicata a colture biologiche

Sono oltre 43 milioni gli ettari di coltivazioni biologiche in tutto il mondo, circa l’1% di tutti i terreni agricoli. Come riporta il periodico Valori con una semplice mappa, questi sono i numeri che emergono dall’ultimo rapporto congiunto di FiBL (Forschunginstitut für biologischen Landbau) e Ifoam (International federation of organic agriculture movements) sull’agricoltura biologica.

Da questi dati emerge che l’Australia, con il suoi oltre 17 milioni di ettari di campi bio, è il paese con la maggiore estensione seguita dall’Argentina, con più di 3 milioni ettari di colture, da Stati Uniti e Cina, ciascuna con oltre 2 milioni ettari. L’Italia occupa una buona posizione con i suoi 1.317.000 ettari inferiori a quelli della Spagna (1.610.000 ettari), ma superiori a Francia e Germania (1.061.000 ettari).

La classifica si ribalta se guardiamo i numeri da un altro punto di vista, quello degli ettari di coltivazioni bio in rapporto ai terreni agricoli del paese. In testa troviamo le Isole Falkland, dove il 36% delle colture sono biologiche, seguite dal piccolissimo Liechtenstein, dove con solo mille ettari coltivati a bio fa schizzare la percentuale al 31%, e dall’Austria (19%). Gli ettari dedicati all’agricoltura biologica in Italia sono il 10% del totale.

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mappa valori biologico

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Francesco Donadini
26 Settembre 2016 19:49

perchè non viene citata l’India che è il paese che ha il maggior numero al mondo di coltivatori bio?

roberto pinton
roberto pinton
28 Settembre 2016 09:15

Qualche errore di battuta.

Gli ettari biologici in Italia nel 2014 in Australia non erano 17.000, ma 17.150.000 (anche se in prevalenza a pascolo per il bestiame), in Argentina non erano 3.000, ma 3.061.965, negli Stati Uniti si era sì sopra i 2.000 ettari, ma …molto sopra: 2.178.471 , mentre in Cina gli ettari erano 1.925.000.
Gli ettari biologici in Italia erano non 1.317, ma 1.387.913, differenza nion dipoco conto: per capirci, solo gli ettari ad asparagi, carciofi e spinaci erano 1.438…

I dati 2015 registrano un ulteriore sviluppo: gli ettari totali son passati a 1.429.579, che pesano per il 12% dell’intera superficie agricola nazionale, con una crescita di quasi di un punto percentuale.

Chiave di lettura da tener presente: oltre che a un certo moderato aumento della sensibilità ambientale (e di tutela della propria salute) tra i produttori agricoli e a un costante aumento della domanda, lo sviluppo del numero di aziende biologiche e delle superfici in una certa parte dipende dai prezzi insostenibili che l’industria e la distribuzione impongono agli agricoltori convenzionali, prezzi che non coprono i costi di produzione (in particolare per cereali, latte, oli d’oliva, pomodoro da industria, ma si tratta solo dei casi più eclatanti, non è che per altre produzioni vada molto meglio) e li accompagnano inesorabilmente alla chiusura.
Una certa parte delle new entries nel biologico è costituita da imprese che cercano di affrancarsi da un mercato convenzionale che li strozza e li scanna.
Sono i risultati della ricerca del prodotto più low cost possibile, anche se i prezzi non sono assolutamente sostenibili da parte di chi i prodotti li fa: è una sanguinosa guerra tra poveracci.

Non si può pretendere “prodotto italiano” senza esser disposti a pagare i costi che produrre in Italia comporta.
Al censimento 1990 in Italia avevamo 3.023.344 aziende agricole, a quello 2010 ne avevamo 1.630.420: in vent’anni ne abbiamo perse un milione e quattrocentomila.
Quello dei prezzi non è l’unico motivo (sarebbe un discorso lungo), ma se si fossero pagati prezzi equi (l’equo e solidale non può valere solo per i prodotti dei Paesi in via di sviluppo) in soli vent’anni non avrebbe chiuso i battenti un numero di agricoltori superiore a quello dei residenti del comune di Milano.

Motivo per cui ragionamenti tipo “i prodotti biologici sono cari” van presi con pinze molto lunghe: sono i prezzi dei prodotti convenzionali a esser troppo bassi, al punto di strangolare gli agricoltori e a far loro chiudere baracca e burattini.

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Giulia Crepaldi
Reply to  roberto pinton
28 Settembre 2016 09:40

Abbiamo provveduto a correggere gli errori nel testo.
Grazie della segnalazione e degli interessanti spunti di riflessione.

luigi
luigi
29 Settembre 2016 15:33

assolutamente d’accordo con Pinton.

marco
marco
4 Ottobre 2016 12:46

anche io sono d’accordo con il Sig. Pinton………..”gli altri prezzi sono troppo bassi” … ma è anche vero che “certi BIO” approfittano di tale “qualifica” anche quando c’è poco merito …..