assortimento di cupcake con glasse colarate

Quale mamma darebbe  al proprio bambino una bibita o uno snack con questo avvertimento sull’etichetta: “Può influire negativamente sull’attività e l’attenzione dei bambini”?  E così dal 2010, con l’entrata in vigore del Regolamento europeo 1333/2008 che impone questa dicitura sui prodotti che contengono i coloranti E 102, E 104, E 110, E 122, E 124 ed E 129, è praticamente finito l’uso di questi additivi.

La questione è delicata perché stiamo parlando di coloranti molto utilizzati dalle imprese per un’ampia gamma di alimentari destinati a grandi e piccoli, come bevande analcoliche, caramelle, snack, prodotti da forno e dessert.

Lo studio su coloranti e iperattività

Tutto è iniziato con uno studio di qualche anno fa dell’università di Southampton che correlava la presenza di questi coloranti all’iperattività dei bambini. Ci sono state lunghe discussioni e molte polemiche, perché lo studio riguardava un cocktail di coloranti e le accuse erano considerate dal mondo  industriale troppo generiche. Anche il panel dell’Autorità europea per la sicurezza alimentare (Efsa) di Parma che si occupa di additivi quando ha esaminato il problema ha espresso un parere generico, trovandosi di fronte a uno studio  realizzato su miscele di coloranti e non su singoli composti.

La normativa europea

Però le cose sono andate avanti, e un anno fa il panel ha preso in considerazione gli studi tossicologici più recenti su questi singoli coloranti, decidendo di ridurre la dose giornaliera accettabile (Dga) per giallo chinolina (E104), giallo arancio S (E110) e rosso cocciniglia A (E124), e riconoscendo che parte della popolazione può manifestare intolleranza alla tartrazina (E 102) anche al di sotto della Dga. Nel frattempo la questione era già arrivata al Parlamento europeo che, nel dicembre 2008, in piena autonomia ha optato per una forma di cautela, inserendo sull’etichetta la scritta “può influire negativamente sull’attività e l’attenzione dei bambini ”.

Uno studio dell’università di Southampton che correlava la presenza di alcuni coloranti all’iperattività dei bambini
Uno studio dell’università di Southampton che correlava la presenza di alcuni coloranti all’iperattività dei bambini

In questi anni alcune industrie hanno cercato alternative, ricorrendo a coloranti ottenuti da vegetali (erbe, ortaggi, frutta, petali di fiori) in grado di dare la stessa tonalità e stabilità.

Le alternative

Gianna Ferretti dell’università Politecnica delle Marche nel suo blog trashfood.com riferisce di nuovi ingredienti, come l’estratto di cartamo (un fiore dai petali aranciati conosciuto anche con il nome di zafferanone), usato per colorare di giallo le bibite analcoliche al posto della tartrazina. Per il colore rosso si pensa al licopene ottenuto dai pomodori, all’estratto di rape rosse o alle antocianine ricavate da frutti di bosco. Estratti di curcuma o paprika potranno essere impiegati per conferire diverse sfumature dal giallo all’arancione.

Il nuovo regolamento di fatto è un buon motivo per le aziende per trovare nuovi coloranti ed evitare quindi di dover riportare sulle etichette una frase così poco incentivante all’acquisto e al consumo. Eppure qualcuno resiste. Ecco un “avvistamento” fatto da Gianna Ferretti: Surrogato crema e coloranti E102 e E110.

Riepilogando, i coloranti oggetto della normativa sono:

  • E 102: tartrazina
  • E 110: giallo tramonto FCF, giallo arancio S
  • E 104: giallo di chinolina
  • E 122: azorubina, carmoisina
  • E 129: rosso allura AC
  • E 124: Ponceau 4R, rosso cocciniglia A

foto: Photos.com