Quanto costa un uovo di Pasqua? I prezzi oscillano da 30 sino a 45 €/kg per quelli che contengono come regali pupazzi e gadget dei cartoni animati o di altri personaggi graditi dai bambini. Per un uovo da tre etti bisogna preventivare 9 -14 euro, ma basta aspettare 10 giorni per trovare degli sconti interessanti.

 

Il prezzo può sembrare elevato, perchè spesso si fa un confronto improprio con le tavolette che costano 3-4 volte meno. Gli elementi da considerare però sono diversi: l’imballo molto vistoso, le spese di produzione e spedizione, le dimensioni, la sorpresa e il ricarico del supermercato che deve predisporre uno spazio molto ampio, fanno lievitare i costi.

 

L’aspetto paradossale però è un altro. Curiosando tra gli scaffali si scopre che l’uovo più costoso non è il più grande ma il più piccolo. Si tratta di Kinder Gransorpresa da 41 g (il doppio rispetto a quello presente nei negozi tutto l’anno) venduto al prezzo record di 82 euro/kg.

 

È vero che per comprare l’ovetto bastano 3,4 euro, ma si tratta di una cifra comunque  esagerata. Altre marche propongono uova mignon di analoghe dimensioni a prezzi dimezzati e in alcuni casi basta un euro.

 

In effetti tutta la gamma Ferrero ha prezzi sbalorditivi. Nei supermercati Esselunga le uova della serie Kinder Gransorpresa di 150/ 220 g sono vendute a 58-60 €/kg. Per comprendere il divario basta dire che quelle firmate: Bauli, Pernigotti, Dolci preziosi, Milka, Balocco oscillano da 30 a 40 €/kg.

 

Qualcuno considera le sorprese Ferrero più belle, ma è altrettanto vero che l’ovetto non è tutto di cioccolato come gli altri. È sufficiente leggere l’etichetta per rendersene conto. La scritta precisa: “Uovo dolce con sorpresa ricoperto di puro cioccolato”. La definizione curiosa si rende necessaria  perché  siamo di fronte a un uovo “ibrido”, dove il guscio bianco interno è un dolce preparato con grassi vegetali che non può essere chiamato cioccolato. Se proprio bisogna comprare l’ovetto di Pasqua formato mignon, ci si può orientare sui prodotti di cioccolato al 100% che costano anche la metà.

 

Roberto La Pira

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xspray
xspray
13 Marzo 2012 16:46

Chissà perchè ogni anno su ilfattoalimentare.it c’è il prezzo al kg del kinder gransorpresa mini!!!Se non è accanimento contro la ferrero questo!!!

"il guscio bianco interno è un dolce preparato con grassi vegetali che non può essere chiamato cioccolato"
Ma come???Sicuro che non ci sia anche il latte???Da questa descrizione sembra che la parte bianca siano solo grassi vegetali!!!
E infatti che il gransorpresa abbia più latte rispetto ai concorrenti è risaputo.In pratica:se mettono tutto cioccolato fa male perchè c’è poco latte,se mettono il latte non è cioccolato al 100%.Qua si vuole "la botte piena e la moglie ubriaca"

Roberto La PIra
Roberto La PIra
13 Marzo 2012 17:29

Gentile Xpray, considerare accanimento un articolo l’anno sull’azienda leader di mercato delle uova di Pasqua, mi sembra esagerato. Pubblichiamo 1000 articoli l’anno e sarebbe strano non contemplare spesso marchi come Ferrero, Barilla soprattuto quando ci sono temi di attualità. Ferrero dice che il guscio interno dell’ovetto Kinder non è cioccolato, noi lo abbiamo solo ripetuto. Sul fatto che faccia bene o male il cioccolato … possiamo discutere

xspray
xspray
13 Marzo 2012 21:07

@Roberto La Pira
Che il kinder gransorpresa non sia tutto di cioccolato è risaputo,ma leggendo l’articolo sembra che la parte bianca sia fatta solo con grassi vegetali.
Ovviamente il kinder gransorpresa mini ha un prezzo spropositato,anche se difficilmente ce ne accorgeremo.
Le uova della ferrero sono quelle che piacciono di più ai bambini non solo per le sorprese ma anche per l’uovo,che ha un gusto totalmente diverso da quello delle uova concorrenti.
Personalmente,se dovessi comprare un’uovo così piccolo comprerei un kinder.Perchè se il gransorpresa costa â

ELVIRA
ELVIRA
15 Marzo 2012 08:01

Buongiorno, pensando alla salute preferisco un ovetto di puro cioccolato fondente, magari equosolidale.
Meglio ancora: prendo il cioccolato fondente, lo stampo e lo preparo da me. Così ci posso mettere dentro la sorpresa che preferisco.

giovanni
giovanni
15 Marzo 2012 16:18

Non ho niente contro la Ferrero, anzi, mi picciono parecchi suoi prodotti, ma il Kinder propio non lo sopporto, io non riesco a capire come faccia a piacere, nessun sapore di cioccolato, e l’unica cosa sotto le papille e una grassa e zuccherossa roba che non saprei come definire …..

Imarcol
Imarcol
15 Marzo 2012 16:49

Gentile signor La Pira ha tutto il mio appoggio!sono un artigiano che produce anche uova in cioccolato PURO che ha un costo e una difficoltà di lavorazione ben diversi da cioccolati dove una parte(se non la totalità) di burro di cacao è sostituita da grassi vegetali meno’ nobili'(e meno costosi e più semplici da lavorare)…l’interno del kinder è ‘costruito’ su grassi vegetali zucchero e latte in polvere come la maggior parte dei ripieni delle merendine (così hanno anche meno problemi di conservazione)..ed è assurdo il margine di ricarico di questi prodotti industriali:quanto dovrebbe costare allora un prodotto veramente artigianale e di qualità?mi sembra che il brand il marchio e la pubblicità in tv abbiano più valore della vera qualità di quello che mangiamo o facciamo mangiare ai nostri figli..
Buona serata

sara
sara
16 Marzo 2012 16:06

Io a Pasqua solo uovo kinder..non è pasqua senza l’uovo kinder! e poi ha anche delle belle sorprese..
è come il pandoro Bauli a natale..e comunque sono gusti..

posso chiedere chi da la materia prima all’artigiano sopra che scrive per creare un uovo di cioccolato puro?..eheheheh io direi un’industria.. 😉

Enrico
Enrico
20 Marzo 2012 15:22

Sara. Nulla contro l’industria in se. Ma c’è una bella differenza tra un cioccolato industriali o semindustriale di alta qualità (Domori, Amedei o simili, ma anche alcuni più che dignitosi prodotti Perugina) e certi cioccolati di bassa lega che spesso vengono rifilati (paradossalmente soprattutto nei prodotti per bambini) da certe industrie.

Enrico
Enrico
20 Marzo 2012 15:20

Xspray. Come sarebbe "se mettono tutto cioccolato fa male perchè c’è poco latte"?!? è abbastanza risaputo che il cioccolato fondente fa molto più bene di quello al latte, in cui vengono a mancare antiossidanti, polifenoli e tutti gli altri componenti che danno al cioccolato le sue proprietà, sostituiti da proteine e grassi animali (senza peraltro nessuna delle qualità del latte fresco), spesso (come nel caso della kinder) anche con l’aggiunta do oli vegetali di scarsa qualità.

luigi
luigi
21 Marzo 2012 10:29

premetto che lavoro nel settore dolciario, ma vorrei darvi alcune info che credo Vi servano per farvi obiettivamente un’idea.1)La qualità dei prodotti, non dipende dalla grandezza del produttore e anzi conoscendo entrambe le realtà, vi garantisco che normalmente i produttori blasonati sono anche quelli che adottano tecnologie e materie prime di qualità elevata. Difficilmente l’artigiano potrebbe fare altrettanto.2)dal punto di vista nutrizionale un ripieno a base latte è certamente preferibile ad un cioccolato fondente.Inoltre si tratta di prodotti destinati a bambini e quindi il fattore organolettico è decisivo. Provate a far assaggiare il fondente a vostro figlio… e mi direte. 3)E’ vero che il prezzo dei prodotti Ferrero è sopra la media, ma il fatto che siano i più scelti dal consumatore, probabilmente premia le politica fatta da questa azienda.Più in generale mai come oggi la qualità complessiva di un bene risulta essere la migliore pubblicità dello stesso.

giuseppe
giuseppe
25 Marzo 2012 23:11

Non sono un pasticcere e francamente non mi importa di questa o quell’altra azienda. Mi/vi faccio una domanda da consumatore: ma davvero e’ cosi’ normale che un uovo di cioccolato costi 80-82 euro al kg? Signori, ma siamo impazziti, o cosa? La sorpresa? 82 euro al kg ed un giochino usa e getta…e stiamo ancora qui a chiederci quante decine di grammi di latte ci siano o non ci siano…boh? Contenti voi! A me sta cosa scandalizza punto e basta. Buona degustazione…

Lu
Lu
30 Marzo 2012 07:27

@ Sig. Luigi, i miei figlioli
mangiano tranquillamente il fondente. il + piccolo ha tre anni. è questione di abitudini…