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L’8 luglio il Parlamento europeo ha approvato una risoluzione sulla conduzione dei negoziati

Dopo una lunga impasse, l’8 luglio il Parlamento europeo ha approvato una risoluzione con le raccomandazioni alla Commissione Ue sulla conduzione dei negoziati relativi al TTIP iniziati nel2013 (Trattato di libero scambio tra Unione europea e Stati Uniti).  La risoluzione – approvata con 436 voti favorevoli, 241 voti contrari e 32 astensioni – è frutto del compromesso raggiunto dai due principali gruppi, socialdemocratici e popolari, sul punto di maggior contestazione, quello relativo alla clausola per la risoluzione dei contenziosi tra investitori stranieri e Stati (Investor-State Dispute Settlement – ISDS).

La prima soluzione proposta prevedeva la costituzione di collegi arbitrali, che avrebbero bypassato le giurisdizioni nazionali. Questa scelta ha destato serie preoccupazioni sull’indipendenza degli avvocati destinati a fare da arbitri in questi tribunali privati e sulla possibilità di mettere in discussione il diritto dei singoli Stati e della stessa Unione europea di approvare norme più severe, in particolare in materia di sicurezza alimentare e di tutela ambientale.

12/07/2014 - Protests against the EU-US trade deal (TTIP - Transatlantic Trade and Investment Partnership) outside Europe House, the London Headquarters of the European Commission and the European Parliament, in Smith Square, London. A puppeteer on stilts with a 'puppet' dressed as an NHS nurse to highlight the threat the deal poses to public services like the NHS.
Una protesta a Londra contro il TTIP

La risoluzione del Parlamento europeo, che ha lasciato insoddisfatti gli oppositori del TTIP, raccomanda alla Commissione Ue di sostituire il sistema ISDS con un nuovo metodo, che “sia soggetto ai principi e al controllo democratico, nell’ambito del quale i possibili casi siano trattati in modo trasparente da giudici togati, nominati pubblicamente e indipendenti, durante udienze pubbliche e che preveda un meccanismo di appello in grado di assicurare la coerenza delle sentenze e il rispetto della giurisdizione dei tribunali dell’Unione e degli Stati membri, e nell’ambito del quale gli interessi privati non possano compromettere gli obiettivi di interesse pubblico”.

Le raccomandazioni degli eurodeputati riguardano anche vari aspetti del settore agroalimentare, a cominciare dalla richiesta che la Commissione Ue di riconoscere che “non vi sarà alcun accordo nei settori in cui l’Unione europea e gli Stati Uniti hanno norme molto diverse, come ad esempio nel caso dei servizi sanitari pubblici, gli ogm, l’impiego di ormoni nel settore bovino, il regolamento REACH (riguardante le sostanze chimiche, ndr) e la sua attuazione, e la clonazione degli animali a scopo di allevamento”, e che quindi “non siano condotti negoziati in proposito”.

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TTIP: è prevista la costituzione di un organismo per la cooperazione normativa tra Ue e Usa

La risoluzione del Parlamento europeo distingue tre tipologie e tre livelli di cooperazione differenti quando afferma che “i negoziatori di entrambe le parti devono individuare ed essere estremamente chiari circa le procedure e gli standard tecnici che sono fondamentali e su cui non possono esservi compromessi, quelli che possono formare l’oggetto di un approccio comune, che sono i settori in cui è auspicabile il riconoscimento reciproco basato su rigorosi standard comuni e un solido sistema di vigilanza del mercato, e quelli per i quali è possibile semplicemente migliorare lo scambio di informazioni”.

Nell’impianto del TTIP è anche prevista la costituzione di un organismo per la cooperazione normativa tra Ue e Usa, in cui valutare le eventuali modifiche che le due parti intenderanno apportare, nel tempo, alle proprie legislazioni. Il Parlamento europeo esprime la preoccupazione che questo organismo possa bypassare le sedi istituzionali di decisione e di controllo democratico, e quindi raccomanda alla Commissione Ue di “specificare il ruolo, la composizione e lo statuto giuridico dell’organismo di cooperazione normativa, tenendo conto del fatto che qualsiasi applicazione diretta e obbligatoria delle sue raccomandazioni costituirebbe una violazione delle procedure legislative stabilite nei trattati; controllare inoltre che sia fatta salva la facoltà delle autorità nazionali, regionali e locali di legiferare nei rispettivi ambiti di competenza, in particolare per quanto riguarda le politiche sociali e ambientali”.

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Anche in Italia non mancano le proteste contro il TTIP

Il Parlamento  raccomanda alla Commissione di garantire che nei negoziati sulle misure sanitarie e fitosanitarie “non vengano compromessi in alcun modo gli elevati standard che sono stati definiti per tutelare la sicurezza alimentare e la vita o la salute umana, animale o vegetale nell’Ue”, assicurando “il livello più elevato di protezione della salute e della sicurezza, conformemente al principio di precauzione”. Per quanto riguarda i prodotti alimentare a cui l’Unione europea ha riconosciuto l’indicazione geografica protetta, il Parlamento  chiede alla Commissione  di garantirne “il pieno riconoscimento e una forte protezione giuridica”.

Infine, sul limitato grado di trasparenza dei negoziati registrata in questi anni di trattativa, la risoluzione del Parlamento europeo osserva un deficit di controllo democratico e auspica  un incremento del  numero di documenti negoziali accessibili al pubblico. Dopo il voto degli eurodeputati, il 13 luglio è iniziata a Bruxelles la decima tornata di negoziazioni tra Ue e Usa, che durerà una settimana e in cui si dovrebbe cominciare ad affrontare i temi più controversi, sinora accantonati.

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Sergio
Sergio
15 Luglio 2015 10:29

Mi fa male leggere che 2/3 del parlamento ha votato a favore di questa porcata. Non credo che il trend si invertirà, perciò prepariamoci ad un invasione di schifezze ed al conseguente aumento di malattie dovute ad una pessima alimentazione. I nostri figli e nipoti ringrazieranno questi 436 beoti ed i degni compari di merende d’oltreoceano. Tra TTIP e formaggio da latte in polvere occorre che leggere attentamente le etichette diventi un dovere sociale: se ci vogliono propinare schifezze noi come popolo abbiamo ancora il potere di lasciarle a marcire sugli scaffali, almeno così gli facciamo passare la voglia di venire a propinarcele qua.

Maurizio
Reply to  Sergio
28 Luglio 2015 14:53

Sergio, sono anni che ormai regolarmente passo in rassegna le etichette dei prodotti alimentari in cerca se non proprio del meglio, almeno del meno peggio (che fatica far capire, fino a poco tempo fa, che dietro la dicitura” grassi vegetali” , si nascondeva un grasso che ora viene finalmente osteggiato pubblicamente). L’industrializzazione dei prodotti alimentari non ne ha certo favorito la qualità, e la globalizzazione delle norme non potrà che appiattirne il livello generale, abbassando il nostro, che dovrebbe invece fare scuola ai barbari alimentari. Purtroppo non abbiamo la forza e i numeri per estendere il nostro modello, e troppo spesso prevale l’interesse economico. La battaglia quindi la possiamo combattere solo come dici tu, con una guerriglia privata, lasciando a marcire sugli scaffali le schifezze che ci vogliono e ci vorranno propinare, diffondendo l’esempio che con un’oculata vigilanza ci si può difendere.

lucia
lucia
31 Luglio 2015 06:31

Concordo assolutamente con Maurizio e Sergio, sono una lettrice di etichette, nonostante il lavoro mi rubi tempo faccio in casa la maggior parte del cibo partendo da prodotti freschi, ho il vantaggio di essere vegana, quindi già escludo animali e loro derivati, ma la situazione è tragica, la maggior parte delle persone acquista da “pubblicità” e non da “cervello” buttando nel carrello qualunque porcheria con la scusa che “tanto di qualcosa si muore comunque” .