Aggiornamento  17 ottobre 2012

Il fatto alimentare pubblicherà tra pochi giorni un libro che esamina con precisione la nuova normativa e fornisce chiarimenti .

 

Il 24 gennaio è entrato in vigore il decreto-legge n°1/2012 che obbliga i supermercati a pagare i produttori entro 60 giorni dalla data di consegna delle derrate agro-alimentari (30 per i prodotti deperibili) o dalla fattura. Il decreto prevede inoltre l’obbligo di formalizzare gli accordi per iscritto e la messa al bando delle  pratiche commerciali sleali che le catene di supermercati sono solite imporre ai fornitori.  Ilfattoalimentare ha gia’ anticipato il contenuto essenziale dell’articolo 62  http://www.ilfattoalimentare.it/gdo-fornitori-decreto-liberalizzazioni.html
del c.d. ‘decreto liberalizzazioni, relativo alle relazioni commerciali interne alla filiera alimentare. Vediamo adesso le altre parti salienti.

 
Campo di applicazione
La norma si applica a tutti i contratti stipulati a partire dal 24 gennaio 2012 (data di entrata in vigore del decreto-legge), e anche ai contratti di durata tuttora in corso. Vale a dire a tutti gli accordi stipulati in precedenza che non sono stati eseguiti nella loro interezza (consegne, pagamenti). Le nuove regole si applicano all’intera filiera  agro-alimentare, comprese la vendita all’ingrosso, i mercati e il canale HoReCa (Hotel, Restaurant, Catering).

Effetti delle nuove norme
A partire dal 24 gennaio si devono considerare nulli [1] (art. 62, comma 1)i contratti che hanno ad oggetto la cessione dei prodotti agricoli e alimentari stipulati verbalmente, così come quelli privi dei requisiti stabiliti nel decreto legge. La stessa regola vale per i contratti di fornitura, ivi compresi quelli già in essere, con clausole che prevedono termini di pagamento maggiori di quelli stabiliti. In questi casi, come in quelli in cui le modalità di pagamento non vengono indicate, i contratti sono automaticamente integrati [2] con i termini inderogabili di pagamento definiti nella nuova norma (art. 62, comma 3).

L’Autorità garante per la concorrenza e il mercato (Antitrust) può procedere anche di propria iniziativa, a prescindere da eventuali iniziative di parte, e verificare  il rispetto  dei termini legali di pagamento, con il potere di stabilire sanzioni amministrative tra 500 e 500.000 euro. Sono nulle le clausole di qualsiasi contratto che violano le pratiche commerciali vietate indicate dal secondo comma dell’art. 62 [3]. Deve tendenzialmente escludersi che ciò comporti la nullità dell’intero contratto, poiché tali clausole non attengono in genere alle prestazioni caratteristiche del contratto ma solo a suoi elementi accessori. [4]

Interessi di mora
La norma non specifica a quale “tasso d’interesse” debba venire riferita la maggiorazione di due punti ivi disposta per il saggio degli interessi di mora, da applicare in via automatica a decorrere dal giorno successivo al termine legale inderogabile di pagamento (art. 62, comma 3).
A ben vedere, il decreto-legge rientra nel campo di applicazione della direttiva 2011/7/UE. [5] Si dovrebbe quindi considerare quale punto di partenza il tasso degli interessi di mora individuato nella direttiva stessa, vale a dire “il tasso di interesse applicato dalla Banca centrale europea alle sue più recenti operazioni di rifinanziamento principali”, maggiorato di otto punti percentuali (art. 2). Con l’ulteriore maggiorazione di due punti disposta dall’articolo 62, comma 3, D.L. 24.1.12 n. 1.

 

Prossimi passi
Il decreto-legge è all’esame del Senato per la sua conversione in legge che dovrà avvenire entro 60 giorni, e il dibattito già infiamma. I rappresentanti della catene di supermercati  negano l’esistenza di problemi nei rapporti coi fornitori, però invocano l’incostituzionalità dell’intero articolo 62 per chiederne la cancellazione.

 

Sembra invece che il decreto abbia colto nel segno e questa regolamentazione sia davvero necessaria e urgente, per consentire alle centinaia di migliaia di imprese agricole e alimentari di poter accedere al mercato senza essere costrette ad accettare  onerosi ‘listing fees’ [6] e altre  pratiche che limitano una sana e libera concorrenza basata sul valore e la qualita’ dei prodotti.

Nel frattempo l’Antitrust, in quanto autorità designata a vigilare sull’applicazione dell’articolo 62, elaborerà un ‘vademecum’ affinche’ tutte le imprese della filiera alimentare possano comprendere e dare corretta attuazione alle nuove norme. Si tratta di un documento di particolare utilità, in considerazione delle incertezze ed esitazioni che potrebbero sorgere nella revisione dei contratti e nella gestione di quelli in essere, ma anche dei rischi di incorrere in sanzioni onerolse.

Dario Dongo

Questo articolo e’ dedicato al fraterno amico Claudio Checchia, che tanti sforzi ha dedicato per promuovere l’equità delle relazioni commerciali e la salvaguardia della produzione agro-alimentare italiana
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[1] Durata, quantità, caratteristiche del prodotto, prezzo, modalità di consegna e di pagamento

[2] Ai sensi dell’articolo 1339 del Codice civile

[3] In forza del principio della c.d. nullità sopravvenuta, accolto da recente giurisprudenza di Cassazione

[4] Fatto salvo quanto previsto all’art. 1419 comma 1 del codice civile, laddove “La nullità parziale di un contratto o la nullità di singole clausole importa la nullità dell’intero contratto” soltanto “se risulta che i contraenti non lo avrebbero concluso senza quella parte del suo contenuto che colpita dalla nullità”

[5] La direttiva 2011/7/UE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 16.2.11, “relativa alla lotta contro i ritardi di pagamento nelle transazioni commerciali”, infatti, “si applica ad ogni pagamento effettuato a titolo di corrispettivo in una transazione commerciale” (art. 1, comma 2). E’ previsto che “Gli Stati membri possano mantenere in vigore o adottare disposizioni più favorevoli al creditore di quelle necessarie per conformarsi alla presente direttiva” (art. 12, comma 3)

[6] I c.d. ‘listing fees’ sono le somme, talora cospicue, richieste dalla GDO alle imprese che intendano qualificarsi come fornitori e chiedere l’inserimento – e il mantenimento – dei loro prodotti a scaffale

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Nico
Nico
6 Febbraio 2012 09:57

Era ora che in un Paese come l’Italia, inventore delle regole del diritto e del commercio, finalmente si introducesse un sistema di disposizioni idonee a debellare il nuovo modello di oligopolio inaugurato dalla GDO riequilibrando il sistema a favore delle piccole-medie imprese e soprattutto dei consumatori. E’ chiaro che una riforma del genere porterà al collasso di un sistema fondato su tempi estremamente più dilazionati e incerti, creando difficoltà in tutti i passaggi del circuito produttivo-distributivo……ma per ottenere grandi risultati sono sempre necessari grandi cambiamenti!

vins
vins
15 Febbraio 2012 16:45

Finalmente una buona notizia …spero arrivi il prima possibili questa legge..l’agricoltura sta morendo in sicilia non c’è tempo da perdere..e lo dice un giovane ragazzo che non vede più un futuro in questo settore cosi triste.

alberto
alberto
5 Ottobre 2012 15:23

Ottima soluzione , l’impatto purtroppo sara’ sicuramente durissimo e difficile per le grosse catene di supermercati ma porra’ le basi per il rilancio di un’economia sana e proteggera’ migliaia di piccole aziende produttrici che non sono attrezzate per la contrattazione ,un atto di civilta’

roberto
roberto
12 Ottobre 2012 19:40

pero’, ce chi ci marcia e sta dando solo 10 giorni per pagare

luca
luca
17 Ottobre 2012 12:49

non riesco ad immaginarmi quali scenari ci attendono dall’entrata in vigore di questa norma,chi oggi non è riuscito a tenere i conti sotto controllo non sò come farà a cavarsela ma alla lunga penso che sia una norma positiva,che guarda al futuro e mette al centro l’economia rispetto alla finanza in uno dei pochi settori,quello alimentare, che non si può delocalizzare facilmente e che può dare prospettive di occupazione

LILLO
LILLO
17 Ottobre 2012 15:16

Nella normativa Bisognerebbe comprendere tutti i prodotti non solo quelli agricoli…Sarebbe anche interessante l’arresto a chi emette assegni a vuoto .

stefano
stefano
17 Ottobre 2012 20:30

Salviamo le aziende agricole e facciamo morire tantissimi ristoranti grande mossa basta pensare per se e poi tutto va bene.
Fatela diventare esecutiva per i grandi supermercati ma per grazia di dio non metteci dentro i piccoli li farete morire tutti in momento come questo.

elisabetta
elisabetta
25 Ottobre 2012 11:37

Se da un lato questo decreto vorrebbe favorire le aziende che hanno a che fare con le grosse catene alimentari di supermercati e quant’altro dall’altro crea grossi problemi anche alle piccole imprese che acquistano materie prime per la loro produzione un esempio sono i mangimi e i foraggi per gli animali che rientrano nel settore agroalimentare. Se una piccola azienda paga il foraggio da anni in accordo con l’azienda fornitrice a 90 giorni ed è andato tutto bene sino ad ora si vede costretta ad anticipare il pagamento cosa che potrebbe nuocere al bilancio già precario in momenti come questi di crisi se si vuole affossare l’economia andiamo avanti così anche perché la grossa distribuzione ha le spalle coperte e se la cava comunque mentre le piccole aziende che da sempre sono il motore dell’economia italiana subiranno tutte le conseguenze

Augusto
Augusto
26 Ottobre 2012 11:30

Una buona regola ci voleva. L’essenziale che le regole siano estese a tutti. Leggendo il dettaglio del decreto già si vede qualche esonero. ??

alberta
alberta
16 Novembre 2012 20:34

parliamo di buone regole?mi vien da ridere in un momento di crisi come quello che stiamo affrontando con questa legge non si farà altro che provocare l affossamento di piccole imprese..il governo tratta come burattini oggi tocca agli alimentari e domani? ma svegliatevi