Dopo il nostro recente articolo sulle relazioni tra le speculazioni finanziarie e la crescita dei prezzi alimentari, intervistiamo oggi Paolo De Castro, presidente della commissione Agricoltura e sviluppo rurale al Parlamento europeo.

 

I  problemi delle speculazioni finanziarie, oltre a riverberarsi sull’economia e l’occupazione nella filiera produttiva in Ue, hanno riflessi sociali talora gravissimi a livello globale. Quali sono le cause primarie?

 «Negli ultimi anni la domanda di cibo è cresciuta e sta tuttora crescendo a un ritmo superiore o uguale all’offerta, e il livello delle scorte, da sempre utilizzate anche per mitigare le oscillazioni di prezzo, è ai minimi storici. Inoltre, le quantità scambiate sui mercati agricoli hanno dimensioni molto modeste e i grandi esportatori di derrate sono pochi, come è il caso della Russia con il grano. In questa situazione, basta un evento naturale come una siccità o un’alluvione, oppure una pur lieve variazione nei volumi scambiati o nelle scelte di politica commerciale dei grandi player – come è accaduto in varie occasioni di divieti alle esportazioni – per fare impennare i listini».

 

Ci può spiegare, in poche parole, come la finanza interagisce con i prezzi alimentari?

«Come evidenziato nel mio libro Corsa alla terra, i mercati di per sé non creano l’instabilità dei prezzi ma la amplificano. Proprio per le cause che abbiamo accennato, i mercati finanziari smettono di anticipare e trasmettere in modo efficiente i segnali del mercato reale, finendo per determinare i prezzi e diventare dei veri e propri amplificatori di instabilità».

 

In queste situazioni di instabilità c’è chi realizza enormi profitti e chi è costretto alla fame. Come arginare questo fenomeno?

«Secondo un punto di vista ampiamente condiviso nell’UE, bisogna trovare il modo di regolamentare gli strumenti finanziari. Tenendo presente però che sono tanti e diversi. A creare problemi non sono quelli tradizionali e standardizzati – come i futures, tra cui i derivati – ma è piuttosto l’ampia diffusione dei cosiddetti “over the counter” (sopra al bancone), la stessa tipologia che ha contribuito alla bolla immobiliare negli Usa, poiché si basano su contratti non standardizzati, e sono privi delle garanzie di solvenza delle borse. Proprio gli “over the counter” sono l’obiettivo principale della proposta di regolamentazione dei mercati finanziari avanzata dalla Commissione europea nelle scorse settimane».

 

Quali altre misure possono venire adottate?

«Il solo intervento normativo potrebbe avere effetti limitati. Ecco perché nel libro proponiamo di ampliare la quantità di derrate coperte dagli scambi a livello mondiale e di porre limiti stringenti alle politiche commerciali figlie dell’insicurezza alimentare, come i bandi all’export. Mercati più ampi diventerebbero più stabili ed efficienti, smettendo di creare effetti di distorsione del mercato reale, come accade oggi».

 

 

Dario Dongo

foto: Photos.com

 

 

 

Per saperne di più

Il punto di vista su questi temi di Oxfam International: rapporto Not a game: speculation vs food security – regulating financial markets to grow a better future del 3 ottobre 2011.