La Commissione europea finalmente inizia a occuparsi del disastro ambientale causato dai sacchetti di plastica, ipotizzando di vietarli o di tassarli per combattere l’inquinamento.

La questione è molto grave: ogni cittadino europeo utilizza in media 500 buste l’anno e nella sola Ue se ne producono 3,4 milioni di tonnellate (dati 2008), un peso  equivalente a quello di due milioni di automobili.

Buona parte dei sacchetti finisce e in discarica e  avvelena un pò  l’ambiente. Secondo le organizzazioni ecologiste, il 28% dei sacchetti in plastica viene disperso nella natura e la decomposizione richiede almeno duecento anni.

La Spedizione “MED (Méditerranée en danger) 2010-2013”, dopo una prima serie di analisi sui  litorali di Francia, Spagna e Nord-Italia ha stimato in circa 250 miliardi le micro-particelle di plastica che soffocano le creature viventi nel Mediterraneo.

In alcuni Stati membri, come l’Italia, le buste in plastica nei negozi sono già state vietate; in altri è stato imposto che i consumatori le paghino, per incoraggiare l’uso di borse riutilizzabili. Ma non esiste una disciplina armonizzata.

La Commissione ha quindi lanciato una consultazione pubblica online, aperta fino al mese di  agosto, per decidere quale azione sia meglio intraprendere. «Cinquant’anni fa,  l’utilizzo singolo di buste in plastica era quasi sconosciuto, ha affermato il commissario europeo all’Ambiente, Janez Potocnik, mentre ora ne usiamo un numero spropositato  che inquina l’ambiente per decenni. Ma le abitudini sociali sono in corso di evoluzione. Perciò stiamo considerando diverse opzioni, compreso un divieto totale in tutta Europa».

È possibile partecipare alla consultazione – che è estesa all’incremento dei livelli di biodegradabilità degli imballaggi e alla loro visibilità/etichettatura – collegandosi al link http://ec.europa.eu/yourvoice/consultations/index_en.htm.

Si può inoltre sottoscrivere la petizione pubblica europea per salvare il Mediterraneo dalle micro-particelle di plastica: http://www.expeditionmed.eu/petition/petition_Expedition_M.E.D.pdf.

Dario Dongo

 

foto: Photos.com

Per maggiori informazioni sull’impatto degli oggetti di plastica mono-uso sull’ambiente marino, si veda anche

http://www.nytimes.com/2011/05/23/business/energy-environment/23green.html?_r=1&emc=tnt&tntemail0=y