Alcuni lotti di ricotta di pecora prodotti dall’azienda sarda IN.CA.S. srl sono stati richiamati per sospetta contaminazione da Listeria monocytogenes. Ne dà comunicazione anche il Ministero della salute attraverso il portale dedicato ai richiami alimentari.

Oggetto del richiamo sono tre tipi di ricotta  confezionata e porzionata.Il primo lotto riguarda la “Ricotta di pecora” con scadenza 14/10/2017 e  07/11/2017, il secondo interessa la “Ricotta pecorina” in forme da 2,9 kg “Oro brand” con scadenza  07/01/2018 e 15/01/2018 e  infine c’è la la  Ricotta pecorina al forno in forme “Oro brand” con scadenza al 29/12/2018.

La scelta di estendere il richiamo alla ricotta al forno è arrivata in un secondo momento ed è dettata da un eccesso di prudenza, poiché le alte temperature a cui è sottoposto il prodotto sono sufficienti a distruggere la Listeria, spiega l’azienda contatta da Il Fatto Alimentare.

I consumatori sono invitati a non consumare il prodotto e, se possibile, restituirlo al punto vendita nel quale è stato acquistato.

Questo è il richiamo numero 58 segnalato da Il Fatto Alimentare nel 2017.

Per capire come funziona il servizio di allerta alimentare e come viene effettuato il ritiro dei prodotti dai punti vendita leggi il libro “Scaffali in allerta” edito da Il Fatto Alimentare. È l’unico testo  pubblicato in Italia che  rivela i segreti e le criticità di un sistema che funziona poco e male. Ogni anno in Italia vengono ritirati dagli scaffali dei punti vendita almeno 1.000 prodotti alimentari. Nel 10-20% dei casi si tratta di prodotti che possono nuocere alla salute dei consumatori, e per questo scatta l’allerta. La questione riguarda grandi aziende come Barilla, Mars…, catene di supermercati che commercializzano migliaia di prodotti con i loro marchi (Esselunga, Coop, Carrefour, Auchan, Conad, Lidl, Eurospin…), e anche piccole e medie imprese. Il libro di 169 pagine racconta 15 casi di richiami che hanno fatto scalpore. Fai una donazione e ricevi il libro in omaggio.

I lettori che hanno fatto una donazione riceveranno in omaggio il libro “Scaffali in allerta”, scrivendo in redazione all’indirizzo ilfattoalimentare@ilfattoalimentare.it

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Pasquale
Pasquale
2 Settembre 2017 10:26

ma durante il processo produttivo della ricotta non si raggiungono le temperature sufficienti ad eliminare la listeria?

Simone
Simone
Reply to  Pasquale
5 Settembre 2017 11:02

Anche se fosse, la ricotta non è processata all’interno del contenitore di vendita (carne in scatola), quindi può benissimo essere contaminata in seguito durante il resto del flusso di prodotto.