ostriche

Aggiornamento del 24 novembre 2017: l’azienda Za.Mar informa Il Fatto Alimentare che “grazie all’effettiva rapidità del Sistema di allerta attivato è stato possibile recuperare una parte del prodotto venduto” su cui è stato possibile eseguire le controanalisi, “tenuto conto che l’allerta è partita dalla zona di produzione [Francia] era doveroso per il consumatore avere un dato più specifico relativamente allo stato di contaminazione del prodotto acquistato.”

Le analisi, che sono state eseguite da due distinti laboratori (AgriParadigma di Ravenna e Centro Ricerche Marine di Cesenatico), hanno rilevato in entrambi i casi livelli di PSP al di sotto dei limiti di legge.

Aggiornamento del 17 novembre 2017: il Ministero della salute ha pubblicato il richiamo di ben 200kg di ostriche concave contaminate da biotossine algali PSP, prodotte dall’azienda M.Gi.B nello stabilimento di Bosco Mesola (Ferrara). Le ostriche sono state vendute in cassette da 1kg e 3kg e appartengono ai 20 lotti qui sotto:

  • 29965 e 29966 con data di scadenza 11/11/17
  • 29984, 29985, 29994 e 29998 con data di scadenza 12/11/17
  • 30007, 30008, 30009 e 30016 con data di scadenza 13/11/17
  • 30055, 30030, 30044, 30056, 30039, 30045 e 30043 con data di scadenza 14/11/17
  • 30095, 30084 e 30088 con data di scadenza 14/11/17

Inoltre, sono stati richiamati anche due lotti di ostriche a marchio Bonapesca, prodotte nello stabilimento di Goro (Ferrara). I lotti in questione sono il numero 81440024312 e 8144024313, venduti in cassette di legno da 3kg.

Il gruppo ligure SoGeGross ha richiamato un lotto di ostriche (Crassostrea gigas), prodotte da Za-Mar Srl, per la presenza di biotossine algali oltre i limiti di legge. Il prodotto richiamato appartiene al lotto 09310-1, ed è stato venduto nei Cash&Carry (punti vendita per operatori della ristorazione) tra il 9 e il 14 novembre in cassette di legno o plastica da 1-3 kg. Le ostriche sono state confezionate nello stabilimento Za-Mar di Ariano nel Polesine (Rovigo). I molluschi sono stati venduti anche nei supermercati liguri Basko, con il marchio Almar e il numero di lotto AL 171152 (codice prodotto 70458.01).

L’allerta è partita dalla Francia, paese di origine dei molluschi, ed è arrivata in Italia e in Spagna attraverso il sistema Rasff, che considera il rischio serio. Nelle ostriche richiamate sono stati riscontrati 1824 µg/kg di biotossine algali, più del doppio del consentito dalla normativa Europea che fissa il limite a 800 µg/kg.

Le biotossine in questione sono di tipo PSP (Paralytic Shellfish Poisoning), responsabili di un’intossicazione paralizzante si trovano in molluschi, come pure in cozze e ostriche. I molluschi possono concentrare elevati livelli di biotossine algali, come la saxitossina, che provoca paralisi muscolari. I primi sintomi (nausea, vomito, mal di testa, intorpidimento) si manifestano dopo mezz’ora dall’ingestione (Fonte: Ausl Ferrara).

Si raccomanda a chi ha acquistato le ostriche del lotto richiamato, di restituirle presso il punto vendita d’acquisto unitamente alla fattura.

Dal 1 gennaio 2017Il Fatto Alimentare ha segnalato 103 richiamiper un totale di 146 prodotti e 11 provvedimenti di revoca. Per vedere gli altri clicca qui.

Per capire come funziona il servizio di allerta alimentare e come viene effettuato il ritiro dei prodotti dai punti vendita leggi il libro “Scaffali in allerta” edito da Il Fatto Alimentare. È l’unico testo  pubblicato in Italia che  rivela i segreti e le criticità di un sistema che funziona poco e male. Ogni anno in Italia vengono ritirati dagli scaffali dei punti vendita almeno 1.000 prodotti alimentari. Nel 10-20% dei casi si tratta di prodotti che possono nuocere alla salute dei consumatori, e per questo scatta l’allerta. Il libro di 169 pagine racconta 15 casi di richiami che hanno fatto scalpore.

I lettori  interessati a ricevere l’e-book, possono fare una donazione libera e ricevere in omaggio il libro  in formato pdf  “Scaffali in allerta”, scrivendo in redazione all’indirizzo ilfattoalimentare@ilfattoalimentare.it

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fabio
fabio
18 Novembre 2017 11:50

…è curioso,non si dovrebbero fare i controlli PRIMA di immettere certi prodotti particolarmente sensibili e non DOPO che questi prodotti sono entrati nei punti vendita e consumati…??

Roberto La Pira
Reply to  fabio
19 Novembre 2017 09:43

Ma i controlli preventivi li deve fare l’azienda prima della vendita attraverso il sistema interno di HACCP.

giuseppina
giuseppina
19 Novembre 2017 17:02

Buongiorno Fabio e Roberto,
Ciò che non è molto chiaro al lettore-consumatore ITALIANO e neppure al RISTORATORE che vuol vendere serenamente le ostriche crude ai suoi clienti è nella la parte INIZIALE DELL’ARTICOLO dove si indica , ERRONEAMENTE, quali PRODUTTORI DELLE OSTRICHE, alcune aziende italiane che in realtà , MA BISOGNA INTUIRLO LEGGENDO ANCORA, non hanno MAI PRODOTTO LE OSTRICHE PERICOLOSE MA LE HANNO RICEVUTE DALLA FRANCIA DOVE SONO STATE PRODOTTE/ALLEVATE…. ADESSO E’ PIU’ CHIARO???
Nelle acque mediterranee ITALIANE non vi è la TOSSINA PSP che invece, pur molto diffusa da decenni nelle acque Atlantiche insieme ad altre tossine , è molto ben gestita dalle locali istituzioni sanitarie che in questo raro caso però hanno sbagliato. Ribadisco che tali aziende italiane , come molte altre, hanno acquistato le ostriche provenienti dalla Francia e le hanno confezionate e distribuire presso i loro dettaglianti rivenditori…fidandosi del certificato sanitario francese ed assumendo così la responsabilità della loro salubrità che in origine è però francese. Le Aziende italiane citate sono comunque le responsabili finali ma sia chiaro che non hanno allevato nessuna ostrica in Italia.
Facilmente il consumatore CADE IN QUESTA TRAPPOLA COMUNICATIVA mentre il Fatto Alimentare che apprezziamo e finanziamo da sempre, di certo conosce bene “miglior chiarezza espositiva” e avrebbe potuto evitare questa “ulteriore svista comunicativa sul settore MOLLUSCHI” che penalizza ingiustamente i nuovi ALLEVATORI/PRODUTTORI ITALIANI DI OSTRICHE, VONGOLE, COZZE ecc ,in crescita dopo decenni di abbandono e scredito immeritato. E’ un nuovo settore occupazionale che valorizza e difende le nostre acque per produrre quanto invece importiamo ( migliaia di t. di cozze in inverno e circa 7.000 t anno di ostriche spesso brutte dall’estero). I nuovi allevatori italiani hanno iniziato a produrre ottime ostriche nazionali di grande qualità in acque idonee perché sempre controllate dalle ASL locali ed eventualmente depurate in appositi stabilimenti (CDM) strettamente CONTROLLATI DALLE NOSTRE AUTORITA’ SANITARIE.
Solo con efficienza e velocità è possibile garantire il diritto comunitario di consumare ovunque MOLLUSCHI CRUDI SANITARIAMENTE SICURI acquistabili in ogni pescheria a sua volta controllata dalle ASL.
I controlli e la sorveglianza anche in questo raro caso di PSP sono stati rapidi ed efficienti …ma la soluzione è dare più valore alla fiducia dell’operato dei controllori delle ASL addetti al controllo delle acque marine e dei molluschi pescati ed allevati e non certo TERRORIZZARE I CLIENTI E I RISTORATORI… . Ciao…e ricordiamo anche noi ITALIANI abbiamo il diritto comunitario di mangiare serenamente tutti i frutti di mare controllati dalle ASL come avviene ogni giorno in tutta l’ Europa con felicità di degustatori, ristoratori e produttori !

Lucio
Lucio
19 Novembre 2017 19:31

Sia chiaro per tutti che i controlli e la sicurezza sanitaria nei molluschi HA FUNZIONATO BENE:
LA FRANCIA HA SCOPERTO (in ritardo) DI AVER VENDUTO ERRONEAMENTE IN ITALIA OSTRICHE CON Tossina Paralizzante e CI HA AVVISATO SUBITO : la catena sanitaria italiana ha funzionato bene grazie alla TRACCIABLITA’ del prodotto venduto legalmente che è stato bloccato : circa 200kg di ostriche…una goccia insignificante ma pericolosa se pensiamo alle 7.600 ton di ostriche importate e mangiate ogni anno per la gioia di chi ancora apprezza i molluschi crudi in Italia e vuole continuare a consumarli sapendo che le ASL ESTERE E NAZIONALI TUTELANO I PRODUTTORI ED I COMMERCIANTI CORRETTI e QUINDI IL CONSUMATORE FINALE PUO’ E DEVE ESSERE RASSICURATO E NON IMPAURITO.
Le DITTE ITALIANE INDICATE , che NON SONO PRODUTTRICI DI OSTRICHE ma semplici RIVENDITORI DI OSTRICHE ESTERE importate, se non hanno effettuato controlli adeguatamente sono responsabili perché così prevede il Regolamento Comunitario sull”AUTOCONTROLLO. Loro si rivarranno sull’esportatore.
NELLE ACQUE ITALIANE NON SI RIPORTANO CASI RILEVANTI DI PSP ma solo di DSP, cioè di altra tossina planctonica che causa diarrea anche se i molluschi sono cotti. Le ASL vigilano e liberano il consumo quando il fenomeno transitorio è finito.
Consiglio ai consumatori di NON CONSUMARE MAI MOLLUSCHI ILLEGALI, cioè che non siano stati controllati dai veterinari delle ASL locali e non rispettano la normativa Comunitaria.
Lucio

Simone Raineri
Simone Raineri
Reply to  Lucio
21 Novembre 2017 17:22

Va bene tranquillizzare i clienti e consumatori, ma non bisogna nemmeno nascondere la realtà dei controlli, che siano interni alle aziende (produttori/grossisti/dettaglianti) o da parte delle aziende sanitarie locali. Il principio dell’ HACCP è ridurre il rischio a un livello accettabile, non eliminarlo, è impossibile.
A maggior ragione nel settore ittico, dove i tempi di analisi (soprattutto quelli microbiologici colturali) eccedono la “vita” del prodotto fresco (ma vale anche per il latte e molti altri prodotti), quindi quando arrivano i risultati delle analisi il lotto è già arrivato al punto vendita o consumato. Non TUTTI i lotti vengono sottoposti ad analisi accreditata (qui il legislatore ha toppato, lasciando poco o nullo spazio ai laboratori interni che utilizzano kit di screening rapido, rendendoli equiparabili alla carta straccia), ma le analisi vengono programmate ed eseguite in relazione ai volumi prodotti/movimentati (vedasi significato scientifico di campionamento rappresentativo). Se al consumatore non sta bene questo sistema di controllo, sappia che l’unica alternativa è il congelato, con sblocco del lotto solo dopo esito favorevole dei campionamenti.

Simone Raineri

marco
marco
26 Novembre 2017 14:15

non vorrei alimentare il discredito ma questi “controlli che funzionano molto bene” , secondo quale punto di vista , “lo sono” ?
se ………..Si raccomanda a chi ha acquistato le ostriche del lotto richiamato, di restituirle presso il punto vendita d’acquisto unitamente alla fattura…
vuol dire anche che .. questi lotti sono arrivati sugli “scaffali” e qualcuno ha potuto anche comprarli E MANGIARLI ….
altro che ………efficienza…
a questo punto accetto il suggerimento del Sig. Raineri …

Simone Raineri
Simone Raineri
Reply to  marco
27 Novembre 2017 10:41

Attenzione, la mia era una provocazione non un suggerimento, proprio in vista del fatto, che sempre, in qualsiasi settore esiste il rischio, il rigore e la perizia degli addetti al controllo qualità fanno da discrimine. Per una azienda, eseguire un ritiro/richiamo è un suicidio commerciale, tanto quanto una causa civile e penale per risarcimento danni, di conseguenza la valutazione del rischio e la corretta gestione della crisi sono fatte con speciale attenzione e dispendio di ingenti risorse.

Simone Raineri