Referendum sugli Ogm usa
Negli Stati Uniti si è votato anche con un referendum sugli ogm e per tassare le bibite zuccherate

In contemporanea con le elezioni di medio termine per il Congresso, negli Stati Uniti si è votato anche per alcuni referendum su temi alimentari. La proposta di etichettatura obbligatoria dei prodotti contenenti Ogm è stata bocciata in Oregon con il 51% di contrari e in Colorado con il 66%.

È stato invece approvato il divieto temporaneo di coltivazione di colture Ogm nella Contea di Maui nelle Hawai, in attesa di ulteriori studi sull’impatto ambientale e sanitario. Nella Contea di Maui i “sì” hanno raggiunto il 50%, contro il 48% dei contrari.

 

Secondo quanto riferisce l’agenzia Reuters, il fronte industriale contrario alla proposta di etichettatura obbligatoria ha investito nella campagna per il “no” 36 milioni di dollari nei due Stati, contro i nove milioni dei favorevoli (otto milioni in Oregon e 895.000 in Colorado). Nelle Hawai, i contrari hanno speso 7,9 milioni di dollari, ottantasette volte più dei favorevoli, riferisce Honolulu Civil Beat.

 

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A Berkeley con il 54% di “sì” dal prossimo gennaio si pagherà un centesimo per ogni lattina

La proposta di una tassa sulle bibite zuccherate è stata approvata a Berkeley con il 54% e dal prossimo gennaio si pagherà un centesimo di tassa per ogni lattina. A San Francisco, invece, dove la tassa proposta era di due centesimi, il referendum non è passato, sebbene abbia ottenuto il 54,4% dei consensi, perché era richiesta una maggioranza dei due terzi, dal momento che la proposta indicava una destinazione specifica degli introiti della nuova tassa, destinata al finanziamento di programmi nutrizionali e di attività fisica per i bambini. Se si fosse trattato di una tassa generica, come a Berkeley, sarebbe stato sufficiente superare il 50%.

 

A Berkeley, secondo quanto riferisce il sito Food Navigator, i contrari alla proposta hanno investito oltre dieci milioni di dollari per evitare il rischio che l’approvazione incoraggiasse iniziative simili in altre parti degli Stati Uniti.

 

Beniamino Bonardi

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Foto: iStockphoto.com

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