Nella pubblicità dell’olio Cuore, pubblicata sul quotidiano La Repubblica del 29 settembre 2016 (foto sotto), manca la dicitura obbligatoria riferito all’effetto benefico che si dovrebbe ottenere con l’assunzione giornaliera di 10 grammi di acido linoleico.

Cristina

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La pubblicità dell’olio Cuore è corretta?

Per rispondere al dubbio sottoposto dalla lettrice, abbiamo chiesto un parere all’avvocato Dario Dongo, esperto di diritto alimentare.

Gentile lettrice,

Il regolamento (CE) n. 1924/06 – c.d. “Nutrition & Health Claims Regulation” (NHCR) – dispone che, laddove nell’informazione commerciale sia dato rilievo alle proprietà salutistiche di un alimento, siano rese disponibili al consumatore una serie di informazioni. In particolare:

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Il regolamento europeo dispone cosa specificare, se si sottolineano gli effetti salutistici di un prodotto nella pubblicità

a) una dicitura relativa all’importanza di una dieta varia ed equilibrata e di uno stile di vita sano;

b) la quantità dell’alimento e le modalità di consumo necessarie per ottenere l’effetto benefico indicato;

c) se del caso, una dicitura rivolta alle persone che dovrebbero evitare di consumare l’alimento, e

d) un’appropriata avvertenza per i prodotti che potrebbero presentare un rischio per la salute se consumati in quantità eccessive.

Tali notizie devono venire fornite in etichetta ovvero, ove questa manchi, nella presentazione e nella pubblicità del prodotto (reg. CE 1924/06, articolo 10 comma 2).

Nel caso in esame bisogna perciò verificare, sulla lattina d’olio litografata, se è presente un riferimento all’apporto giornaliero di acido linoleico (10g) necessario per ottenere un contributo al controllo del colesterolo ematico.

olio cuore
Il contenuto di Omega 6 è una caratteristica della classe, non del prodotto pubblicizzato

La correttezza della pratica commerciale andrebbe piuttosto valutata nella parte in cui si vanta che “olio Cuore è naturalmente ricco di polinsaturi Omega 6”, laddove tale caratteristica risulta propria non del prodotto in questione bensì dell’olio di mais in generale. Poiché oltretutto trattasi di una “commodity” alimentare, e non è dato intendere quali peculiari prerogative possano distinguere l’alimento pubblicizzato, si dovrebbero attribuire le proprietà alla categoria cui il prodotto appartiene.

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Marco
Marco
16 Ottobre 2016 04:04

Ma c’è ancora qualcuno che compra l’olio Cuore? Mi stupisco del fatto che sia ancora in commercio.

Roberto La Pira
Reply to  Marco
16 Ottobre 2016 10:35

Si trova sugli scaffalò di quasi tutti i supermercati