Vari formati di pasta

Da due giorni è diventata virale la notizia diffusa dall’associazione GranoSalus che accusa la pasta venduta da grandi marchi come Barilla, Voiello e De Cecco di essere contaminata da DON (micotossina), glifosato e cadmio. Ma c’è di più, secondo l’associazione la presenza di queste sostanze, oltre a portare alla luce un rischio per i cittadini, sarebbero la prova lampante che la pasta è stata prodotta da una miscela di grano duro nazionale e frumento importato dal Canada, anche quando i produttori dichiarano sull’etichetta una pasta fatta con grano 100% italiano. I nomi coinvolti nell’indagine sono importanti: Oltre a Barilla, Voiello e De Cecco troviamo Divella, Garofalo, La Molisana, Coop e Granoro.

Voiello respinge le accuse al mittente, dichiarando a Il Salvagente di produrre esclusivamente con grano aureo coltivato in Italia. Granoro precisa che la sua linea “Dedicato 100% Puglia” è prodotta solo con frumento locale e annuncia di avere citato GranoSalus per diffamazione. Aidepi, in qualità di associazione di  categoria, dal canto suo dichiara che “la pasta italiana è sicura” e che “tutta l’operazione di GranoSalus è diffamatoria e crea disinformazione” perché la presenza – in quantità minime, per altro – di questi contaminanti non può essere considerata un indice della provenienza del grano.

Chi è GranoSalus? E perché un’associazione sconosciuta riesce ad avere tanta rilevanza mediatica con analisi e riscontri improbabili?

Le micotossine nella pasta

Per quanto riguarda il DON o deossinivalenolo (una micotossina prodotta da alcune specie del genere Fusarium), il livello di contaminazione rilevato in tutti i campioni risulta essere al di sotto dei limiti stabiliti dalla normativa europea (750 ppb) e quindi non c’è alcun motivo per puntare il dito contro la pasta. La presenza di DON viene utilizzata da GranoSalus per accusare i produttori di usare grano duro canadese. La teoria è affascinante ma alquanto bizzarra perché il DON si forma anche nel grano nostrano in stagioni particolarmente umide.

È vero che la tossina è in genere presente in quantità superiori nei grani coltivati a temperature e umidità tipiche del Canada, che esporta grandi quantità in Italia, ma è anche vero che il grano duro di ottima qualità che viene importato deve rispettare i limiti imposti dall’Unione Europea. L’altro aspetto da considerare è che dalle più recenti analisi condotte dall’Istituto zooprofilattico sperimentale della Lombardia e Emilia Romagna sul grano duro importato non si rilevano segni di positività alle micotossine.

Secondo le analisi di GranoSalus i DON superano i limiti stabiliti dalla legge per l’alimentazione dei bambini in due marchi, Divella e La Molisana. In questo caso, però, l’indagine “dimentica” di specificare che i prodotti per l’alimentazione dei bambini sono una categoria a sè. Fare il riferimento ai limiti imposti dalla norma per la pasta dei bambini al di sotto dei 36 mesi quando si parla di spaghetti e maccheroni per adulti è davvero assurdo.

Le accuse di GranoSalus sono prive di riscontri analitici validi e gettano solo discredito sulla pasta italiana

Pasta e glifosato

C’è poi la questione glifosato, che in Canada viene usato per favorire la maturazione del grano duro. Secondo l’inchiesta di GranoSalus non può essere presente nel grano italiano perché “la legislazione europea dal mese di agosto 2016 vieta l’uso di glifosato in pre-raccolta per il grano duro”. L’associazione “dimentica” ancora che, seppure non usato in pre-raccolta, è permesso per altre colture – legumi e pomodori, per esempio – e, ad esempio, la semplice rotazione dei campi può spiegare la presenza di bassi livelli di glifosato nel grano. Inoltre, nelle analisi pubblicate da GranoSalus i livelli di glifosato sono così bassi da essere a volte al di sotto della soglia considerata attendibile (50 µg/kg).

La questione cadmio

L’ultimo contaminante trovato dalle analisi dell’associazione è il cadmio, un metallo pesante cancerogeno per l’uomo. Ancora una volta, per spiegare la sua presenza – in tracce e sempre al di sotto dei limiti di legge – non è necessario scomodare il grano canadese: il cadmio è un metallo presente in molti fertilizzanti normalmente utilizzati in agricoltura, nonché presente in natura in seguito a eventi come l’erosione e le eruzioni vulcaniche.

Chi è GranoSalus? E perché un’associazione sconosciuta riesce ad avere tanta rilevanza mediatica con analisi e riscontri improbabili?

Cos’è GranoSalus?

Tuttavia, rimangono ancora alcune domande a cui rispondere. Per esempio, dove e con quale metodo sono state realizzate le analisi? E, soprattutto, cos’è GranoSalus? Se per la seconda domanda non c’è una risposta, al di là dello scarno “laboratorio europeo accreditato” citato sul sito dell’associazione, non si sa molto di più di GranoSalus.

Secondo quanto riportato sul suo sito web, è un’associazione di produttori di grano duro a difesa dei consumatori, il cui presidente è un agricoltore Saverio De Bonis. Il sito non riporta inoltre riferimenti scontati come l’indirizzo, il numero di telefono e una scheda di presentazione. Ciò nonostante la vicenda è stata ripresa da decine di siti e blogger sempre pronti a rilanciare notizie vere e false, pur di aumentare il numero di click. È preoccupante constatare come qualsiasi notizia confezionata in maniera accattivante e in grado di generare indignazione nel pubblico, possa diffondersi sul web ed essere riportata anche da siti specializzati.  Molti dimenticano che il fondamento di una notizia è la verifica delle informazioni e il controllo sull’affidabilità della fonte.

Aggiornamento 02/03/2017

Dopo Voiello e Granoro, anche Coop risponde alle accuse di GranoSalus con un comunicato stampa in cui viene ribadita la sicurezza della pasta a marchio della catena e accusa l’associazione di produrre “un allarme ingiustificato e gratuito”. Entrando nel merito delle analisi, Coop fa sapere che i livelli di contaminanti riscontrati nella sua pasta sono abbondantemente al di sotto dei limiti di legge e al di sotto della soglia imposta dalla propria policy per DON e glifosato (50% inferiore al limite di legge). Inoltre Coop ricorda che, nell’ottica della massima trasparenza, l’origine del grano con cui è prodotta la sua pasta può essere controllata su un apposito portale web e che la sua pasta di Gragnano Fior Fiore è realizzata solo con materie prime italiane.

Aggiornamento del 04/03/2017

Anche la Molisana ha replicato a Granosalus. Ecco uno stralcio del comunicato

La scelta di utilizzare anche grani esteri è, d’altro canto, motivata dalle seguenti ragioni:
1. l’origine italiana del grano duro non è di per sé sinonimo di qualità: il grano raccolto nel 2016, pur abbondante, è risultato per l’80% di medio – bassa qualità, senza l’apporto di grani esteri di pregio sarebbe perfino difficile rispettare le regole della legge di purezza che tutelano la pasta italiana;
2. la produzione nazionale di grano duro è insufficiente a coprire il fabbisogno di consumo: la media del raccolto del grano in Italia negli ultimi anni è di circa 39 milioni di quintali a fronte di una domanda di consumo di circa 55 milioni di quintali;
3. le caratteristiche igienico-sanitarie e quindi di salubrità del grano duro estero sono rigorosamente certificate dagli organismi della Polizia di frontiera presso le Dogane di terra e marittime e dai Corpi di Polizia sul territorio nazionale.
Infine questa scelta, diversamente da quanto si pensa, è per noi anche più onerosa, perché il grano estero di qualità superiore costa oltre il 40% in più rispetto a quello nazionale.
L’azienda esprime seri e fondati dubbi sull’attendibilità dei dati riportati nell’articolo di GranoSalus, non essendo ben precisata né la metodica utilizzata né la loro fonte (si parla genericamente di un laboratorio estero senza definirne tipologia, specializzazione e provenienza).
L’articolo di GranoSalus persegue finalità diffamatorie e strumentalmente denigratorie, dal momento che i nostri valori riportati in tabella, come quelli di tutti gli altri colleghi pastai citati, sono di gran lunga sotto i limiti prescritti dalla vigente normativa in materia.
Tuteleremo con forza nelle sedi opportune l’onorabilità della nostra azienda e la fiducia che quotidianamente i consumatori in noi ripongono, consapevoli che le nostre affermazioni sono veritiere e verificabili.

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ezio
ezio
3 Marzo 2017 12:04

Gentile Fabrizio, prima di montare la panna pro o contro, non sarebbe meglio semplicemente attendere le controanalisi? Meglio se di un ente terzo, magari di un’associazione consumatori, così tanto per scaramanzia!
Possiamo scrivere un libro di opinioni e contro opinioni più o meno professionali, ma il minimo che dobbiamo ai nostri bambini ed anche a noi stessi come consumatori italiani, sono a questo punto solo le analisi e le valutazioni d’accumulo. Non trova?

fabrizio_caiofabricius
fabrizio_caiofabricius
Reply to  ezio
3 Marzo 2017 13:37

Non scendo a patti con le Bufale e le loro vergognose motivazioni
Nella mia carriera ho fatto e PUBBLICATO GIA’ MIGLIAIA di analisi DON sul frumento e so di cosa parlo

marias
marias
3 Marzo 2017 20:13

Un commento solo per Granoro…la ditta non produce solo la qualità “Dedicata”; forse la presenza di sostanza nocive si riferisce all’altra qualità, tra l’altro la più commercializzata, dato il prezzo accessibile alla maggior parte della gente.

Roberto La Pira
Reply to  marias
3 Marzo 2017 22:02

GranoSalus cita in modo chiaro quel tipo di pasta

fabrizio_caiofabricius
fabrizio_caiofabricius
Reply to  marias
4 Marzo 2017 10:19

Nella cialtronesca foga allarmistico-forcaiola acchiappawebeti in attesa di facili conferme di rancorose post-verità di comodo hanno inserito, con frettolosa leggerezza inquisitoria (da ddu lire), anche prodotti di altissima qualità e faticosa realizzazione organizzativa come ad esempio (ma NON SOLO)
Voiello monovarietale Aureo caratterizzata da altissimi livelli proteico-glutinici coltivato solo in Italia,
Granoro dedicato e Fior Fiore Coop che finalmente invece avevano già intrapreso la strada di valorizzare le produzioni delle incantevoli (ma a rischio abbandono) campagne Lucane, Sicule, Pugliesi, Molisane, Maremmane, Marchigiane.

Il rischio DON (e CADMIO) in questi ambienti sul grano duro E’ BASSO, bassissimo: non è un'”opinione” al pari delle altre scemenze con fatica ascoltate, ma l’inconfutabile sintesi di RISULTATI SCIENTIFICI PLURIENNALI di cui esiste ampia letteratura facilmente consultabile, sempre se desiderosi e/o capaci di leggere qualche riga in più oltre i messaggini facebook.

Spero che le querele per DIFFAMAZIONE facciano il pur lento corso e la verità sia ristabilita, anche se come sempre accade non ci sarà nessuno scoop urlato a evidenziarlo, come del resto già successo recentemente con le analisi fatte nel porto di Bari dai veri e capaci organi competenti (ARPA).

Certo il rischio che nel frattempo i fanatici urlatori di BUFALE siano vittimisticamente santificati come MARTIRI c’è tutto: millenni di Storia ce lo hanno insegnato, non ultimo con i miracolosi prodotti anticancro e antiSLA proposti dalle acclamate trasmissioni televisive forcaiole che hanno “dimenticato” di dire la misera fine dei santi promotori finiti in galera malgrado i vigliacchetti patteggiamenti dell’ultim’ora

ezio
ezio
4 Marzo 2017 12:38

Personalmente starei sul pezzo senza alzare polvere ne montare panna, ma aspetterei analisi di conferma o smentita ed eventualmente querele dei diretti interessati.

fabrizio_caiofabricius
fabrizio_caiofabricius
Reply to  ezio
5 Marzo 2017 00:42

Ad alzar polvere e cortine di fumo sono i creatori di bufale allarmistico-prezzolate.
Sul pezzo ci stanno gli artiglieri (e io ho fatto il vigile del fuoco).
Migliaia di analisi di istituti di ricerca e laboratori seri accreditati confermano da anni il basso rischio DON nel grano duro . In questo caso in particolare la “tabella” mostrata, semmai fosse credibile, evidenzia comunque valori di assoluta sicurezza (tra 80 e 200 ppb).

Anche se ci saranno altri piagnucolanti MARTIRI sul calendario del web, le querele, fortunatamente, son già partite.

Nel frattempo il nostro più salutare e benefico prodotto agro-alimentare, leader di esportazioni di milioni di tonnellate e relativi posti di lavoro, per colpa di questa e altre tragicomiche BUFALE ANTISCIENTIFICHE (Gluten sensitivity, radioattività di Chernobyl e/o del Creso, micotossine, cadmio, grani antichi miracolosi, gliphosate….in spasmodica attesa di altre fantasie ignoranti) sta ovviamente perdendo smalto e credibilità all’estero.

Forse il riscarcimento non dovrebbero chiederlo solo i Pastai, ma tutti i cittadini italiani, in primis gli agricoltori meridionali

ezio
ezio
5 Marzo 2017 11:30

In tempo di pace stare sul pezzo significa stare in tema giornalistico.
Mentre nel merito e questo ce lo può indicare meglio lei di altri, se le evidenze analitiche possono dimostrare con certezza scientifica accettabile, che le paste prese in esame sono prodotte con grano duro di provenienza estera, non indicata come origine della materia prima impiegata ingannando il consumatore, non credo che i consumatori e gli agricoltori meridionali siano d’accordo con lei.

Roberto La Pira
Reply to  ezio
5 Marzo 2017 13:22

Nessuno inganna il consumatore. Tra la pasta selezionata e analizzata ci sono due marche che propongono grano duro 100% italiano e non credo proprio che ci siano gli elemnenti analitici per contraddire questa dichiarazione proposta in etichetta. In ogni caso il grano duro proveniente dall’estero costa molto di più di quello italiano ed è di migliore qualità.

fabrizio_caiofabricius
fabrizio_caiofabricius
5 Marzo 2017 19:01

L presenza di micotossine, di DON in effetti, e di Cadmio non rivelano un bel nulla: è proprio questa la pacchiana mistificazione.

I funghi micotossigeni Fusarium sono presenti in ogni parte del mondo, purtroppo anche in Italia, ma, quel che conta non è la positività all’analisi (facilissima perché le metodiche HPLC ed ELISA rivelano il DON già a quantitativi irrisori – 18 ppb) ma la quantità, che infatti è normata severamente in UE.

Dipende molto dall’andamento climatico in fase di spigatura-fioritura la virulenza dell’attacco e soprattutto la reazione del fungo (la micotossina è metabolita secondario) . Il Canada ha una stagione colturale più breve dell’Italia ed è effettivamente più esposto ma analoghe situazioni troviamo nelle pur vocate regioni dell’Emilia ( 60 000 ha di grano duro) e Marche ( 100-150 000ha). Il viaggio in nave non incide sullo sviluppo di DON, eventualmente se mal conservate possono aversi OCRATOSSINE. Ma tutto è controllato dall’ ARPA alle dogane e nessun grosso molino o pastificio, per quanto visti come untori dal forcaiolo popolo web, si sognerebbe di produrre pasta con valori elevati di micotossine (controanalisi in sede propria).

Del resto la tabella presentata come prova-scandalo (e ancora del tutto da dimostrare come e dove e da chi fatta (fumo)) sarebbe già una evidente dimostrazione della ampia tranquillità di quelle paste visti i valori bassi e molto al di sotto dei limiti.

Il cadmio è elemento minerale anch’esso ubiquitario mondiale e non dimostra a quelle basse concentrazioni nessuna prova di nessunissimo scandalo e scandaletto. Non manca nei nostri terreni, soprattutto vulcanici, ma più che il Canada potrebbero essere a volte a rischio le provenienze dai deserti Usa-Messico. Grano irrigato di altissima qualità tecnologica e alquanto costoso. Ma allora vogliamo parlare del nostro Cromo o Arsenico ? Meglio non dare la stura a qualche altro SAVONAROLA-WEB in cerca di visibilità un tanto al kilo.

Che poi le associazioni sedicenti ambientaliste parlino di gliphosate sul grano quando sulla carne dei vegani (SOIA OGM creata proprio per questo) se ne fanno bagni con gli aerei è veramente da scompisciarsi. In Italia nessuno si sogna di buttare soldi per il gliphosate per asciugare il grano (conti colturali già ampiamente in rosso) visto le estati torride mediterranee. Visto però che da 40 anni è anche il disseccante più usato in città e fuori (servizi giardini e scarpate stradali e ferroviarie) non è improbabile che piccole quantità possano poi ritrovarsi nei prodotti alimentari ma di nessun valore tossicologico né dimostrative di perfidi trucchi contro il popolo.

Insomma con la temperatura a 36.51 non c’è febbre !

Nessuna corsa al pronto soccorso, né dal pediatra, né tachipirina…casomai uno scandaletto web, sudai!

ezio
ezio
6 Marzo 2017 11:25

Ok La Pira e Fabrizio, prendiamola come uno scherzo carnascialesco via web e sospendiamo il giudizio.
Se l’associazione GranoSalus si è esposta alle molte querele che sicuramente seguiranno, così tanto per lanciare una bufala facilmente smontabile, vorrà dire che ci siamo divertiti a discuterne, se al contrario emergeranno rilevanze provate, riprenderemo il confronto.
Ma nel frattempo non ignoriamo l’effetto cumulativo delle sostanze tossiche (di legge) sui bambini italiani grandi consumatori di pasta e anche di riso.

rafela
rafela
6 Marzo 2017 15:04

quindi dite che è allarmismo perchè le aziende interessate hanno querelato la granosalus? gli crediamo sulla parola senza controanalisi?
il discorsi dei bambini fa un pò ridere, alcune medicine sono controindicate al di sotto del 36 mesi, dei 12 anni, questo significa che bene non fanno, non che non fanno male…

Luca P.
Luca P.
6 Marzo 2017 15:10

Ho imparato a diffidare da chi sbandiera notizie sensazionalistiche, specie sul web, ma anche da chi le smonta velocemente con toni canzonatori e sprezzanti senza sentire ragioni e convinto di avere la ragione in tasca.. sempre sul web ovviamente..

E voglio anche specificare che in questa vicenda non mi schiero per lo sconosciuto GranoSalus ma semplicemente prendo in considerazione l’interessante quesito che viene posto nel primo articolo, questo:
“Se le marche più blasonate e diffuse nel Paese contengono tracce di questi contaminanti, sia pur entro i limiti di legge, vuol dire che ogni italiano ne assume piccole dosi giornaliere attraverso pasta e altri derivati del grano. E non c’è affatto da stare tranquilli specie se si considera l’effetto combinato che queste sostanze potrebbero provocare insieme, anche a bassi dosaggi. Cosa prevede il principio di precauzione? Ci sono prove che l’effetto sinergico di più contaminanti a basse dosi non faccia danni alla salute?”

Non mi sembra un quesito troppo stupido da dare del webete a chi vuole approfondire l’argomento..
Inoltre, in parziale risposta allo scandalo scaturito dal primo articolo, GranoSalus risponde con un altro interessante articolo, presente adesso sul suo sito:
“…il glifosate rilevato nella pasta, dunque, non può provenire dal suo utilizzo nelle colture precedenti al grano, come afferma qualcuno, in quanto dalla scheda tecnica, si evince che non esercita alcun effetto nei confronti delle piante per assorbimento radicale e agisce solo se applicato direttamente all’apparato aereo dei vegetali che si vogliono combattere.”

Quindi adesso dobbiamo capire una cosa, qualcuno in Italia utilizza il glifosato illegalmente oppure miscela grani esteri per pasta che dovrebbe essere 100% italiana?

Roberto La Pira
Reply to  Luca P.
6 Marzo 2017 17:42

In questo ragionamento manca la valutazione del rischio. E senza questa valutazione i discorsi sono facilmente strumentalizzabili.
Il 30 % circa della frutta contiene residui di pesticidi al di sotto delle soglie stabilite, diossina e pcb sono ubiquitari e quindi anche sul cibo, i batteri patogeni sono presenti in moltissimi cibi che mangiamo tutti i giorni… Se non consideriamo le soglie e i limiti di legge facciamo allarmismo gratuito, come il programma DiMartedì di Floris o come gli articoli di molti siti che quando vedono un Escherichia coli dicono che il cibo ha contaminazioni fecali, e quando trovano una particella di mercurio o di arsenico dicono che cancerogeni tossici e velenosi. Il principio di precauzione è importante ma va affiancato alla valutazione del rischio. L’olio di palma contiene 10 volte più contaminanti genotossici rispetto agli altri oli di semi, ma lo usavano tutti e ancora adesso si usa…

Luca P.
Luca P.
Reply to  Luca P.
7 Marzo 2017 09:00

Assolutamente si! Questo ragionamento, come l’articolo di GranoSalus, vuole essere di stimolo per fare finalmente una valutazione del rischio.
Ripeto: tutti i pesticidi hanno valori ritenuti accettabili, ok, ma la presenza di più contaminanti può creare sinergie nocive al nostro organismo? Ci sono studi a riguardo?
E poi: com’è possibile che il Glifosato, il cui utilizzo sui raccolti è illegale in europa, sia stato ritrovato nella pasta 100% italiana se la sua scheda tecnica dice chiaramente che non può essere stato assimilato tramite le radici della pianta? E’ forse sbagliata la scheda tecnica dalla Monsanto?
Non c’è forse il rischio di essere presi in giro?!

Lisa
Lisa
Reply to  Luca P.
9 Marzo 2017 10:41

Sono d’accordo. La Vs reazione alle analisi della Granosalus è così poco moderata che state rischiando di darle ancora più credibilità. Voi stessi giustificate la possibile presenza dei contaminanti anche se sotto i limiti di legge, cosa che per altro non è poi così rassicurante, allora perché non ne avete mai parlato? Se il glifosato non è ammesso e comunque alla fine nella pasta c’è perché non avete lanciato voi stessi l’allarme di possibili contaminazioni del terreno e chiesto con durezza la messa al bando di questo ingrediente così contstato? In pratica state contestando non la presenza dei contaminanti ma le conclusioni che ne sono state tratte? Ho capito bene il senso dell’articolo?

fabrizio_caiofabricius
fabrizio_caiofabricius
6 Marzo 2017 18:38

Calma, pliiis.
Il web è diventato il far west e solo la ricerca scientifica seria può contrastare derive fantasiose, panico immotivato e soprattutto bufale di parte. Grande Umberto Eco.
Ho faticosamente cercato di dare un contributo in base alla mia esperienza pluriennale. Ho argomentato con disperazione. Ma forse questo non è Paese che ama più il razionale.
Le micotossine il cadmio sono sostanze “naturali”: ci saranno sempre a dosi basse o bassissime anche sui prodotti più sani. Si tratta appunto di non confondere e strumentalizzare “presenza” (facile con strumenti raffinati di indagine) con “tossicità” (fortunatamente più difficile da raggiungere) .
Volendo però un DON vicino a 0 si potrebbe ottenere annaffiando continuamente il grano di fungicidi, ma poi bisognerebbe evitare di cercare “altri” contaminanti chimici di sintesi e, ahimè, altre micotossine favorite dalla mancata concorrenza e probabilmente più pericolose…. del resto, funghi, batteri, microrganismi vogliono vivere anche loro!
E’ veramente assurdo insistere che questi bassi valori rilevati possano essere “prova” di chissà quale imbroglio e gombloddo (signoramia sò tuttuquali!).

Ma forse è assurdo combattere contro la Storia e le sue improvvise follie irrazionali, ma sì, che vinca pure il ballismo web, tutti felici dai!

Quando nessuno, impaurito dal sibilo minaccioso del sacro mostro, comprerà la pasta e il Sud diventerà quel deserto che sta cominciando ad essere, spero almeno che qualche annalista si ricordi che , pur debole, ma ci fu pur sempre un tentativo controcorrente della ragione di resistere.

Luca P.
Luca P.
Reply to  fabrizio_caiofabricius
7 Marzo 2017 10:20

Sinceramente il tono usato sta iniziando ad essere noioso, l’unico che dovrebbe darsi una calmata è proprio lei visto che nessun’altro ha usato lettere maiuscole ed espressioni colorite e sarcastiche.. quanto inutili.
Ma qui stiamo parlando di alimentazione, non stiamo incriminando il sud, nessuno ne ha parlato prima di lei, il discorso è completamente diverso e la invito a ri-sintonizzarsi. Rilegga il mio post al quale fra l’altro ha anche risposto, non dice niente di tutto ciò.

Tizio
Tizio
7 Marzo 2017 14:37

L’attacco a Granosalus mi sa più di gelosia di mestiere che di contestazione. Granosalus è un’associazione, anche di produttori, è naturale che esaltino le qualità del loro prodotto, è fanno benissimo. Che i valori elencati nell’articolo, siano al di sotto dei limiti di legge non vuol dire niente, anche nell’utilizzo del glfosato, in genere e non sempre, si è al di sotto dei limiti di legge, ma questo non vuol dire che se ne possa assumere senza problemi. Se l’obiettivo è quello di informare a scopo di prevenzione, ben venga l’ottimo lavoro da voi svolto, ma ben venga anche quello di cento e cento Granosalus, se si tratta solo di salvaguardare orticelli è meglio lasciar perdere. Piuttosto che attaccare e competere, così come l’attuale modello di sviluppo insegna, è meglio collaborare. Scusate la franchezza, ma sulla salute delle persone non si può scherzare.

fabrizio_caiofabricius
fabrizio_caiofabricius
7 Marzo 2017 23:55

Come in altre, pur analoghe, tristissime vicende di tentativi di scoop scandalistico-allarmisti basati su orecchiabili slogan suadenti ma dai riscontri scientifici inesistenti, questa ennesima BUFALA (ooops bufala) web, in fondo, qualche risvolto illuminato (illuministico ) ce lo regala ancora:

– tutti gli addetti ai lavori, ricercatori, docenti, tecnici , esperti del settore, pur coscienti dei rischi potenziali di andamenti climatici che a volte possano aumentare i livelli di micotossicosi nel grano duro, in questo specifico episodio hanno subito capito di trovarsi di fronte a un cialtronesco polverone diffamatorio;

– nessuna testata giornalistica nazionale ha rilanciato la pur golosa “notiziona”;

– questo sito web si conferma molto serio, coraggioso e preparato e, malgrado le balle spaziali comunque portino audience ha mantenuto la barra a dritta e ha continuato nella sua linea di informazione basata su fonti certe e riscontri bibliografici di letteratura scientifica nazionale ed internazionale validata;

– accanto ai consueti rilanci WEB e social forcaioli contro “l’establishment” a prescindere, non sono mancati tanti siti che hanno analizzato serenamente i dati riportati e stigmatizzato l’evidente incongruenza delle conclusioni;

– molti cittadini di buona volontà hanno approfondito l’argomento e scoperto che la nostra PASTA, industriale e artigianale, è prezioso e salutare alimento apprezzato in Italia e molto esportato nel mondo e che già esistono linee che utilizzano e valorizzano il grano duro nazionale convenzionale o biologico con la speranza di vederne aumentata la domanda e relativi incrementi di reddito per la sfiancata agricoltura meridionale.

Infine un augurio , anzi due:

– che i salutistici promotori di questa incomprensibile e suicida campagna possano coltivare e pastificare grano duro con livelli irrisori di DON , CD e tracce di Glifosato uguali a quelli oggetto della loro denuncia-scandalo: ci troveremmo di fronte a invidiabili risultati igienico-sanitari, difficilmente realizzabili in almeno 1 annata su 3 (primavere umide, purtroppo frequenti in Toscana, Emilia, Marche, aree interne anche meridionali) . Sempre se vorranno far analizzare i loro prodotti (dopo modalità di campionamento corretto) da laboratori ufficiali e accreditati;

– che l’essere tutti un po’ più “NOIOSI” ci porti a diffidare delle sinuose sirene del web e far controllare il livello di micotossine nel proprio frigorifero…ricordando poi di raffrontarli con quelli di quel pacco di pasta che ci sembrerà finalmente fin troppo pulito.

Luca P.
Luca P.
Reply to  fabrizio_caiofabricius
8 Marzo 2017 12:03

Io non so che semola ha analizzato lei o come tiene il suo frigorifero ma personalmente, come produttore, non ho mai trovato glifosato nella semola che utilizzo e livelli di DON e cadmio inferiori a qualsiasi produttore fra quelli citati, relativamente al DON anche di 7/8 volte inferiori (!!!).
Mi sembra che la sua difesa a spada tratta a questo punto sia rimasta a corto di argomenti.

Franco
Franco
8 Marzo 2017 15:31

Mi dispiace contraddirla, ma il limite di legge per il DON e di 1750 ppb e non 750 ppb.

fabrizio_caiofabricius
fabrizio_caiofabricius
8 Marzo 2017 16:02

Veramente non stavo parlando a lei, ma in generale, visto l’importanza e la gravità dell’argomento cui, avendo lunga esperienza lavorativa, mi premeva di dare un contributo utile .
Pensavo anche di aver fin troppo approfittato della paziente ospitalità di questa preziosa testata e mi ero pertanto ripromesso di chiudere, ma a “corto di argomenti” dopo aver annoiato i lettori con un diluvio di dati concreti mi sembra che se lo potesse proprio risparmiare- e mi tocca ricominciare….

Probabilmente non sono argomenti e dati che si vogliono sentir dire, ma, gli incontraddicibili riscontri numerici e la letteratura internazionale vanno proprio in quella direzione.

Per le Micotossine abbiamo analizzato migliaia di campioni italiani di frumento duro nelle diverse aree e condizioni agronomiche negli ultimi 20 anni , non quelli del giardinetto sotto casa col kit del piccolo chimico. L’Italia, può considerarsi fortunatamente a basso rischio per il DON (mi perdoni è un acronimo, si DEVE metter maisucolo), soprattutto il SUD-ISOLE (o preferisce sudisole?). Ma a parte che il rischio 0 nei fenomeni biologici non esiste, non c’è poi solo il DON, purtroppo: qualche timore serpeggia, ad es. e non solo, per le meno studiate T2+HT2.

Il rischio aumenta in Italia centrale, soprattutto per i prodotti integrali gestiti da pur lodevoli piccoli produttori locali con difficoltà ad accedere a laboratori accreditati di analisi . Abbiamo trovato anche 2000 e oltre in alcune annate particolari in Toscana e Marche. Mai abbassare la guardia, ovviamente (ovviamente?).

Invece 80-100, ma anche 200 ppb, sono valori di tutta tranquillità e beato chi ce l’ha: lo dice all’unanimità la letteratura scientifica internazionale non le elucubrazioni fantasiose di masochistici lanciatori di fango che poi in faccia a tutti ritornerà (primo anno, dopo decine, in cui diminuiscono le esportazioni di pasta)

La stessa letteratura internazionale pone un’allerta su tante altre situazioni più o meno conosciute, come ad es i pistacchi o, genericamente, nei frigoriferi domestici salvo qualche nobile eccezione, ci mancherebbe.

Per il gliphosato, dicevo “In Italia nessuno si sogna di buttare soldi per il gliphosate per asciugare il grano (con conti colturali già ampiamente in rosso) visto le estati torride mediterranee. Visto però che da 40 anni è anche il disseccante più usato in città e fuori (servizi giardini e scarpate stradali e ferroviarie) non è improbabile che piccole quantità possano poi ritrovarsi nei prodotti alimentari ma di nessun valore tossicologico né dimostrative di perfidi trucchi contro il popolo”.
Volendo, ma proprio VOLENDO, però si trova, A 0.00000001 ppb ma si trova, come del resto la diossina, le pm10 ecc ecc anche negli splendidi e isolatissimi agriturismi appenninici o vogliamo farli chiudere per attentato alla pubblica incolumità ?

Concludo (almeno spero) ancora con
“Insomma con la temperatura a 36.51 non c’è febbre ! ” Aggiungendo : a meno che non la si voglia vedere negli altri.

Luca P.
Luca P.
9 Marzo 2017 08:34

Mi perdoni, ma scrivendo sempre le stesse cose non è che cambiamo i fatti, le rispondo un’ultima volta poi finché non ci saranno aggiornamenti la chiudo qui.
Giusto per chiarire, io consumo 4 tonnellate al mese, non credo di poter essere paragonato a Barilla, ma nemmeno al piccolo giardinetto sotto casa..

La cito relativamente al DON: “Invece 80-100, ma anche 200 ppb, sono valori di tutta tranquillità e beato chi ce l’ha”
Il DON è un possibile cancerogeno, non è tanto beato chi mangia quella pasta e forse è possibile fare di meglio, noi troviamo generalmente valori <= 50 ppb e siamo in Toscana.

La cito relativamente al glifosato: "Volendo, ma proprio VOLENDO, però si trova, A 0.00000001 ppb ma si trova"
Ok, mi spiega perché Barilla ha 0.102 ppb e Divella 0.110 ppb? Non mi pare esattamente 0.00000001 ppb.
Ha un'idea di come sia arrivato in una pasta 100% italiana se come dice "In Italia nessuno si sogna di buttare soldi per il gliphosate per asciugare il grano"?

fabrizio_caiofabricius
fabrizio_caiofabricius
Reply to  Luca P.
9 Marzo 2017 12:55

Allora ricominciamo (UFFH…)

Il DON non è cancerogeno (classe 3 IARC) . Si confonde forse con altre micotossine quali aflatossine del Mais, tanto caro ai gluten-free . In ogni caso bene non fa, visto che contrastando la sintesi proteica è un potente immunosoppressore. Ma I limiti stabiliti (1750 ppb per la granella e 750 per la pasta dopo anni di studi scientifici internazionali seri, non di cialtronate allarmistiche web, sono di ampia, amplissima sicurezza, considerando poi che metà se ne va con l’acqua di cottura.

Che lei nelle sue produzioni toscane trovi <50 ppb IN MEDIA mi conferma appunto l'ampia tranquillità del grano italiano anche nelle campagne dell'Italia centrale con primavere-estati meno secche. Ma come vede il DON C'E' (soglia di rilevamento 18) e se qualcuno volesse artificiosamente screditarla potrebbe attaccarsi a questa "positività" (frequentissima ma appunto innocua per lei e per TUTTI).
Ma ho evidenziato MEDIA e la invito a non abbassare la guardia perchè ho constatato con i miei occhi che , purtroppo, in prove ufficiali svolte in TOSCANA in aziende sperimentali pubbliche certificate e nel monitoraggio regionale CREA qualche anomalia stagionale può far aumentare i valori anche vicino 1000 (bastano poche spighe fusariate). Ricordo bene sequenze di 300-500 con picchi massimi anche di 1000 e oltre, in convenzionale e biologico, nelle aziende più serie ed attente, su varietà precoci e tardive, moderne o antiche E' complicato inserire i dati qui dentro, li trova su riviste tecniche specializzate o consultando la letteratura online.

Lo 0.00001 era un fin troppo evidente paradosso per indicare che qualsiasi sostanza chimica o biologica può essere trovata se ci si mette in malafede a dimostrare chissà quale contaminazione di frodo: la presenza di DON nelle sue produzioni seppur bassiissime ne è comodo esempio.

E anche i dati di glifosato trovato sono non solo inferiori ai limiti ma LONTANISSIMI da questi, come del reto il Cadmio.
Nessuno usa glifosato sul grano in Italia non perchè si è buoni , ma perchè è inutile , come riscaldare la casa a luglio.