Ho un dubbio riguardo l’applicazione del nuovo regolamento UE sull’etichettatura dei prodotti alimentari. Nello specifico, in merito alla pasta, non ho compreso ancora se sulle confezioni troveremo in futuro indicata obbligatoriamente l’origine della semola di grano. Leggo infatti dell’obbligatorietà a riportare l’origine della materia prima per carni, pollame, uova.

Si dice che entro tre anni la Commissione valuterà se obbligare a riportare l’origine per latte, ingredienti unici e ingrediente superiore al 50%. In quest’ultimo caso, quindi, potrebbe rientrare anche la semola?

Lidia

 

Gent.ma Lidia,

La Commissione europea valuterà l’opportunità di estendere l’indicazione d’origine anche alla semola nella pasta, in quanto tale ingrediente supera il 50% nella formula del prodotto.

 

A tal fine, si dovrà procedere a un’attenta valutazione d’impatto nella quale tenere conto:

– dei possibili benefici (interesse del consumatore a conoscere l’origine dell’ingrediente, concreta possibilità di valorizzare la produzione di frumento in UE, eventuali vantaggi per le imprese di trasformazione)

– dei relativi costi (segregazione delle materie prime di diversa provenienza nei silo di stoccaggio, interruzione dei cicli di lavorazione allorquando si cambino le materie prime, moltiplicazione delle etichette e loro sostituzione in occasione dei vari cicli).

 

Se le opportunità risulteranno ragionevolmente superiori ai costi, la Commissione adotterà una proposta regolativa – da sottoporre al Parlamento europeo e al Consiglio – comprensiva delle norme di attuazione. Tali norme potrebbero anche declinare l’obbligo di indicazione dell’origine alla materia prima prevalente: ad esempio, qualora la semola utilizzata sia per il  55% di origine nazionale e per il 45% di origini diverse, potrebbe eventualmente venire prevista la possibilità di citare soltanto la prima.

Vedremo insomma ciò che accadrà, senza disporre per il momento di spunti utili a confermare alcuna ipotesi.

 

Dario Dongo