L’allarme sulla crisi alimentare in arrivo e i rischi per le popolazioni del mondo, lanciato dal Relatore speciale Onu per il diritto all’alimentazione non è caduto nel vuoto. Il Parlamento europeo ha adottato in assemblea plenaria la risoluzione “Sul riconoscimento dell’agricoltura come settore strategico nel contesto della sicurezza alimentare”, il 18 gennaio a Strasburgo. Il problema della food security va affrontato a partire dal nostro continente dove, tra l’altro, il 16% dei cittadini vive ancora al di sotto la soglia di povertà.

Il Parlamento, nella risoluzione a firma dell’onorevole Daciana Octavia Sârbu (Gruppo socialisti e democratici, Romania), afferma gli obiettivi essenziali della Politica agricola comune (Pac):

– garantire la sicurezza dell’approvvigionamento alimentare a tutti i cittadini europei;

offrire ai consumatori alimenti sani e di elevata qualità a prezzi ragionevoli. I consumatori europei devono poter accedere al cibo necessario e a programmi di educazione nutrizionale (per esempio, programmi come “Latte nelle scuole” e “Frutta e verdura nelle scuole”;

mantenere la vitalità delle zone rurali, cioè salvaguardare il reddito degli agricoltori per assicurare la produzione alimentare in tutta l’Ue e la preservazione dei territori.

 La Pac deve anche tenere conto e intervenire per affrontare una serie di questioni di portata globale:

  • la variabilità e volatilità dei prezzi delle derrate alimentari e delle materie prime;
  • i redditi degli agricoltori, che nel 2009 sono calati drasticamente dopo un decennio di stagnazione;
  • la scarsezza di risorse idriche e del conseguente impatto sulla produzione alimentare;
  • l’emergenza del fenomeno dell’usurpazione dei terreni (“land-grabbing”);
  • i fattori climatici che inducono alcuni paesi ad applicare misure protezionistiche (ad esempio, la siccità in Russia nell’estate 2010).

La sfida è dunque quella di “produrre di più con minori risorse”, valorizzando tutte le possibili forme di agricoltura utili a nutrire l’Europa e i paesi terzi.

Contro le speculazioni della finanza su alimenti e loro materie prime, ci sono nuove regole sui titoli derivati. Secondo il Parlamento, i titoli derivati che si basano su merci e prodotti alimentari devono venire trattati esclusivamente “da operatori che hanno il legittimo interesse a proteggere i prodotti agricoli da rischi”: si sottolinea infatti che la speculazione su questi strumenti finanziari “ha inciso fino al 50% sulle recenti impennate dei prezzi”, come nel caso del frumento i cui contratti sono aumentati del 70% in due soli mesi.

Gli strumenti finanziari devono aiutare gli agricoltori a fare fronte alle crisi, anziché permettere agli speculatori di giocare all’estremo sulla volatilità dei prezzi: si deve perciò rivedere la legislazione europea in materia di prodotti finanziari, e rendere le negoziazioni più trasparenti.

 Politica agricola comune
Il Parlamento afferma gli obiettivi essenziali della Politica agricola comune (Pac)

Food security in Europa e nel mondo: non è l’offerta globale di alimenti a scarseggiare, sono invece i prezzi inaccessibili a far mancare a molti il cibo. È vero però che le scorte globali di prodotti alimentari sono molto più ridotte rispetto al passato, e bisogna lottare contro la fame nel mondo.

Gli eurodeputati lanciano così l’idea di creare un “sistema globale mirato di riserve alimentari” che potrebbe venire gestito dalle Nazioni Unite o dalla FAO e che dovrebbe venire dotato di riserve di emergenza per combattere la fame, e riserve da utilizzare per mitigare i “picchi”, le impennate dei prezzi delle materie prime. Si chiede perciò alla Commissione europea di vagliare il modo più efficace per realizzare tale obiettivo.

Il Parlamento chiede infine alla Commissione di proporre una soluzione tecnica al problema della presenza di piccole quantità di Ogm nelle importazioni di prodotti non Ogm e un processo di approvazione più rapido all’interno dell’Unione europea per l’importazione di nuove varianti di mangimi geneticamente modificati una volta dimostrata la sicurezza

La futura Politica agricola comune dovrà incentivare i giovani a lavorare la terra. Oggi solo il 7% degli agricoltori europei ha meno di 35 anni e l’Ue avrà bisogno di 4,5 milioni di agricoltori nei prossimi 10 anni. Per attrarre i giovani verso questo settore, occorre dare maggiore forza alle misure esistenti, come i premi d’installazione e i tassi d’interesse agevolati sui prestiti.

Bisogna anche tutelare le pratiche agricole tradizionali locali, come produzioni familiari o su piccola scala, coltivazioni biologiche, perché spesso sono il modo più efficace per utilizzare i terreni e permettono di mantenere un legame profondo tra il territorio e i suoi prodotti. Al tempo stesso, però, va promossa anche la ricerca e l’innovazione, fondamentali per aumentare la produzione risparmiando sulle risorse.

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