Starbucks logo Olio di palma sostenibileIl gigante della caffetteria Starbucks è oggetto di una campagna di pressione per non aver rispettato gli impegni assunti nel 2013, quando, dopo che una risoluzione approvata dall’assemblea degli azionisti aveva chiesto alla compagnia di adottare una politica di sostenibilità nel campo dell’olio di palma, Starbucks aveva annunciato che dal 2015 si sarebbe rifornito solo di olio di palma certificato come sostenibile dalla Roundtable on Sustainable Palm Oil (RSPO), i cui criteri sono giudicati da molti troppo lassisti.

La mancanza di informazioni sul rispetto di questo impegno, già giudicato insufficiente, ha indotto un’associazione statunitense di consumatori e investitori, SumOfUs, a promuovere una petizione che, dopo il raggiungimento delle 165.000 adesioni, ha indotto Starbucks a uscire dal silenzio e ad aggiornare il suo documento sull’olio di palma sostenibile.

caffè megabicchieriLa compagnia ricorda che in giugno, insieme ad altre grandi società, come PepsiCo e Walmart, ha chiesto una revisione dei criteri di certificazione della RSPO, per renderli più rigorosi per quanto riguarda la tracciabilità lungo la catena di fornitura e gli impatti sulle comunità locali. Il mese successivo, Starbucks ha deciso di rafforzare la propria politica sull’olio di palma, adottando la tolleranza-zero in merito alla deforestazione, al fine di preservare le torbiere e le aree ad alto assorbimento di carbonio. La conseguenza di questo maggior rigore è che Starbucks non si pone più una data entro cui rifornirsi esclusivamente di olio di palma sostenibile, limitandosi a dire che dal prossimo gennaio informerà sui progressi fatti verso il raggiungimento di questo obiettivo.

© Riproduzione riservata

Foto: Fotolia

sostieniProva2Le donazioni si possono fare:

* Con Carta di credito (attraverso PayPal): clicca qui

* Con bonifico bancario: IBAN: IT 77 Q 02008 01622 000110003264

 indicando come causale: sostieni Ilfattoalimentare

0 0 voti
Vota
1 Commento
Feedbacks
Vedi tutti i commenti
luigi
luigi
14 Settembre 2015 12:05

le volte che sono stato in nord america ho sempre evitato di consumare nei suoi locali.