L’olio di palma fa male alla salute. Ecco i lavori scientifici che lo dimostrano. Il silenzio imbarazzato del Ministero salute, delle aziende e dell’Inran (Cra-Nut)
L’olio di palma fa male alla salute. Ecco i lavori scientifici che lo dimostrano. Il silenzio imbarazzato del Ministero salute, delle aziende e dell’Inran (Cra-Nut)
Roberto La Pira 3 Dicembre 2014Purtroppo esistono ancora pochi lavori che affrontano il problema del rapporto tra la quantità giornaliera assunta di palma e il rischio cardiovascolare. Molti ricercatori dei paesi produttori (Malesia e Indonesia) hanno cercato di dimostrare la scarsa correlazione tra l’assunzione del palma e il rischio cardiovascolare. Questi autori citano studi fatti in Francia nel 2009 dove, stimando un’assunzione media di 1,3 g di olio di palma al giorno, si sostiene non incida significativamente sul rischio cardiovascolare, rispetto all’assunzione di grassi animali. Le criticità dello studio è che la dieta dei francesi è già ricca di grassi animali ma soprattutto l’apporto di palma secondo alcuni autori è 4 volte superiore a quanto stimato nel documento. In Italia nessuno ha mai valutato il consumo pro-capite giornaliero. Per rendersi conto basta però dire che un solo biscotto per la prima colazione da 13 grammi può contenere fino a 2 grammi di grasso di palma.
Esistono anche studi malesi e indonesiani in controtendenza, si tratta di ricerche condotte in prevalenza su animali, in cui si dimostra l’esistenza del rischio. In Leong et al. 2009 (Aumento della pressione arteriosa) ad esempio illustra come il consumo ripetuto di olio di palma sottoposto a trattamento termico determina un aumento della pressione arteriosa negli animali.
Un altro dato interessante è citato nella pubblicazione del Center for Science for the Public Interest 2005 e riguarda uno studio realizzato nelle isole Mauritius nel 1987. Qui il governo ha avviato una campagna per la sostituzione dell’olio di palma con olio di soia, per contenere il rischio di malattia cardiovascolare considerato elevato dalle autorità sanitarie. Dopo avere operato la sostituzione, il livello di colesterolo ematico misurato sulla popolazione è risultato ridotto del 15%.
Sulla base di queste evidenze scientifiche chiediamo all’ex Istituto nazionale di ricerca per gli alimenti e la nutrizione ora Cra Nut e al Ministero della salute di avviare studi per valutare l’effettiva pericolosità di questo grasso nella dieta degli italiani in riferimento al rischio cardiovascolare, visto che non esistono valutazioni su questa materia grassa. Forse c’è poco interesse verso certe ricerche perché quasi tutte le aziende usano un quantità esagerata di olio di palma nei prodotti, senza doverlo dichiarare in etichetta trattandosi di un grasso mediocre che fa male alla salute quando viene assunto in quantità elevate (come fanno ogni giorno milioni di italiani quando mangiando 4 biscotti a colazione, oppure una merendina o due pacchetti di cracker o grissini).
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Giornalista professionista, direttore de Il Fatto Alimentare. Laureato in Scienze delle preparazioni alimentari ha diretto il mensile Altroconsumo e maturato una lunga esperienza in test comparativi. Come free lance si è sempre occupato di tematiche alimentari.
Perché non si riesce mai a dire la verità? Lei caro costante con il suo CV, potrebbe dire cose più incisive invece di provocare e fare confusione. Ma voglio farle una domanda. Ad un suo nipote piccolo, ignorante di tutto, cosa gli direbbe di condire verdure con olio extravergine o con olio di palma? Basta dire mezze verità. Se la mettiamo solo sull’economia, perché è lì tanto che si va sempre a parare, lei sa benissimo che una buona e sana alimentazione è risparmio sanitario.
Ragazzi non giriamoci intorno. Nessuno dice di condire l’insalata con l’olio di palma perchè diventerebbe un ABUSO. E sarebbe come abusare del burro, nè più nè meno.
Smettiamola di confondere la qualità merceologica con quella nutrizionale.
Lo ripeto perchè sembra che il concetto non sia passato: se io abuso con il palma vuol dire che MANGIO MALE in generale, perchè (dato che si trova in prodotti come biscotti, crackers, merendine ecc.) vuol dire che mangio troppi dolci o prodotti da forno confezionati! E quindi esagero anche con molti altri nutrienti con i quali non dovrei esagerare (zuccheri, sale, calorie). Se il palma fosse sostituito con il burro (che per voi è meglio a prescindere dal quanto), non sarei dispensato dal non esagerare UGUALMENTE con quei prodotti!! Io faccio fatica a capire come non si riesca a comprendere un concetto così semplice.
E allora forse non è il palma il problema, ma la cattiva educazione alimentare.
Sempre che non si provi che l’olio di palma è dannoso A QUALUNQUE DOSAGGIO e perciò un tossico. Non mi pare che ci sia questa prova.
Gabriele quanto dici è corretto, il problema è che la gente sa quando mangia il burro e quali sono i prodotti che lo contengono perché li conosce o perché legge le etichette. La gente non sa quando mangia il palma e non consce questo grasso e alla fine se ne mangia troppo-. Presto un articolo che analizza questo aspetto
Sig. Maurizio, sta scrivendo tanti commenti ma sta dimostrando di non capire nulla di ciò ho scritto io e altri commentatori. Rilegga meglio il mio testo, NON ho mai scritto che debba essere sostituito con olio di colza e non c’è nessuna contraddizione tra la dieta mediterranea e la scelta di mangiare delle merendine che contengono olio di palma perché, gli omega3 provenienti dai pasti principali, sono sufficienti a rendere INNOCUI i grassi vegetali delle merendine! Se un individuo abusa di merendine, cioccolata, caffè, alcolici, il problema non è dell’olio di palma, rilegga meglio per cortesia!! Se lei decide di mangiare 1 barattolo di nutella al giorno si tratta di una sua scelta personale! Se al posto dell’olio di palma aggiungessero olio di oliva ovviamente quel barattolo lo pagherebbe il doppio ma non ne gioverebbe la sua salute perché resta il fatto che è un alimento IPERCALORICO, quindi il problema non è la scelta degli olii con cui produrla ma la capacità di darsi una regolata! Sul BURRO poi sono totalmente contrario, innanzitutto perché contiene lattosio che è poco tollerato dagli adulti e non credo che sia migliore dell’olio di palma. Condivido l’idea di scorporare la dicitura “olio di palma” da “grassi vegetali” ma non condivido il desiderio di allarmare la gente per una cosa del genere anche perché, come ho scritto sopra, ho già letto diverse volte questo ingrediente in alcune merendine, quindi, non viene sempre omesso, posso citare la marca se interessa agli autori del sito (che hanno tutti i miei dati per contattarmi). Spero di essere stato chiaro, nel dubbio rilegga bene prima di commentare. Grazie
Sig. Nicolò. Lei non ha letto i post attentamente. Per dire ciò che scrive, lei dovrebbe essere anzitutto consapevole di quanti gr di olio di palma ingerisce in una normale dieta del quotidiano, e chi si mette a farlo? Lei conosce l’emivita di tutte le sostanze antiossidanti che si assume inconsapevolmente con la sua nutrizione giornaliera??Cosa ci azzecca le calorie con la natura chimica dei grassi? Se lei abusa di merendine ricche di olio di palma le calorie sono l’ultima cosa che le interessa, io mi guaderei di più dalla nocività della natura dei grassi stessi… se lei pensa di gestire tutto e solo con le quantità, allora il suo corpo potrebbe anche assumere acido cianidrico o arsenico entro certi limiti. L’articolo parlava come detto a più riprese della dannosità intrinseca dei grassi costitutivi del palmisto, olio da estrazione chimica con solventi benzenici, come esano eptano, (utilizzato per la produzione di energia elettrica), e dei danni nel lungo periodo. Come volevasi dimostrare lei punta sulla questione costi. Bene lei si mangi tutto l’olio di palma e accenda il fuoco con olio di oliva, tanto poi per risolvere il problema si comprerà statine o molecole simili. Numero 2, cosa c’entra l’intolleranza al lattosio con la composizione dei grassi?? é come se di una macchina una la valuta per il motore e l’altro per il colore del volante. Siamo distanti.
Gabriele credo che tu non abbia orecchie per intendere. La mia è una provocazione poiché è usuale condire verdure con olio di oliva e nessuno si è mai preoccupato di dare avvertenze al suo utilizzo se non quelle che la nutrizione vorrebbe essendo una materia grassa. Ritornando agli stili di vita in maniera grossolana si dice che no si dovrebbe fumare, bere o drogarsi. La gente lo fa punto. La questione è; se io facessi una alimentazione moderna fatta di tutto ciò che vuoi tu e non trovassi alcun prodotto contenente olio di palma ma, oli e grassi più nobili, la mia salute sarebbe migliore?? Io credo di si. Sostituisci il palmisto con i grassi più naturali e lascia che le industrie lo utilizzino per produrre energia.
Maurizio, sei vittima di un pregiudizio e come tale difficilmente cambierai opinione. Qui però non si parla di opinioni ma di evidenze. Rileggi l’ultimo commento di Niccolò se vuoi,ma ormai il concetto è più che chiaro: è lo stile di vita che conta. Non cerchiamo di scaricare le colpe della nostra pigrizia e del nostro mangiar male in genere, verso le “grandi industrie cattive”, perchè non ne verremo mai fuori.
Continui a dire che esistono oli e grassi più nobili di altri, non è così dipende dal “quanto” e dal “quanto spesso”. E’ l’equilibrio che conta. Poi pensala come vuoi.
Gabriele. Non facciamone una questio personale. Tutto ciò che dici su stili ed equilibrio è sacrosanto. Se parliamo però di composizione costitutiva degli alimenti, non puoi dirmi che non c’è differenza. Perché allora decade proprio il concetto di nutrizione..allora non ha senso discutere di nulla, basta solo equilibrare i contenuti delle sostanze? Non ho preconcetti o pregiudizi. Non si sta parlando di olio di palma estratto a freddo, la materia del discutere è il palmisto. Se ci intendiamo bene, altrimenti non so come dirlo.
Purtroppo l’olio di palma è presente in molti alimenti che consumiamo quotidianamente, soprattutto quando la qualità di essi è bassa. Questo ingrediente è una delle cause della formazione delle placche aterosclerotiche e quindi è bene leggere sempre le informazioni nutrizionali quando si acquistano determinati prodotti (dolci, prodotti da forno ecc.)