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In Francia, per contrastare l’obesità si pensa a una tassazione in base a contenuto calorico o nutrizionale dei cibi

Uno studio pubblicato dalla direzione generale del Tesoro del governo francese indica alcune misure per combattere l’obesità e ridurre i costi socio-economici collegati. La prima è quella di contrastare il cibo spazzatura tassando gli alimenti in base al loro contenuto calorico, come è stato fatto in Messico nel 2014, o alla loro qualità nutrizionale. Si tratterebbe quindi di andare oltre la tassazione di singoli ingredienti, come lo zucchero o il tipo d’olio, o specifici alimenti o bevande dolci gassate. Secondo lo studio francese la tassazione sulle bibite gassate e zuccherate deve essere significativa per risultare efficace, come peraltro mostrano diverse ricerche statunitensi.  Se l’aggravio incide tra l’1 e l’8 per cento, non produce effetti, mentre se lievita al 20% ha come effetto una riduzione  del consumo del 3,5%. In questo senso, la tassa sulle bibite gassate e zuccherate introdotta in Francia nel 2012 viene giudicata troppo bassa per poter modificare i comportamenti e avere un impatto sulla salute pubblica.

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La tassa colpirebbe in maniera preferenziale le famiglie meno abbienti

Poiché una tassa nutrizionale avrebbe un impatto maggiore sui bilanci delle famiglie meno abbienti, abituate a consumare maggiormente alimenti malsani, lo studio prospetta aiuti sociali al fine di ripristinare il potere d’acquisto delle famiglie svantaggiate. Una seconda possibilità è fare come in Gran Bretagna, aumentare l’Iva su alcuni prodotti  che attualmente è pari al 5,5% per  tutto il settore alimentare (tranne poche eccezioni, come alcol, caviale, pasticceria e grassi vegetali, per i quali l’Iva è al 20%). Secondo lo studio  il costo sociale dell’obesità e del sovrappeso, che riguarda poco meno della metà della popolazione francese ammonta a 20,4 miliardi annui, pari all’1% del Pil. Si tratta di una spesa collocata a metà tra quella legata al consumo di tabacco (26,6 miliardi) e di alcol (15 miliardi), anche se il costo per persona è  inferiore, visto che il numero di persone obese e in sovrappeso (24,6 milioni nel 2012) è maggiore rispetto a fumatori e alcolisti e le previsioni indicano la cifra di  33 milioni nel 2030.

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Tra le altre proposte, c’è la riduzione della dimensione delle porzioni nella ristorazione collettiva

Lo studio della direzione generale del Tesoro, che non riflette necessariamente la posizione del Ministero dell’economia e delle finanze, oltre alla tassazione del cibo spazzatura contiene altre proposte. Vengono suggeriti meccanismi di incentivazione per i medici generici, invitandoli a prestare più attenzione all’aspetto dietetico. In secondo luogo si auspica la necessità di agire sui meccanismi di marketing rendendo meno visibili nei negozi gli alimenti nutrizionalmente poveri, ed evidenziando quelli sani. Un’altra ipotesi di intervento prevede la riduzione delle  porzioni, stabilendo modelli standard anche nella ristorazione collettiva. Occorrere infine realizzare campagne informative di prevenzione, limitare l’esposizione dei bambini alle pubblicità di cibo spazzatura e adottare etichette nutrizionali  semplici e intuitive.

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Bruno Stucchi
Bruno Stucchi
7 Settembre 2016 13:43

Idea socialistissima: tutto si risolve con una bella tassa!