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Perché in Italia si parla poco del ruolo negativo delle merendine ?

Perché in Italia si parla poco del ruolo negativo delle merendine nell’alimentazione dei ragazzi? Perché l’eccesso di zuccheri nella dieta non viene evidenziato? Perché l’invasione dell’olio di palma è diventato un argomento di attualità solo quando abbiamo sollevato il problema? Perché il junk food è solo il trittico hamburger+patatine+bevanda zuccherata e non il cibo spazzatura venduto sugli scaffali dei supermercati da marche nazionali. Le risposte possono essere tante. Un’ipotesi è che i nutrizionisti ospiti dei dibattiti televisivi e dei talk show più gettonati come Porta a Porta o i programmi del mattino di Rai e Mediaset, in diversi casi professori universitari, cattedratici direttori di reparti ospedalieri o rappresentanti di istituzioni prestigiose come l’ex Inran, facciano come secondo lavoro i consulenti delle industrie alimentari. Stiamo parlando di personaggi molto noti come ad esempio: Eugenio Del Toma, Amleto D’Amicis, Antonio Migliaccio, Claudio Maffeis e altri… che  figurano come membri del Comitato scientifico di associazioni industriali molto importanti del mondo alimentari come Aidepi, Assolatte…

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Si parla sempre di porzioni e non di prodotti

A questo punto è lecito chiedersi se sia casuale imbattersi in discorsi sulle merendine e sui dolci dove si parla sempre di porzioni e non di prodotti. “Se si fa movimento – dicono i nutrizionisti – non ci sono problemi“. I bambini devono fare sport e se lo praticano possono mangiare anche dolci e snack non proprio salutari (un messaggio analogo a molti spot pubblicitari). Anche per le bibite zuccherate gli esperti dicono che bisogna assumerle con moderazione e soprattutto fare movimento (leggi lo scandalo Usa). Peccato che la realtà sia leggermente diversa e la ricetta della moderazione e dello sport non funzioni, visto che l’obesità continua a progredire come pure la vendita di cibo spazzatura. In Italia ci sono molti nutrizionisti contrari alle merendine che consigliano come miglior bibita per ragazzi e  bambini  l’acqua, ma stranamente si vedono raramente nei talk show e sono anche poco intervistati.

Un altro tema critico riguarda l’olio di palma. In questi mesi abbiamo notato che gli interventi favorevoli provengono da autorevoli esperti come Antonio Migliaccio ed Eugenio Del Toma che hanno contratti di consulenza con le aziende produttrici di biscotti. La libertà di pensiero  è legittima e va rispettata, ma forse insieme a questi giudizi favorevoli andrebbe dichiarata  l’esistenza di un rapporto di consulenza con le aziende e quindi di un eventuale possibile conflitto di interessi. Anche alcuni esponenti del Crea Nut (ex Inran) , pur essendo dipendenti di un’istituzione pubblica come il Ministero delle politiche agricole non hanno l’abitudine di  dichiarare gli eventuali conflitti di interessi. Ci piacerebbe sapere se anche un personaggio famoso come Giorgio Calabrese che di recente ha cambiato parere sull’olio di palma ha delle collaborazioni in corso con aziende del settore dolciario.

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È un diritto dei cittadini sapere se gli esperti hanno un conflitto di interessi

Il problema non riguarda solo i nutrizionisti che abbiamo citato ma tutti gli esperti che si occupano di alimentazione. È un diritto dei cittadini sapere se le persone che rilasciano interviste ai giornali o intervengono come esperti nei dibattiti televisivi hanno contratti di consulenza che potrebbero creare conflitti di interessi. Avere un rapporto retribuito con una multinazionale delle bevande e rilasciare dichiarazioni dicendo che le bibite zuccherate non sono un problema se consumate ogni tanto è lecito, ma forse va dichiarato all’inizio dell’intervista il possibile conflitto di interessi. Se il docente della famosa università romana rilascia una dichiarazione sulle merendine e dice che in fondo sono buone e fanno bene ne ha pieno titolo, ma dovrebbe anche precisare di avere una consulenza con l’Associazione dei produttori o con le aziende. Purtroppo  questo particolare viene  sempre taciuto come si può notare leggendo gli articoli sulla maggior parte dei quotidiani nazionali.

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Un nutrizionista serio dovrebbe dichiarare gli eventuali conflitti di interesse

Un esperto credibile non può limitarsi  a intervenire nei dibattiti e scrivere cose intelligenti. Deve avere l’onestà intellettuale di dichiarare gli eventuali conflitti di interesse, oppure astenersi dal trattare argomenti oggetto di consulenza. Il tema è delicato e molti preferiscono non parlarne, ma siamo fiduciosi e aspettiamo delle risposte dai direttori dei giornali e dei siti che si occupano di salute e dalle società scientifiche come ADI (Associazione italiana di dietetica e nutrizione clinica), SINU ( Società italiana di nutrizione umana), FOSAN (Fondazione per lo studio degli alimenti  e della nutrizione), Sip (Società italiana di pediatria) e SISA (Società Italiana di Scienza della Alimentazione) che raggruppano una parte considerevole degli esperti  del settore alimentare.

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Elisa
Elisa
22 Settembre 2015 22:12

… questi Nutrizionisti …..

Grazie al Fatto Alimentare per il bel lavoro che fate ..continuate ad informarci grazie

claudia
claudia
Reply to  Elisa
26 Settembre 2015 20:45

Vorrei fare un semplice appunto alla terminologia utilizzata nell’articolo: quelli citati sono Medici Dietologi e non Nutrizionisti. Cominciamo ad usare termini appropriati. Parlo da Dietista e quindi so quello che dico.

Dietologo: medico

Nutrizionista. biologo o anche molto altro (es. laureato Iusm)

Dietisti: Laurea in Dietistica riconosciuta dal Ministero della salute
Profilo Professionale (D. M. n° 744 del 1994) ” Il dietista è l’operatore sanitario, in possesso del diploma universitario abilitante, competente per tutte le attività finalizzate alla corretta applicazione dell’alimentazione e della nutrizione ivi compresi gli aspetti educativi e di collaborazione all’attuazione della politiche alimentari, nel rispetto della norma vigente.”

Antonio Pratesi
23 Settembre 2015 00:17

Anno 2002, Guida all’alimentazione consapevole, volume 1, Gruppo Editoriale l’Espresso,
apologia delle merendine con consulenza dell’INRAN (Istituto Nazionale di Ricerca per gli Alimenti e la Nutrizione)

https://www.youtube.com/watch?v=G11Lmm3s2IQ

Stefania
Stefania
24 Settembre 2015 23:26

Qualche anno fa è stata pubblicata una discutibile ricerca da cui risultava che le merendine non sono dannose per la salute e non favoriscono l’obesità.
Nel giro di un paio di settimane il solito professorone nutrizionista ospite abituale di una rubrica post tg, con sicumera e tempismo perfetto, guarda un po’, incitava le mamme a dare tranquillamente le merendine i propri figli, senza preoccuparsi, e di non pensare che una merenda casalinga sia meglio – anzi, secondo lui – le merendine industriali potrebbero anche essere preferibili, perchè ormai le aziende puntano sulla qualità, e i prodotti industriali sono anche più controllati ed igienici.

Evidentemente il prof in questione non era, diciamo così, informato di tutti i ritiri per problemi igienici dei prodotti industriali. E secondo lui, edulcoranti sintetici (aspartame, acesulfame k, sucralosio, saccarina), aromi vari, sciroppo di glucosio-fruttosio e tutti gli altri ingredienti contenuti a decine nelle merendine, nei biscotti e nei prodotti industriali in genere, sono salutari quanto una merenda casalinga, ad es. pane e marmellata fatta in casa.

marco ditillo
marco ditillo
26 Settembre 2015 12:26

E le pubblicità delle aziende alimentari su questo sito invece????????

Antonio
26 Settembre 2015 21:59

Il Tecnologo Alimentare è l’ago della bilancia in tutto questo. Forse per questo non ha il riconoscimento che merita? Da terzi smascheriamo frodi o piccoli raggiri. Dovreste vedere le facce arrossite di alcuni imprenditori durante le mie consulenze… Ma grazie alla nostra professionalità ed al segreto professionale riusciamo il più delle volte a convincerli nel proseguire una strada che non li porti a sanzioni (anche pesanti) sicure.
Complimenti Roberto ed un saluto a tutti i colleghi TA che giornalmente consigliano sia gli imprenditori che i consumatori.