La storia dei frutti di bosco surgelati contaminati dal virus dell’epatite A continua. È di oggi la notizia di un nuovo lotto ritirato dal mercato. La segnalazione è stata diffusa dal sistema di allerta europeo (Rasff), che ha registrato la notifica inviata oggi dalle autorità sanitarie italiane. Le uniche informazioni disponibile riguardano la materia prima proveniente dalla Polonia dalla Bulgaria, ma anche di origine italiana.
Come è stato detto più volte sono ancora in commercio molte confezioni di frutti di bosco contaminate e altre sono nei freezer delle abitazioni. Anche le confezioni da 10 kg usate da ristoranti, pasticcerie e laboratori artigianali possono essere contaminate dal virus dell’epatite A. Negli ultimi due mesi sono stati ritirati dal mercato tre lotti di frutti di bosco destinati al catering in confezioni da 10 kg.
La situazione è fuori controllo, l’unica cosa saggia e non consumare frutti di bosco surgelati ed evitare accuratamente di mangiare dolci e altre preparazioni che li contengono. Va sottolineata la scelta di diverse catene di supermercati come Coop ed Esselunga di non vendere frutti di bosco surgelati.
Roberto La Pira
Giornalista professionista, direttore de Il Fatto Alimentare. Laureato in Scienze delle preparazioni alimentari ha diretto il mensile Altroconsumo e maturato una lunga esperienza in test comparativi. Come free lance si è sempre occupato di tematiche alimentari.
Ma si vuol capire che il problema non è piu’ affrontabile col sistema di allerta su singoli lotti, e se il prodotto è ancora nei frigo di consumatori e della ristorazione, come nei punti vendita . vista la distribuzione non omogenea del virus, anche in lotti apparentemente esenti, l’unica soluzione è la bollitura prima dell’uso o il ritiro di TUTTI I LOTTI DI PRODOTTO DI QUALSIASI MARCA (=allerta su tipologia di prodotto) ?
Siamo d’accordo infatti supermercati come Coop e Esselunga hanno smesso da tempo di vendere frutti di bosco surgelati