Ostriche; concept: frutti di mare

Aggiornamento del 24 novembre 2017: l’azienda Za.Mar informa Il Fatto Alimentare che “grazie all’effettiva rapidità del Sistema di allerta attivato è stato possibile recuperare una parte del prodotto venduto” su cui è stato possibile eseguire le controanalisi, “tenuto conto che l’allerta è partita dalla zona di produzione [Francia] era doveroso per il consumatore avere un dato più specifico relativamente allo stato di contaminazione del prodotto acquistato.”

Le analisi, che sono state eseguite da due distinti laboratori (AgriParadigma di Ravenna e Centro Ricerche Marine di Cesenatico), hanno rilevato in entrambi i casi livelli di PSP al di sotto dei limiti di legge.

Dopo i richiami di due lotti da parte di SoGeGross e Basko, il Ministero della salute ha pubblicato due avvisi di richiamo di ostriche contaminate da biotossine algali paralizzanti (PSP), commercializzate con i marchi M.Gi.B e Bonapesca. L’allerta è partita dalla Francia, paese di origine dei molluschi, ed è arrivata in Italia e in Spagna attraverso il sistema Rasff, che considera il rischio serio. Nei molluschi sono stati riscontrati 1824 µg/kg di tossine, più del doppio del consentito (800 µg/kg).

Il nuovo richiamo riguarda ben 200kg di ostriche concave prodotte da M.Gi.B nello stabilimento di Bosco Mesola (Ferrara) e vendute in cassette di legno da 1kg e 3kg (vedi foto sopra). Il provvedimento riguarda i seguenti 20 lotti di produzione:

  • 29965 e 29966 con data di scadenza 11/11/17
  • 29984, 29985, 29994 e 29998 con data di scadenza 12/11/17
  • 30007, 30008, 30009 e 30016 con data di scadenza 13/11/17
  • 30055, 30030, 30044, 30056, 30039, 30045 e 30043 con data di scadenza 14/11/17
  • 30095, 30084 e 30088 con data di scadenza 14/11/17

L’altro richiamo riguarda, invece, due lotti di ostriche confezionate da Bonapesca nello stabilimento di Goro (Ferrara) in cassette di legno da 3 kg. I prodotti coinvolti appartengono ai lotti 81440024312 e 8144024313.

Le ostriche richiamate sono contaminate da tossine di tipo PSP (Paralytic Shellfish Poisoning), responsabili di un’intossicazione paralizzante si trovano in molluschi, come pure in cozze e ostriche. I molluschi possono concentrare elevati livelli di biotossine algali, come la saxitossina, una neurotossina che provoca paralisi muscolari. I primi sintomi (ad esempio nausea, vomito, mal di testa, intorpidimento, fino a paralisi vere e proprie) si manifestano dopo mezz’ora dall’ingestione. La cottura non elimina il rischio, perché queste tossine sono resistenti al calore (Fonte: Ausl Ferrara).

Solo in Italia i marchi coinvolti sono quattro, per un totale di 24 lotti richiamati. Si raccomanda a chi ha acquistato le ostriche appartenenti a uno dei marchi e dei lotti richiamati, di non consumarle assolutamente e di restituirle presso il punto vendita d’acquisto.

Dal 1 gennaio 2017Il Fatto Alimentare ha segnalato 104 richiamiper un totale di 146 prodotti e 11 provvedimenti di revoca. Per vedere gli altri clicca qui.

Per capire come funziona il servizio di allerta alimentare e come viene effettuato il ritiro dei prodotti dai punti vendita leggi il libro “Scaffali in allerta” edito da Il Fatto Alimentare. È l’unico testo  pubblicato in Italia che  rivela i segreti e le criticità di un sistema che funziona poco e male. Ogni anno in Italia vengono ritirati dagli scaffali dei punti vendita almeno 1.000 prodotti alimentari. Nel 10-20% dei casi si tratta di prodotti che possono nuocere alla salute dei consumatori, e per questo scatta l’allerta. Il libro di 169 pagine racconta 15 casi di richiami che hanno fatto scalpore.

I lettori  interessati a ricevere l’e-book, possono fare una donazione libera e ricevere in omaggio il libro  in formato pdf  “Scaffali in allerta”, scrivendo in redazione all’indirizzo ilfattoalimentare@ilfattoalimentare.it

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Valentina
Valentina
21 Novembre 2017 18:03

Leggerlo il 21/11,l’articolo sulle ostriche contaminate,non serve a niente anche perché al 90% si consumano crude!

Roberto La Pira
Reply to  Valentina
22 Novembre 2017 11:35

Noi pubblichiamo tutti i richiami dei prodotti alimentari quando ne abbiamo notizia . Questo al di fuori della tempistica è comunque un caso “serio”

Luca CODELUPPI
22 Novembre 2017 12:00

Concordo con entrambi; TARDI ma comunque NECESSARIO. Bisognerebbe studiare un sistema per fare in modo che i richiami su prodotti ad velocissimo deperimento diventino praticamente istantanei!
Molto complesso perché dovrebbe coinvolgere anche i produttori che sono l’unico anello di congiunzione a monte di tutto il sistema di distribuzione! Usare SAP o analoghi sistemi di gestione distribuita?