McDonald's

Negli Stati Uniti, McDonald’s ha accettato di pagare 3,75 milioni di dollari per chiudere una class action in cui era accusata di violazione delle norme sul lavoro nei confronti di centinaia di lavoratori. Il problema riguarda i salari e gli straordinari, in cinque ristoranti di San Francisco, che operano in franchising e fanno capo a un unico proprietario. Nella denuncia che ha dato il via alla class action, McDonald’s veniva indicato come datore di lavoro responsabile in solido nei ristoranti gestiti in franchising.

I termini del patteggiamento prevedono che 1,75 milioni di dollari siano destinati al risarcimento di oltre 800 lavoratori, impiegati tra il marzo 2010 e il 5 novembre 2016, a seconda del numero di settimane che hanno lavorato, mentre un massimo di due milioni di dollari sarà destinato alle spese legali. McDonald’s ha dichiarato di aver accettato il pagamento per evitare i costi e i disagi derivanti dal proseguimento della causa, pur riaffermando di non essere co-datore di lavoro quando esiste un rapporto di franchising.

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McDonald’s ha dichiarato di aver accettato il pagamento per evitare i costi e i disagi derivanti dal proseguimento della causa

Tra le accuse dei querelanti vi erano l’errato conteggio automatizzato del tempo e della paga dei turni di notte, i periodi di pausa e per il pasto non corrispondenti ai modi e alla durata previsti dalla legge della California, il mancato rimborso del tempo e dei soldi necessari per lavare e stirare le divise di McDonald’s, i cedolini di pagamento irregolari per quanto riguarda i compensi e l’identificazione dei lavoratori come dipendenti di McDonald’s.

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Massimo
Massimo
18 Novembre 2016 14:59

Questa è la stessa azienda scelta dal governo italiano per la pratica dell’alternanza scuola-lavoro, perla… della recente riforma scolatica