uliveto rocchetta spot

uliveto rocchetta spotUna lettrice ci scrive una lettera per esprimere la sua opinione sul messaggio contenuto nei recenti spot televisivi del concorso a premi dei due noti marchi di acqua minerale Uliveto e Rocchetta.

Da un po’ di tempo, nella pubblicità televisiva delle due acque Uliveto e Rocchetta, una gentile signora propone al marito una cena a base di prelibatezze: caviale, ostriche e un formaggio ricercato francese.

È accettabile una pubblicità in cui si afferma che per un’occasione speciale insieme a dei cibi prelibati occorre servire uno speciale prodotto francese? L’Italia con i suoi oltre cinquecento tipi di formaggio non ne ha nemmeno uno all’altezza di caviale e ostriche? Quando entrerà nella testa dei pubblicitari che dobbiamo reclamizzare i nostri prodotti e non abbandonarci a un’improduttiva esterofilia? Già dobbiamo sorbirci le pubblicità di prodotti italiani con espressioni in inglese o francese, come se la nostra lingua non avesse aggettivi validi sufficienti o che “potrebbero far scadere di qualità” quanto proposto negli spot.

Luisa

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Paoblog
28 Febbraio 2018 07:40

Telepatia? Stessa cosa di cui si parlava ieri sera a cena, dopo aver visto lo spot.

antonio
antonio
28 Febbraio 2018 11:55

Gentile Sig.ra Luisa,l’esterofilia vorrebbe essere sintomo di adeguatezza ed avere,da parte dei pubblicitari “il polso” delle tendenze,in realtà dimostra solo ignoranza nelle lingua madre e nelle produzioni nazionali ricche di varietà da Nord a Sud della penisola.

silvia
silvia
28 Febbraio 2018 20:55

A me la prima cosa che è saltata all’occhio in questa pubblicità è che il marito appena rientra in casa la pria cosa che riesce a dire è: cosa hai preparato per cena…
Mi continuo a meravigliare che non esistano ancora meme memorabili su questo.

Michela
Michela
3 Marzo 2018 06:01

Francamente io non ho notato niente di strano nel parlare di formaggi francesi. Primo perché vorrei capire come se la caverebbe l’azienda a promuovere un formaggio italiano si scateneterebbero tutti gli altri produttori e potrebbe essere giustificato solo da una volontà di fare promozione di due aziende, in secondo luogo nell’immaginario, e non solo nell’immaginario, il consumo di formaggio in Francia non è cosa da poco.. Non dimentichiamoci che nella scelta del dessert in Francia si sceglie tra un dolce o un formaggio..cosa praticamente impensabile in Italia. Per cui la pubblicità non discute sulla qualità dei nostri prodotti ma rafforza semplicemente un’idea che poi è anche una verità, riguardo il fatto che i formaggi francesi siano molto noti, probabilmente anche dovuto all’uso fatto dai francesi stessi.

Donato Amatulli
Donato Amatulli
3 Marzo 2018 13:05

Brava, non abbiamo senso nazionale, pur avendo una biodiversità ineguagliabile. Complimenti, continui su questa linea.

diego
diego
3 Marzo 2018 23:49

Mi pare un’osservazione che lascia il tempo che trova.Se dovessimo redigere una lista di tutti gli spot che circolano sulle nostre reti tv,dove si usano attori,location, e colonne sonore “non italiani”,riempiremmo fiumi di fogli.Se proprio devo esprimere un giudizio a questo spot ,dico che come acquirente di acqua minerale,non sono interessato all’acqua che mi farà un regalo”se avrò fortuna”,ma a quella che costa meno…dato che acqua è sempre acqua!

Saverio
Saverio
Reply to  diego
5 Marzo 2018 04:46

Bravissima Luisa! Sono d’accordo con lei al 1000% (il 100% non lo ritengo sufficiente).
Lo “spot” pubblicitario è decisamente infelice e non solo per la proposta di cena anche con formaggio francese.
I nostri formaggi hanno poco o nulla da invidiare a quelli dei nostri “cugini” francesi.
L’agenzia che ha curato lo “spot” di Rocchetta ha puntato (chiedo umilmente scusa per l’inglesismo) sul “claim” che ha, purtroppo sulla maggioranza di noi italiani, nell’identificazione di Francia come sinonimo di qualità superiore.
Infatti la salmonella recentemente rilevata nel latte per bebè di Lactalis (Francia) è stata certificata come di ottima qualità!
Detto questo, secondo me, per un’agenzia pubblicitaria più professionale sarebbe stato sufficiente proporre nella cena del “claim” (chiedo scusa nuovamente per l’inglesismo) in oggetto: caviale, ostriche e aragosta o astice.
Cena di gran lusso e, nello stesso tempo, per nulla offensiva della sacralità della qualità dei nostri prodotti alimentari.

Saverio

antonella
antonella
8 Marzo 2018 16:59

A me dà ancora più fastidio il fatto che il marito chieda alla “mogliettina” chi pagherà la cena. Forse lavora solo lui e la consorte non spende in maniera oculata i soldi che lui porta a casa con tanta fatica?

Marina
Marina
9 Marzo 2018 09:38

Sono d’accordo con Luisa, si poteva fare di meglio senza lasciar intendere che esista una una supremazia casearia francese. Nulla avrebbe sminuito la portata dello spot, se al posto del formaggio fosse stato citato un ottimo vino italiano.

Marina

alfredo
alfredo
11 Marzo 2018 10:34

i francesi sono sempre stati abilissimi mercanti: Anche a vantare e valorizzare come francesi cose che francesi non erano ( la gioconda, la cucina fiorentina dei Medici, ecc…). Diversamente da noi che i nostri prodotti (anche i più celebrati) spesso vengono sviliti da quelle che chiamo ” truffe “. Vidi anni indietro in una vetrina di Losanna delle bottiglie di “Chianti” targate Napoli; anche su tanti prodotti a marchio DOP bisognerebbe far chiarezza

Ugo
Ugo
12 Marzo 2018 06:28

La tutela dei prodotti nazionali è esattamente quello che fa Coldiretti a spada tratta, e che voi ctiticate in maniera sospetta. Mi spiegate perché se lo fate voi è giusto e se lo fanno altri è sbagliato? Io oltretutto in questo caso non ci trovo nulla di male..

Valeria Nardi
Reply to  Ugo
12 Marzo 2018 11:43

Abbiamo pubblicato la lettera di una lettrice.

maco andrea giuseppe bonetti
maco andrea giuseppe bonetti
12 Marzo 2018 11:57

sdolcinato e fatuo

Danilo
Danilo
13 Marzo 2018 07:53

Grazie Luisa per averci segnalato questa pubblicità offensiva, oltre che dell’intelligenza umana, come sempre, anche del formaggio italiano e peggio perché ripropone lo stereotipo di una famiglia di “plastica” che non esiste. Da ragazzino amavo Carosello dove, almeno facevano leva sull’ilarita e non sull’idiozia. Provate a solo ascoltare o solo vedere una pubblicità e vi renderete conto di come ci trattano da sciocchi. Spesso passano il limite che ci fa indignare, raramente mi ispirano simpatia.
Ritengo che la pubblicità andrebbe regolamentata con l’obiettivo primario di informare le persone.
Un caro saluto. Danilo