doppio standard alimentareParlando davanti al Parlamento europeo in occasione del discorso sullo Stato dell’Unione, il presidente della Commissione Ue, Jean-Claude Juncker, ha affrontato il tema del doppio standard alimentare, dicendo che “in un’Unione di uguali, non possono esserci consumatori di seconda classe. Non accetto che in alcune parti d’Europa, specialmente in quella orientale e centrale, alle persone siano venduti alimenti di minor qualità, rispetto ad altri paesi, nonostante la confezione e il marchio siano gli stessi. Gli slovacchi meritano tanto pesce, nei loro bastoncini di pesce, come tutti gli altri. Gli ungheresi meritano tanta carne nei loro piatti pronti e i cechi tanto cacao nel loro cioccolato, come tutti gli altri”. 

Le parole di Juncker sono state giudicate un “buon segnale” dal primo ministro ceco, Bohuslav Sobotka, che insieme al premier slovacco, Robert Fico, ha convocato un summit sui doppi standard alimentari nell’Ue, che si terrà a metà ottobre a Bratislava e a cui sono stati invitati i commissari europei competenti, i rappresentanti delle commissioni interessate dei parlamenti nazionali e del Parlamento europeo, oltre alle istituzioni dei consumatori nazionali ed europee.

Il problema del doppio standard alimentare esiste e che va affrontato, se necessario anche con una nuova legislazione

Da parte dell’industria alimentare europea, rappresentata da FoodDrink Europe, la reazione alle parole del presidente della Commissione Ue è stata di piena condivisione del fatto che non sia accettabile che in alcuni mercati ci siano alimenti inferiori, aggiungendo, però, che sinora non è stata trovata alcuna prova di una diffusa qualità inferiore o di una doppia qualità tra Europa occidentale e orientale. In un comunicato, FoofDrink Europe afferma che differenti composizioni dei prodotti, non necessariamente tra est e ovest, non costituiscono di per sé una qualità “doppia” o “inferiore”, ma tengono conto delle preferenze di gusto, oltre che della disponibilità e delle preferenza di prodotti locali.

La denuncia dell’esistenza di un doppio standard di qualità degli alimenti all’interno dell’Unione europea è portata avanti dai quattro paesi del gruppo di Visegrad (Polonia, Repubblica Ceca, Slovacchia e Ungheria), ai quali si sono unite Bulgaria, Romania, Croazia e Slovenia. Lo scorso giugno, dopo le denunce basate su analisi dei paesi centro-europei, la Commissione Ue aveva risposto di non aver rilevato, per il momento, anomalie di mercato. A fine luglio, però, dopo un incontro con il Primo ministro slovacco, Robert Fico, che ha guidato la protesta dei paesi centro-europei, arrivando a minacciare restrizioni temporanee alle importazioni se la Commissione Ue non avesse adottato misure, Juncker aveva ammesso che il problema esiste e che va affrontato, se necessario anche con una nuova legislazione.

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