olio palma ghana
Il Ghana invita a non utilizzare l’olio di palma

Aggiornamento del 12 novembre 2015

Il 12 novembre, il giorno dopo la nostra segnalazione inviata al Ministero della Salute sulla vendita in Italia di olio di palma contaminato da un colorante cancerogeno e genotossico (Sudan IV), il centro di riferimento del sistema di allerta di Roma (RASFF) ha informato le autorità sanitarie regionali invitandole a fare accertamenti per ritirare o richiamare i prodotti interessati. Secondo la nota si tratterebbe di olio di palma proveniente dal Ghana importato dall’Olanda.

Il 13 novembre le autorità sanitarie del Belgio hanno provveduto a ritirare dal mercato le confezioni di olio di palma vergine della marca ZOMI della  A.F.P.  contaminato da Sudan IV.

Il 21 ottobre 2015 la Food and Drugs Authority del Ghana ha invitato i consumatori a non utilizzare l’olio di palma, dopo che le analisi condotte dall’Autorità per la sicurezza alimentare su cinquanta campioni venduti in dieci dei maggiori mercati della regione della capitale Accra hanno rilevato la presenza, nel 98% dei casi, del pericoloso colorante genotossico e potenzialmente cancerogeno Sudan IV, di solito usato per dare una certa tonalità rossastra a solventi, cere, oli e lucido per scarpe. Il problema non riguarda l’olio di palma utilizzato dalle aziende alimentari europee che prima di essere esportato viene decolorato, deacidificato e raffinato. La questione però coinvolge lo stesso l’Europa e l’Italia, perché confezioni di olio di palma rosso sono esportate e vendute via internet e nei negozi etnici. In Gran Bretagna nel mese di aprile è stato ritirato dal commercio un olio di palma senza etichetta del Ghana venduto da Kemtoy Miyan Cash & Carry. In luglio la stessa sorte ha interessato un altro lotto proveniente dal Ghana marchiato Zdomi, commercializzato da Fovitor International, per la presenza di Sudan IV. Un’inchiesta avviata dalle autorità del Ghana sul Fovitor Zdomi Palm Oil ha scoperto che il fornitore, Miva Lifeline Limited, non aveva chiesto l’autorizzazione per esportare nell’UE , dove è richiesta l’assenza del Sudan IV.

olio di palma
Su internet sono acquistabili diverse marche di prodotti con olio di palma

Pochi giorni fa c’è stato un altro caso. Il 30 ottobre, il Sistema rapido di allerta europeo per alimenti e mangimi (Rasff) ha segnalato in Francia, la vendita di olio di palma del Ghana proveniente dall’Olanda, con il colorante Sudan IV. Il Fatto Alimentare ha segnalato al  Ministero della Salute, Direzione generale per l’igiene e la sicurezza degli alimenti e la nutrizione, la presenza di diverse marche di olio di palma proveniente dal Ghana, acquistabili da siti internet in lingua italiana, chiedendo in via precauzionale la sospensione delle importazioni di olio di palma dal Ghana. L’invito a non utilizzarlo dovrebbe essere rivolto anche a industrie, ristoratori e consumatori sino a che non saranno disponibili i risultati delle analisi di questi prodotti, per verificare l’eventuale presenza del colorante Sudan IV.

oli-e-creme-di-palmaSu internet, attraverso siti in lingua italiana, sono acquistabili diverse marche di olio di palma, tra cui le seguenti:

– Tropigold

Palminor

olio di palma grezzo cpo Ghana senza etichetta

olio di palma rosso senza etichetta della Afodak Company ltd

olio di palma con etichetta illeggibile della mcasai INC

olio di palma e creme di frutti di palma da Pham Import Export

varie marche e prodotti della società di import export dal Ghana Koas Foods

varie marche di olio di palma e creme di frutti di palma da Global Trading srl.

Non si può escludere che analoghi prodotti siano venduti nei negozi etnici e nei supermercati.

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Costante P.
Costante P.
20 Novembre 2015 19:38

Ricordate l’identico problema del peperoncino colorato con colorante sudan IV ? è purtroppo una più che deplorevole usanza di paesi asiatici ed africani dove pare non esistano controlli di sorta, accompagnata alla frequente abitudine di importatori “disattenti /ignoranti/ poco inclini ai concetti di qualità e salubrità”, che non attuano prevenzione su ” fornitori esotici” . Comunque anche le aziende destinatarie e i gruppi di acquisto di tali prodotti non brillano per consapevolezza e controllo di quanto comprano e vendono, nonostante le asserzioni di “biologico” o di “commercio equo e solidale”. Non resta che attivare e coordinare i centri di controllo igienico sanitario ufficiali, ma i vigili ormai non vanno quasi più nei negozi, ed il NAS non può vedere tutto.

Roberto La Pira
Reply to  Costante P.
21 Novembre 2015 13:10

I maggiori controlli in Italia non li fanno i Nas ma le Asl e le altre autorità sanitarie