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Inquinamento: il 64% delle acque superficiali è contaminato

Il 63,9% delle acque superficiali del nostro paese è contaminato da pesticidi (nel 2012 la percentuale era del 56,9%)  e, come se non bastasse, nel 21,3% dei casi le concentrazioni rosultano superiori ai limiti ammessi. Nelle acque sotterranee, risulta contaminato il 31,7% dei punti di prelievo (la percentuale era del 31% nel 2012) e il superamento dei limiti è stato rilevato nel 6,9% dei casi. La presenza di pesticidi è stata riscontrata anche nelle falde profonde, che sono naturalmente protette da strati geologici poco permeabili. I dati sono ripresi dal rapporto annuale dell’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra), con i risultati del monitoraggio nazionale realizzato nelle acque superficiali e sotterrane nel biennio 2013-2014.

Le sostanze che hanno determinato più spesso il superamento dei limiti sono il glifosato e il metabolita AMPA (acido aminometilfosforico), presenti rispettivamente nel 39,7% e nel 70,9% dei punti di monitoraggio situati in Lombardia e Toscana. Il glifosato è l’erbicida più utilizzato al mondo e in questi mesi  è in corso la procedura per il rinnovo dell’autorizzazione al commercio in Europa. L’operazione è delicata perché secondo alcuni pareri scientifici si tratta di un prodotto nocivo per la salute e l’ambiente sospettato di essere cancerogeno.

Diffuso è anche l’inquinamento da neonicotinoidi, sia nelle acque superficiali, sia in quelle sotterranee. Tra questi, in particolare, l’imidacloprid e il tiametoxan, che hanno determinato il superamento dei limiti di qualità, nonostante dal 2013 il loro utilizzo sia stato sottoposto a restrizioni nell’Unione europea. I neonicotinoidi sono la classe di insetticidi più utilizzata a livello mondiale e il loro uso è ritenuto responsabile della perdita di biodiversità e della moria di api.

inquinamento pesticidi
Il glifosato è l’erbicida più utilizzato al mondo

L’Ispra registra  l’aumento  delle miscele di pesticidi con anche decine di componenti diversi che finiscono nelle acque. La tossicità di una miscela è sempre più alta rispetto a quella dei singoli componenti (in un campione sono state trovate 48 sostanze). Il problema è che, in fase di autorizzazione, le diverse componenti chimiche  vengono considerate singolarmente senza tenere conto degli effetti cumulativi sull’uomo e sugli altri organismi di questi “cocktail”.

Il rapporto dell’Ispra viene costruito sulla base dei dati forniti dalle Regioni e dalle Agenzie regionali per la protezione dell’ambiente, ma la copertura del territorio non è completa né omogenea, soprattutto per quanto riguarda le regioni centro-meridionali. Mancano infatti informazioni relative a Molise e Calabria e anche  i dati di cinque Regioni sulle acque sotterranee. Il rapporto indica anche la quantità di prodotti fitosanitari utilizzati ogni anno in Italia: si tratta di circa 130.000 tonnellate (-12% rispetto al 2001), a cui vanno aggiunti i biocidi, impiegati in diversi settori di attività, di cui si ignorano le quantità e la distribuzione geografica.

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Paoblog
13 Maggio 2016 07:59

In merito al glifosato leggo su Rinnovabili.it che:

“Getta il sasso e poi nasconde la mano. La Germania, Stato membro relatore nel processo di rivalutazione del glifosato nell’Unione europea, ha svolto un ruolo chiave nello spingere la Commissione verso il rinnovo dell’autorizzazione all’uso e alla vendita di questo erbicida «probabilmente cancerogeno» per l’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro (IARC).

Eppure, sembra intenzionata ad astenersi nella votazione che, giovedì prossimo, approverà la sostanza per altri 9 anni. È quanto sostiene Reuters, che ha ottenuto conferme da enti dell’Unione europea. Troppi dissidi nella coalizione di governo: i ministri socialdemocratici dell’SPD non sono d’accordo con i conservatori della CDU e i dissapori dovrebbero portare lo Stato a non esprimersi, nonostante il contributo determinante al processo.

È stato infatti l’Istituto federale tedesco per la valutazione dei rischi (BfR) a fornire la stima degli effetti di questo principio attivo su cui si è basata l’Agenzia europea per la sicurezza alimentare (EFSA) nella sua relazione di novembre. L’EFSA ha definito il glifosato «probabilmente non cancerogeno», aprendo un contrasto scientifico con la IARC tra i più accesi degli ultimi anni, ma spianando la strada al rinnovo della licenza.

ezio
ezio
17 Maggio 2016 17:56

Probabilmente non cancerogeno, per il principio di precauzione, è equivalente a probabilmente cancerogeno.
Probabilmente in Europa vige già di fatto un’anticipo di TTIP.
Poi ci stupiamo dell’arsenico inorganico nel riso e fissano i limiti prudenziali per l’assunzione, ma non i controlli e divieti per l’impiego in agricoltura.
La politica degli struzzi!

luigi
luigi
19 Maggio 2016 15:26

sono molto preoccupato, perché non sono i politici a guidare il presente e progettare il nostro futuro, ma le multinazionali!!